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Modbar sbarca nel tempio dei dolci di Fabrizio Fiorani: come evolve il rito del caffè

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La seconda tappa di Modbar in Italia per mostrare tecnologia, efficienza e un nuovo rapporto con il cliente: le macchine del caffè più performanti di sempre approdano nel tempio dei dolci del pasticcere Fabrizio Fiorani al W Rome.

Modbar approda da ZuccheroxFabrizioFiorani

La giornata dedicata a raccontare il mondo Modbar è iniziata alle 12:30 di lunedì 17 aprile con un light lunch presso il W Rome, uno degli ultimi alberghi nati in zona Via Veneto che vanta un ristorante guidato dallo chef 2 stelle Michelin Ciccio Sultano e dal resident chef Nicola Zamperetti e uno spazio interamente dedicato al dolce gestito da Fabrizio Fiorani, best pastry chef Asia nel 2019. Sono state dunque queste due location, Giano restaurant e ZuccheroxFabrizioFiorani, le cornici della presentazione e dimostrazione delle macchine del futuro di Modbar.



Dopo una serie di appetizers, prende la parola Federica Sopracase, organizzatrice dell’evento, sottolineando il tono conviviale con cui si vogliono descrivere queste macchine. Lascia quindi la parola alla responsabile dello sviluppo strategico mondo Giulia Spanio, la quale introduce il team presente e la storia di Modbar.


Modbar è una startup americana, nata come tutte le innovazioni da un progetto di due amici in un garage. L’obiettivo era quello di creare un sistema modulare under counter per abbattere le barriere tra barista e cliente nascondendo sotto il bancone le complessità di una macchina tradizionale. Prima privatamente e poi pubblicamente, l’azienda storica produttrice di macchine da caffè attiva dal 1927, La Marzocco, ha finanziato il progetto fino a diventare oggi sede della produzione delle macchine Modbar in provincia di Firenze.


Ma in cosa differiscono principalmente queste macchine? Il punto forte, oltre indubbiamente all’estetica, è la versatilità. Le macchine si adattano ad ogni spazio architettonico e di design permettendo personalizzazioni di ogni genere. I moduli, elegantemente disposti sul bancone danno spazio all’interazione tra il barista e il cliente creando una sensazione di apertura che permette una visione totale sul flusso di lavoro del barista e sulle sue preparazioni di caffetteria. Il colore può essere scelto direttamente dal pantone per inserire a proprio gusto la macchina come un vero e proprio oggetto di arredo. Unico vincolo è solo la presa di corrente, nulla più, diventando una soluzione anche per dinamiche mobili quali banqueting, carrelli servizio etc.



Secondo punto unico nel suo genere è la trasparenza, il dialogo davanti e al di là del banco. A questo vuole rimandare il progetto originario, un design minimal che permetta un rapporto con il cliente ottenendo allo stesso tempo più superficie utile. Come nel caso di Zucchero x Fabrizio Fiorani all’interno del W Rome. Un’unica sala con una tavola rotonda al centro dotata di due macchine Modbar per l’espresso, una per il pour over e una lancia vapore.


La scelta di Modbar è motivata dallo stesso Fabrizio Fiorani per quattro peculiarità che le distinguono: estetica, praticità, tecnologia applicata e replicabilità. Per questo sono state personalmente scelte dal migliore pastrychef d’Asia per il suo locale.


Un locale che ama definire una “boutique”, le quali vetrine affacciano direttamente su queste macchine del caffè. L’estetica e la comodità di avere solo due bracci sul piano e le sue ottime performance che riescono a soddisfare le colazioni per le 162 camere dell’albergo pentastellato.


A chiudere in bellezza l’incontro una dimostrazione delle potenzialità del caffè Modbar e della genialità del pastrychef Fiorani: un maritozzo gigante ripieno di crema al caffè; delle praline dalla forma e dal gusto di chicchi di caffè; l’insospettabile rossetto al gusto lampone e cioccolato; un gelato alla vaniglia affogato al caffè espresso; occhiali che in realtà sono un tiramisù (della sua linea falsi d’autore) e dulcis in fundo, una crema montata al momento servita sul braccetto della macchina del caffè. Un connubio più che vincente.




Terzo e fondamentale punto, la tecnologia. Non stiamo parlando di un prodotto di marketing, ma di una macchina affinata nel tempo capace di soddisfare volumi pari ad una macchina standard a cui siamo abituati. Le macchine di Modbar sono diverse: due configurazioni espresso, una per il pour-over e un sistema a vapore. “Possono essere anche qualcosa di più del caffè. Possono essere latte, tè, cioccolato caldo” afferma Giulia Spanio evidenziandone le potenzialità. Inoltre, la possibilità di utilizzarle in modalità manuale o programmata. Dispongono infatti di svariate ricette che vengono portate avanti in autonomia dalla macchina lasciando modo all’operatore di concentrarsi su più clienti e operazioni.


Possiamo affermare con molta onestà che noi italiani, detentori della moka, siamo un po’ restii ad una macchina che si apre ad un caffè filtro (pour over) e più in generale ad una macchina totalmente ripensata rispetto alle classiche. Ma come sostiene il responsabile commerciale Europa Alessandro De Luca, il mercato italiano è pronto. Un altro mondo è quello che ci si presenta davanti, un modus internazionale che si adatta alla richiesta del consumatore.


A testimonianza di ciò, Modbar è presente in tutta Italia e nel mondo. Facendo focus su Roma lo troviamo da Casa Manfredi, Jacopa, al nuovo locale di Sant’ Eustachio, al pub Treefolk's, da Retrobottega, al Ritum, al nascente hotel Bvlgari e qui al W Rome. La presentazione ha sicuramente riscosso successo per i suoi invitati. Tra loro non solo esperti della torrefazione, ma proprietari di locali, influencer e architetti. Ogni aspetto tra estetica, gusto, versatilità ed efficienza è stato soddisfatto. Curiosità e fascino per questa nuova dimensione del caffè che è Modbar.

*Contenuto con finalità promozionali

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