Itinerari gourmet

Melbourne capitale gastronomica dell’Australia: ecco il nuovo “paradiso dei gourmet”

di:
Giovanni Angelucci
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Dai ristoranti creativi che reiventano i sapori locali agli speakeasy, passando per mercati vivaci e ghiotte deviazioni: sul fronte gastronomico, l’Australia offre il suo meglio a Melbourne.

Che gli australiani siano particolarmente accoglienti e friendly si sa, ma forse Melbourne è tra tutte la più ospitale; la capitale dello stato australiano di Victoria, sulla costa sud-orientale dell’Australia, è anche la capitale enogastronomica del paese. Vale davvero la pena raggiungerla per scoprire e assaggiare la sua anima più gustosa. Un articolo è forse riduttivo, considerato l’immenso panorama enogastronomico che propone e che cresce di anno in anno; sono infatti numerosi i ristoranti e i cocktail bar sparsi sulla mappa cittadina, ma intanto segnate questi indirizzi che abbiamo recentemente visitato.

Melburnian Skyline
 

Il viaggio

L’esperienza comincia ancor prima di atterrare, perché a bordo della business class di Qatar Airways (con cui ho viaggiato) c’è da leccarsi i baffi, oltre che alleviare le numerose ore di volo necessarie per giungere fin laggiù. Qatar Airways offre numerose opzioni per i passeggeri a bordo. Infatti, la compagnia aerea propone un’accattivante selezione di piatti approvati dalla IATA (International Air Transport Association), tra cui variazioni di pasti vegani, religiosi e salutistici, mai congelati sin dal pane -che è risultato anche meglio di alcuni forni o supermercati. Tutto viene prodotto quotidianamente prima di raggiungere i passeggeri a bordo, i menu vengono cambiati ogni tre mesi per soddisfare le diverse esigenze e durante le festività (come l'Eid e il Capodanno cinese) e la compagnia catariota offre menu speciali ai passeggeri a bordo per creare momenti di convivialità anche in volo.

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Inoltre, i menu sono personalizzati per riflettere al meglio le destinazioni locali; come compagnia di bandiera dello Stato del Qatar, introduce per esempio l’autentica cucina mediorientale della tradizione che i passeggeri possono gustare a 12 Km da terra. Valida anche la carta vini, con oltre una decina di etichette ben illustrate in menu, tutte a temperatura corretta e variegate, potendo scegliere tra Champagne, Bordeaux, Nebbiolo italiano e fino ad un icewine.

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@Qatar Airlines- dessert

In questo modo non potrete che arrivare riposati e pieni di energie per scoprire Melbourne. La città è enorme, ma durante una giornata di sole è piacevolissimo passeggiare tra i suoi ampi saliscendi; molti dei più validi ristoranti che stanno innalzando la cultura gastronomica della città si trovano in centro, quindi dovrete soltanto sapere dove andare.

I ristoranti in città

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Big Esso by Mabu Mabu, per esempio: in piena Fed Square viene servita la varietà del bush tucker indigeno. Big Esso è un’espressione usata nello Stretto di Torres (il braccio di mare tra l’Australia e l’isola della Nuova Guinea) che significa “il più grande ringraziamento”. Questo è ciò che si dice quando si vuole davvero esprimere gratitudine e se combinati, "Mabu Mabu & Big Esso" danno vita all'espressione usata prima di iniziare una celebrazione senza precedenti.

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Lo chef Nornie Bero è più che orgoglioso di riportare il cibo e la cultura indigeni sulle rive del Birrarung, il fiume che scorre nella città e che un tempo era habitat di anguille, squali, delfini e razze. Questo luogo era la principale fonte di cibo, caccia, cucina e cerimonie; la volontà è dunque di riportare in vita tali storie servendone i piatti ispirati in un luogo storico. Imperdibile la lingua di kodal (coccodrillo) arrostita e curry rosso al tè. Vale la pena visitare Parcs, il piccolo e recente locale che mostra quanto è possibile ottenere attraverso ingredienti riutilizzati, fermentazioni, rispetto delle stagioni e di come le parti scartate dei prodotti assumano una nuova forma se fermentati, grigliati sul fuoco o brasati lentamente.

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È qui che lo chef esecutivo Damien Neylon, la giovane capo chef Amelia Hussey e la direttrice Shakheal, compongono il magic trio che si mette in gioco in una cucina ridotta al minimo dove l’attrezzatura è composta da un wok, una griglia a carbone e un fornello a induzione. Da provare le ostriche autoctone “bloody mary” e il polpo, caffè e farro. Un altro fuori classe è il neozelandese Peter Gunn a capo dell’insegna Ides.

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Situato nel sobborgo più alla moda della città, questo ristorante dalle luci soffuse e le pareti rivestite di grigio si presenta con approccio fresco e informale e una cucina di livello. Peter Gunn, ex sous chef del colosso gastronomico Attica, preferisce menu degustazione vigorosi e basati sulla tecnica che mettono alla prova sia i commensali che i suoi ragazzi. Il profondo brodo di maiale, uova di trota su cremoso di avocado è un esempio della visione di questo ragazzo. Gli abbinamenti sono altrettanto irriverenti e spaziano dal sake alle birre e fino ai vini macerati. Un'esperienza audace, bella e completamente unica a Melbourne. Sentirete parlare di Super Normal, ebbene è imperdibile.

