L’inaspettato e improvviso successo attraverso il delivery food di un piatto inventato da ormai dieci anni. Anche se “sbagliata”, la cotoletta alla milanese ha un forte appeal territoriale e identitario che ha fatto schizzare le consegne in tutta Italia.
La Notizia
In Italia, da pochi mesi, spopola la cotoletta “sbagliata” alla milanese. Questa è nata dieci anni fa, nel 2012, da una intuizione geniale e fantasiosa dell’imprenditore Matteo Stefani, chiamato in aiuto dal macellaio di fiducia per terminare una partita di braciole di maiale in eccesso. Stefani ha sostituito il vitello con il suino, il limone con l’arancia e il pangrattato con il panko, panatura tipica giapponese, mixandola a scaglie di mandorle. Rilanciando in modo originale uno dei piatti della tradizione meneghina, nello stesso modo in cui il Negroni “sbagliato” ha rivitalizzato uno dei cocktail italiani più apprezzati al mondo, il piatto ha da subito riscosso un clamoroso successo ed è di fatto diventato un must durante il lockdown.“Qualcosa ci si doveva inventare ed allora decidiamo per il delivery” spiega Stefani. Le consegne su larga scala sono iniziate a settembre e in soli 5 mesi sono state consegnate 12 mila cotolette, tutte rigorosamente sbagliate. Un exploit incredibile per la “più giusta cotoletta alla milanese sbagliata”, così che viene reclamizzata sul sito anche.it. Oggi è possibile ordinarla a casa e riceverla in poche ore, grazie ad un servizio disponibile in tutta la Penisola.
La cotoletta sbagliata è stata inserita anche nei menù di tre locali a Milano, la micro-catena “Anche” di proprietà dell’imprenditore. Per lanciare questo nuovo business, frutto dell’inventiva e della creatività italiane, oltre che della voglia di soccombere ai contraccolpi economici inferti da covid-19, Stefani ha ricollocato i fondi inizialmente previsti per lo sbarco di “Anche”, in Cina, puntando su un prodotto fortemente identitario. L’imprenditore non ha comunque rinunciato ad aprire all’estero, in Cina e negli Usa, conscio del fatto che l’export di cibo italiano vale 40 miliardi. A lui va il merito di aver intercettato una nicchia di mercato con un altrettanto forte appeal economico. Infatti, il cibo a domicilio nel 2020 ha fatturato in Italia circa 800 milioni e, per l’anno in corso, le stime prevedono che si supererà il miliardo.
Credits foto copertina: La "cotoletta sbagliata". Fonte: La cucina italiana