L’investimento da un milione di euro ha consentito all’azienda agricola San Salvatore 1988 di aggiungere alla sua gamma di prodotti lo yogurt di bufala e attuare una mossa pioneristica, puntando sul mercato orientale.
La Notizia
Il latte di bufala, il Cilento e l’Oriente. Sono i protagonisti di una storia che parla di successo, capacità imprenditoriale e voglia di innovare. L’azienda agricola San Salvatore 1988 della famiglia Pagano ha infatti deciso, con una mossa pioneristica, di aggiungere alla sua gamma di prodotti che comprende vino, olio, frutta e mozzarelle lo yogurt di bufala, puntando sul mercato nazionale ma anche su quello internazionale. Le 500 bufale di proprietà che hanno a disposizione un’ampia zona di 150 ettari per pascolare, si nutrono solo ed esclusivamente di prodotti biologici. Ma ogni scelta in azienda è fatta con lungimiranza, per consentire la creazione di una vera e propria economia circolare messa in moto dall’energia derivante dall’utilizzo dei pannelli fotovoltaici, dalla presenza di un impianto di biogas che viene alimentato dal fertilizzante naturale ottenuto dai propri capi di bestiame.“Ci piacerebbe essere ambasciatori del nostro territorio, il Cilento, con la sua cultura del cibo che nasce da antiche tradizioni” confida Giuseppe Pagano, fondatore dell’azienda nata attorno al vino. Un territorio di grande importanza quello del Cilento, che è divenuto ad esempio oggetto di studio dello scienziato Ancel Kays che per primo introdusse il concetto di “dieta mediterranea” proprio studiando le abitudini della gente di questo luogo. Lo yogurt di bufala, il nuovo fiore all’occhiello della produzione aziendale, nasce dalla ricerca che da anni San Salvatore 1988 porta avanti con la facoltà di Scienze e tecnologie alimentari dell'università Federico II di Napoli: il risultato di tale percorso è rappresentato da un laboratorio ad alta tecnologia, costato più di un milione di euro, soldi investiti per acquistare i macchinari necessari per condurre in maniera accurata le ricerche per ottimizzare i prodotti. Attualmente è possibile realizzare ben 1.800 vasetti all’ora, mantenendo integre le caratteristiche organolettiche proprie dello yogurt, la cui durata è di ben 35 giorni e ha consentito di poter esportare anche i paesi lontani tale prodotto.
I primi vasetti sono giunti ad Hong Kong e in autunno giungeranno a Londra: “Hong Kong è la porta del mercato asiatico” afferma Pagano dichiarando in maniera esplicita i prossimi obiettivi dell’azienda che nel frattempo ha ampliato la propria offerta anche per quel che concerne l’accoglienza con due alberghi e tre ristoranti tra cui I Tre Olivi, affidato allo chef Giovanni Solofra, allievo di Heinz Beck. La nostra realtà ha raggiunto gli 11 milioni di fatturato complessivo, dei quali oltre 6 derivano dalla sola azienda agricola, anche se “aumentare questa cifra non è la nostra priorità al momento. Siamo focalizzati sulla commercializzazione di prodotti e in particolare dello yogurt, ma vogliamo anche dar continuità al lavoro di ricerca per migliorarlo. Lavorando in questo modo il raggiungimento dei risultati economici verrà di conseguenza” chiude Pagano.
fonte: ilsole24ore