Con la 19esima revisione dei PAT da parte del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo, pubblicata a marzo 2019 in Gazzetta Ufficiale, entrano nel gotha dei prodotti tipici sardi ben sette referenze.
I Prodotti
Ormai i Prodotti Agroalimentari Tradizionali sono 5155 in tutta Italia. Pensate ad un prodotto tipico della vostra regione e lo troverete nell’elenco. Nelle 5155 schede, messe a punto da ciascuna regione italiana, e suddivise in varie categorie merceologiche, la cui parte del leone è “Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria”, con oltre 1500 alimenti, troverete il nome del prodotto nei vernacoli locali, area e metodiche di produzione, la sua storia e cultura.Un patrimonio inestimabile e fonte di ispirazione per chef e cultori delle produzioni locali, che possono cosi scoprire produzioni di nicchia e di eccellenza, dalle paste regionali ai pani, dalle carni alle verdure, sino ai formaggi e ai dolci.
Vediamo quali sono i prodotti sardi che hanno ottenuto il marchio PAT, di cui l’Italia è l’unica a potersi fregiare tra l’altro; un bollino di qualità, tipicità e tradizionalità che spesso è il primo passo formale per candidare il prodotto a IGP o DOP. A coordinare l’accreditamento delle produzioni sarde, cha passano da 198 a 205, l’Agenzia regionale Laore insieme all’Assessorato regionale dell’Agricoltura.
Una bella sorpresa è il Biancospino, un formaggio caprino prodotto da oltre 25 anni in zone vocate quali il Sarrabus-Gerrei, Linas, Ogliastra e provincia di Nuoro. Il prodotto, di forma cilindrica, è a pasta molle e cruda e può essere consumato sia fresco entro le prime 48 ore, oppure dopo una stagionatura variabile fra i 15 e i 30 giorni; in tal caso si presenta a crosta fiorita, per cui anche la crosta, saporitissima, è edibile.
L’altro formaggio caprino registrato è l’Ircano, sempre prodotto con latte di capre di razza sarda allevate in Sardegna, a pasta molle e cruda. Il prodotto ha una caratteristica forma esagonale con crosta sottile e pasta bianca, molle, morbida, mantecata con odore e sapore leggermente aciduli e aroma tipico del latte di capra. Entrambi i prodotti erano stati messi a punto negli anni ’80 dall’Istituto Zootecnico e Caseario della Sardegna nel Sassarese e da allora prodotti nelle zone più vocate.
Vi sono poi i formaggi di pecora nera di Arbus, a breve, media e lunga stagionatura. La loro particolarità consiste sia nell’artigianalità delle produzioni, sia nel fatto che il latte provenga da una razza rustica di pecora sarda, la “pecora nera di Arbus” appunto, che viene allevata in questa zona del Medio Campidano. Attualmente è istituito presso il MIPAAF il registro anagrafico questa razza, unica al mondo, in cui risultano iscritti circa cinquemila capi allevati in una settantina di aziende. Oltre ai formaggi è stata iscritta anche la Ricotta di pecora nera di Arbus che, come per i formaggi, beneficia dei sapori unici conferiti al latte dal pascolo brado in un’area incontaminata e ricchissima di benefici endemismi vegetali.
È stata poi ammessa un’altra varietà di agrumi: il Limone dolce di Muravera. Va ad aggiungersi all’Arancio Washington Navel di Muravera, all’Arancio tardivo ed altri. Sebbene la produzione agrumicola risalga almeno all’Ottocento fu dagli anni ’60 del Novecento che vennero apportate delle innovazioni colturali importanti e nacque anche la Sagra degli Agrumi, quest’anno al traguardo della 47esima edizione.
Chiudono l’elenco due dolci. Le celebri Pastillas, pasticcino a base di pasta di mandorle, glassato e confezionato in carta velina colorata come se fosse una caramella, che si produce esclusivamente nella città di Iglesias, nel sud-ovest dell’Isola. E infine S’Aligu, prodotto che assomiglia ad uno squisito biscotto, di forma romboidale, a base di miele, mandorle, buccia d’arancia, lavorati a lungo; è caratteristico di Silanus, borgo della provincia di Nuoro.