A produrre il miglior vino del mondo 2023 è Argiano, che con la sua tenuta a sud - ovest di Montalcino stupisce per eleganza e storicità.
La classifica
Qual è il miglior vino del 2023 secondo Wine Spectator? La risposta si trova nascosta nella tenuta di Argiano, a sud - ovest di Montalcino. Proprio qui vede infatti i natali il Brunello di Montalcino Argiano 2018, un vino prodotto senza compromessi grazie a vigne che vanno dai 25 ai 50 anni, caratterizzate principalmente da suoli marnosi, invecchiato in botti di rovere di Slavonia per almeno due anni, e poi affinato per lungo tempo in bottiglia prima dell’immissione sul mercato.“Per la sua tradizionale espressione del Brunello, la sua qualità e il suo valore, l'Argiano Brunello di Montalcino 2018 non è solo una rappresentazione di spicco della regione, ma è il nostro Vino dell'Anno” queste le parole di Bruce Sanderson Senior, editor della rivista americana, considerata da oltre trent’anni la bibbia del vino a livello mondiale.
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L'Argiano 2018 diventa così il secondo Brunello ad aggiudicarsi il premio più ambito a livello globale, dopo l'affermazione di Tenuta Nuova di Casanova di Neri, nel 2001, e il quinto 'Wine of The year' nella storia - tutta toscana - dell'Italia premiata da Wine Spectator. Citata dal Carducci a fine ‘800, "Mi tersi con il vin d'Argiano, il quale è buono tanto”, Argiano è una proprietà con 57 ettari di vigneto, di cui quasi 22 destinati al Brunello e 10 al Rosso di Montalcino. La sua storia, da più di 500 anni, s’intreccia con quella di Montalcino, come testimonia Villa Bell’Aria, l’edificio cinquecentesco che domina la tenuta e che rappresenta l’ultima villa rinascimentale nel comune di Montalcino.
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Passata di proprietà fra le varie famiglie nobiliari di origine senese qui succedutesi, la Villa nell’800 giunge nelle mani di Ersilia Caetani Lovatelli che fece conoscere i vini di Argiano nei migliori salotti dell’epoca. Nel 2013, l’azienda passa alla famiglia brasiliana Esteves, appassionata di Rinascimento toscano e amante di Montalcino e dei suoi vini. A guidare dal 2012 Argiano è Bernardino Sani, in qualità di amministratore delegato ed enologo. “È la vetta di un traguardo per tutto il territorio” - così Sani descrive il raggiungimento di questo ambito premio. “Dopo dieci anni di duro lavoro, partito in vigna con un progetto di micro-mappatura dei vigneti e proseguito in cantina con un forte lavoro qualitativo volto a fare vini espressione di un territorio, che è culminato anche con il restauro della Villa Argiano riportata agli antichi splendori, siamo orgogliosissimi di questo riconoscimento”.
![Brunello di Montalcino Argiano 2018 2](/upload/multimedia/Brunello-di-Montalcino-Argiano-2018-2.jpg)
Dal 2014, assieme all’agronomo Francesco Monari, Sani ha avviato un progetto di investimenti e ristrutturazione produttiva, incentrata in particolare sui vigneti e sul Sangiovese. Identità, Tradizione ed Equilibrio: sono queste le parole chiave che descrivono al meglio la filosofia di Argiano. L’Identità, dunque il legame con Montalcino e con i micro-terroir aziendali, con la produzione di vini di grande struttura, profondi e longevi; la Tradizione, intesa come vinificazioni rispettose dell’uva di partenza e uso mai invasivo dei legni, e infine l’Equilibrio concepito come valorizzazione di tutta l’eleganza di cui è capace il Sangiovese Grosso in questi luoghi.
![tenuta di argiano 1](/upload/multimedia/tenuta-di-argiano-1.jpg)