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@KRISTOFFER PAULSEN

Creato dal famoso chef-ristoratore Andrew McConnell, è un ristorante informale e dall’atmosfera giapponese, tra ciliege al neon all’entrata, distributori automatici di snack nipponici, vivaci luci e persino una sala karaoke nel seminterrato. Un lungo bancone con il ripiano in zinco fiancheggia un lato della stanza, parallelo alla cucina a vista dove un plotone di chef lavora in piena vista della sala da pranzo.

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@KRISTOFFER PAULSEN

Molta influenza cinese nel menu: un’eco del tempo trascorso da McConnell a Shanghai e Hong Kong. Bao e petto d’anatra condito con pepe di Szechuan, ci sono anche molti sapori coreani e giapponesi come la spalla di maiale al barbecue, gli spiedini di carne e kimchi, le ciotole fumanti di ramen a pranzo. Due classiconi sono gli involtini di aragosta e il semifreddo al burro di arachidi. Per godervi le migliori insegne di Melbourne è consigliato il tour gastronomico in giro per la città con varie e valide tappe gustose organizzato da This is Melbourne.

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@KRISTOFFER PAULSEN

Il mercato

Visita obbligatoria è anche il famoso Queen Victoria Market, perché, come sempre sostengo, l’anima di una città è nei suoi mercati. Inaugurato ufficialmente il 20 marzo 1878, il mercato è al servizio degli abitanti di Melbourne da oltre 140 anni; molte le trasformazioni, è stato aggiunto alla National Heritage List in riconoscimento dei suoi legami con la prima popolazione coloniale di Melbourne e della sua capacità di dimostrare le principali caratteristiche di un mercato di prodotti metropolitani del XIX secolo.

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Conosciuto anche come "Vic Market" o "Queen Vic", è il cuore di Melbourne da più di un secolo. Un punto di riferimento storico distribuito su due isolati, un vivace e centrale mercato dove fare acquisti tra le oltre 600 piccole imprese che vendono di tutto, dalla frutta e alla verdura australiana, dal pesce fresco alle carni di canguro, dai food truck a base di cozze o ciambelle e fino ai birrifici e gelatieri. Il consiglio è di prenotare un tour con l’Ultimate Foodie Tour in compagnia della esperta e voce radiofonica Mandy Kennedy.

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I cocktail bar

E tra i bar più famosi e validi del momento? Unico nel ranking 50 best c’è Caretakers Cottage, nel cuore di Melbourne. Il nome ne racconta giù qualcosa, un vecchio cottage dove risiedeva il custode della chiesa di Wesley Place.

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Qui i navigati Rob Libecans, Ryan Noreiks e Matt Stirling, con esperienza nei migliori bar del mondo, lavorano a stretto contatto con la multitudine di assetati che giungono ogni notte, il bancone funziona anche come postazione per il dj e tra musica, festa e atmosfera piacevolissima, si servono gli “House Martini”, la migliore Guinness della città e dei drink precisi e accattivanti.

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Non è facile trovare un posto a sedere ma varrà la pena attendere, in ogni caso c’è un ameno spazio esterno di cui usufruire e dove socializzare con i simpatici australiani. Se poi avete voglia di uno speakeasy, cercate il Mille Place Merchants: si accede attraverso uno spazio camuffato da camerino di epoca vittoriana, si oltrepassa un armadio e ci si ritrova in un locale ospitato in un edificio storico, dichiarato patrimonio dell’umanità e risalente al 1840. Lo spazio un tempo ospitava l’industria dei commercianti di conserve di carne, cappelli, sapone e candele; oggi si presenta con candele e bajour ad illuminare la lunga sala fatta di arredamento antico tra mobili e poltrone, opulenti lampadari, un bancone colmo di oggetti e un menù all’interno di vecchi libri.

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@Bonnie Savage

Un posto in cui perdere la cognizione del tempo e bere rigorosamente i cocktail classici è l’Apollo Inn, situato al piano terra di 165 Flinders Lane, l’edificio in stile neorinascimentale degli anni '20 all'angolo tra Flinders e Hosier Lanes. Creato da Andrew McConnell e Jo McGann, Apollo Inn è uno spazio intimo e invitante che prende spunto dagli intramontabili cocktail bar europei e prende il nome dall’originale pub che un tempo qui sorgeva, e dove oggi c’è il Gimlet at Cavendish House (della stessa proprietà).

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Apollo Inn offre una lista di cocktail ponderata di classici del vecchio mondo con una sensibilità del nuovo mondo, creata dal bar manager Cameron Parish. Imponente bancone e comodi divanetti, ispirazione all’eleganza degli anni '50 con un’aria di esclusività simile ad un locale riservato ai soli membri.

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Questo è solo un assaggio di quanto Melbourne abbia da offrire, la sua crescita enogastronomica qualitativa è costante e anno dopo anno i format mutano e nascono, gli chef arrivano qui per rivolgersi alla sempre più interessata platea di food lover confermando che si, Melbourne è la capitale gastronomica del paese e che vale davvero il viaggio.

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