Secondo i risultati di uno studio britannico che ha coinvolto per un anno e mezzo 61 aziende e 2900 lavoratori di diversi settori, ristorazione compresa, la settimana di quattro giorni porterebbe vantaggi a tutti, comprimendo lo stress e rilanciando la produttività.
Lo studio
La settimana lavorativa di quattro giorni è oggetto di dibattito in tutta Europa e potrebbe presto diventare un’opzione per salvare la ristorazione dalla carenza di manodopera. A suffragare questa ipotesi interviene ora un corposo studio effettuato in Gran Bretagna, i cui risultati sono destinati a far discutere.![](/upload/multimedia/brigata-3.jpg)
È firmato da un team di ricercatori delle università di Boston e di Cambridge, insieme all’istituto di ricerca indipendente Autonomy. Nel mese di giugno 2022 61 aziende britanniche appartenenti a diversi settori (manifattura, hôtellerie, finanza, formazione, non profit, cultura) si sono impegnate a ridurre in modo significativo l’orario di lavoro di 2900 dipendenti, a salario invariato. Ebbene la maggior parte degli imprenditori dichiara di non avere riscontrato alcun calo negli obiettivi di produttività programmati, secondo i risultati recentemente pubblicati.
![](/upload/multimedia/brigata-chef.jpg)
Al termine della prova di un anno e mezzo, le interviste ai lavoratori hanno testimoniato un calo significativo dello stress: il 39 si è dichiarato migliorato, il 71% meno a rischio burnout. Perfino le assenze per malattie e le dimissioni sono crollate, rispettivamente del 65% e del 57%. Tanto che per il 15% degli intervistati, nessun aumento di salario varrebbe a compensare il ritorno del quinto giorno al lavoro. Dal lato degli imprenditori, non si registrano perdite. I profitti sono anzi aumentati in media dell’1,4%, il 35% in più rispetto agli anni precedenti. Questo perché i lavoratori avrebbero evitato perdite di tempo e meeting infruttuosi, concentrandosi sulle proprie mansioni.
![](/upload/multimedia/brigata-chef2.jpg)
I modelli implementati nello studio sono stati diversi, secondo il settore di attività e le peculiarità organizzative, dal classico venerdì libero a formule “decentralizzate”, “annualizzate”, condizionate e variamente modulate. Non esiste infatti una soluzione universale, che sia valida sempre e ovunque. Resta il dubbio che nella ristorazione sia irrealistico coprire i costi in questo modo. “Ma se domandiamo agli imprenditori, molti di loro sono convinti che la settimana di quattro giorni si farà”, scommette il sociologo Brendal Burchell, coautore dello studio.
![](/upload/multimedia/Brigada-cucina.jpg)
Di fatto in molti stabilimenti austriaci e tedeschi questa è già una realtà: i dipendenti possono scegliere di lavorare solo quattro giorni, ma spesso si tratta di una declinazione del part-time o di un diverso modo di spalmare le consuete quaranta ore settimanali. Qualcosa di molto diverso dal cosiddetto “modello 100 80 100”, che prevede riduzione di orario a parità di salario.
Fonte: Rolling Pin
Trovi qui l'articolo cliccabile