Discreto e riservato per natura, Aubert de Villaine parla raramente ai media, ma nel momento in cui sta per passare il testimone ha voluto concedere a Le Figaro un'intervista esclusiva.
L'intervista
Anche la più prestigiosa delle cantine deve affrontare le sfide del tempo: riuscire a trasmettere la conoscenza vitivinicola, prevedere i rovesci climatici, far fronte alle speculazioni del mercato. Dinamiche che contraddistinguono la quotidianità delle piccole realtà produttive e delle grandi aziende, come nel caso del Domaine de la Romanée-Conti. Discreto e riservato per natura, Aubert de Villaine, che da tempo gestisce le attività della tenuta, ha deciso di raccontare alcuni suoi spunti di riflessioni, partendo dall’esplicito supporto verso la prossima generazione, rappresentata da Perrine Fenal, figlia di Lalou Bize-Leroy (Proprietario e viticoltore di Domaine Leroy e Domaine d'Auvenay, e azionista di Domaine de la Romanée-Conti) e da suo nipote Bertrand de Villaine.Aubert de Villaine chiude con una riflessione sul prezzo dei vini: “La nostra missione rimane quella di fare grandi vini. Cerchiamo di controllare il più possibile la nostra distribuzione, grazie a numeri di cassa, numeri di bottiglia, con follow-up al consumatore finale, al fine di limitare le speculazioni e lo facciamo nella maggior parte dei casi ma ciò che accade dopo sul mercato ci sfugge in alcuni casi. Per fortuna se contiamo le bottiglie che effettivamente vanno sul mercato speculativo, il loro numero rimane minimo”.
Fonte: lefigaro.fr
La foto di copertina è tratta dal docu-film L’Âme du Vin