Continua a tenere banco, e non al mercato, la banana appesa di Maurizio Cattelan, venduta infine a 120mila dollari. Terry Giacomello, partito dall’idea di rendere commestibili le bucce di banana, nell’ottica dello scarto zero porta la provocazione nel fine dining.
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Continua a tenere banco, e non al mercato, la banana appesa nello stand della Galleria Perrotin alla fiera Art Basel Miami, venduta infine a 120mila dollari da Maurizio Cattelan nello scorso dicembre. Una provocazione, senza dubbio, cominciando dalla scelta del frutto con le sue connotazioni grottesche, volta a sbeffeggiare un mercato dell’arte (sarebbe questo il senso) sempre più effimero e pretestuoso, in definitiva marcescente. La rappresentazione sul muro sarebbe quella della tragicommedia dell’artista contemporaneo, si tratterebbe anzi di un autoritratto di Cattelan in persona, è stato detto.Effimera la cucina lo è per davvero, nonostante da decenni abbia abbracciato il pittorialismo per una parvenza di eternità, che Cattelan le sottrae definitivamente. E qui interviene Terry Giacomello, che riporta la banana in cucina, anzi nel fine dining, mondo che finisce per sembrare assai meno capriccioso e impermanente, considerato il tasso tecnico del piatto. Il titolo è “Comedian after Datuna”, terzo atto dopo l’opera di Cattelan, chiamata appunto “Comedian”, e la sua degustazione a opera di un altro artista, David Datuna, che immaginiamo prossimamente seduto a Inkiostro nella vertigine ricorsiva di un effetto Escher.
“Sono partito dall’idea di rendere commestibili le bucce di banana, nell’ottica dello scarto zero. Si tratta di frutti mignon, li lavo e li immergo in una soluzione di acido ascorbico con un enzima. Ma non voglio svelare di più prima del nuovo degustazione autunnale. Dopo due giorni e mezzo la buccia diventa tenera. Con la polpa interna prepariamo un aceto aggiungendo acqua, zucchero e madre, lasciamo fermentare e addensiamo leggermente fino a consistenza di gel. La buccia, apparentemente ricomposta, viene adagiata nel piatto, in modo che venga passata nel gel. Il nastro rappresenta l’omaggio a Cattelan: viene fatto con la cialda del torrone. Sarà la penultima portata del degustazione, prima di una millefoglie, meno comfort di quel che si potrebbe immaginare”.