Nel ristorante Téa del Kosmo l’orto è un atto che riduce l’impatto ambientale, educa alla stagionalità e restituisce ai piatti il sapore genuino della terra.
Ci sono luoghi in cui la montagna è ingrediente, guida e compagna di viaggio. Téa del Kosmo – “Téa”, in dialetto, significa baita – è uno di questi: un rifugio gastronomico a 1816 metri di altitudine, sospeso tra il silenzio delle cime di Livigno e il calore di uno spazio intimo e riservato custodito dal legno. Qui la cucina diventa narrazione di territorio alpino, responsabilità e creatività, grazie al talento dello chef Michele Talarico e alla visione e alla passione per l’accoglienza della padrona di casa Siria Fedrigucci.

L’orto coperto e l’orto a cielo aperto: autosufficienza in alta quota
La rivoluzione di Téa del Kosmo germoglia dalla terra. A 1816 metri, dove il clima è spesso ostile e le stagioni corrono veloci, l’orto diventa un manifesto di autonomia e sostenibilità. Qui, due orti, uno a cielo aperto di 30 metri quadrati e uno coperto di 20 alimentano gran parte della cucina, trasformando il ristorante in un organismo quasi autosufficiente: insalate, bietole, carote, sedano rapa, fragole, erbe aromatiche.

Nell’orto a cielo aperto crescono varietà più resistenti, in quello coperto, più raccolto e protetto, maturano invece le colture più delicate, come, insalate, bietole, erbe aromatiche. Ogni seme germoglia senza forzature, assecondando i cicli della natura alpina, che impone i suoi tempi. Il risultato è un raccolto che cambia giorno dopo giorno; così i piatti di Michele Talarico diventano espressione diretta del terreno in cui affondano le radici, sottraendosi alla logica della grande distribuzione e rafforzando una filiera cortissima, etica e trasparente. Nel ristorante Téa del Kosmo l’orto è un atto che riduce l’impatto ambientale, educa alla stagionalità e restituisce ai piatti il sapore genuino della terra. Ogni foglia raccolta e ogni radice estratta dalla terra portano in sé la forza delle Alpi, trasformandosi in ingredienti che raccontano la resistenza e la generosità della montagna.

La cucina di chef Michele Talarico
Formatosi alla scuola di Norbert Niederkofler, Michele Talarico abbraccia, interpreta e personalizza la cucina di montagna. Pugliese, classe 1991, nato a Corato e cresciuto tra i profumi della cucina di famiglia, oggi è lo chef di Téa del Kosmo. Nei suoi piatti dà voce alla montagna, trasformandola in racconto gastronomico. La sua è una cucina no-waste, in cui ogni parte dell’ingrediente trova una destinazione e ogni eccedenza diventa opportunità creativa. Emblematico il piatto “Carota in purezza”, nato da un surplus di un piccolo produttore: dalla radice al ciuffo, ogni frammento dell’ortaggio si traduce in ascolto, ricerca e rispetto.

Il legame con la Puglia non si è mai spezzato, ma è la montagna ad averlo conquistato. “Qui c’è la possibilità di crescere, di fare ricerca vera, di lavorare in sinergia con chi abita queste valli” – racconta lo chef. È in questo equilibrio tra radici mediterranee e altitudine alpina che si definisce la sua identità: una cucina che custodisce e rinnova, che trasforma il limite in forza e la montagna in linguaggio gastronomico universale.
La cella dei fermentati: il tempo come ingrediente
A Téa del Kosmo il dialogo con la natura non si interrompe mai, nemmeno durante i mesi più rigidi. Nasce così la cella dei fermentati, un ambiente in cui la natura continua a vivere sotto altre forme: fermentazioni, conserve, preparazioni che custodiscono la vitalità delle terre alte e la restituiscono nei mesi più freddi.
È un gesto antico, quasi rituale, che affonda le radici nella tradizione contadina alpina e che si rinnova in chiave gastronomica. La fermentazione diventa ponte tra stagioni, strumento di una cucina che non smette mai di dialogare con la montagna.

Quando l’inverno ricopre Livigno la dispensa di Téa del Kosmo restituisce al piatto i profumi dell’estate e l’intensità dell’autunno, ispirando lo chef Michele Talarico in nuove interpretazioni. Così, anche nei mesi più ostili, la natura resta protagonista: non sfondo, ma voce viva che guida ogni gesto di cucina.
La filosofia di Téa del Kosmo
La filosofia di Téa del Kosmo si fonda su una filiera cortissima: lo chef Michele Talarico seleziona piccoli produttori della Valtellina che condividono valori etici e ambientali, costruendo con loro relazioni autentiche, fatte di dialogo e rispetto reciproco. Ne nasce una rete virtuosa che promuove consapevolezza e restituisce dignità a chi vive e lavora in montagna, trasformando la cucina in strumento di economia circolare.



Scegliere una gastronomia etica e sostenibile, qui, significa ascoltare le stagioni e accogliere solo ciò che l’ambiente alpino offre: erbe spontanee, ortaggi coltivati a 1816 metri, prodotti della valle che raccontano la vita delle comunità locali. Significa anche custodire e reinterpretare tecniche ancestrali di raccolta, conservazione e fermentazione, per dare continuità alla natura, anche quando l’inverno stringe Livigno.
L’accoglienza di Siria Fedrigucci
Téa del Kosmo è esperienza, atmosfera, relazione e incontro. Siria Fedrigucci, padrona di casa di Téa del Kosmo, ha immaginato e creato un luogo in cui l’ospite è protagonista. La sala, intima e raccolta, accoglie dieci tavoli tra legno vivo, luci calde e un camino che scalda l’atmosfera. Ogni elemento della sala contribuisce a rendere la montagna parte integrante dell’esperienza, in un percorso di scoperta, partecipazione e condivisione.


Un futuro che parla alpino
Da Téa del Kosmo la montagna non è limite ma orizzonte creativo. È guida e fonte di ispirazione, radice identitaria e promessa per il futuro. Qui la sostenibilità non è retorica ma pratica quotidiana, che nasce dall’orto, si affida alla sapienza della fermentazione e si esprime in piatti che raccontano le Alpi con sincerità e fantasia.
Un progetto che parla il linguaggio della montagna, con la sua forza e la sua grazia: un invito a sedersi a tavola e ad ascoltarla, piatto dopo piatto.

Contatti
Téa del Kosmo
Via Bondi, 473/D, 23041 Livigno SO
Telefono: 346 115 2048