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Belrespiro, l’asador da soli 12 coperti che sorprende in Emilia-Romagna

di:
Manuel Marcotti
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Tra le colline della Val Luretta la casa si fa ristorante e ogni piatto è un racconto nel racconto: da Belrespiro cucina di passo, fuoco e piacentinità.

La storia, il luogo e la cucina

Tra i dolci pendii delle colline piacentine, in un tratto di valle dove anche Annibale e l’esercito cartaginese passarono, sfracellando i Romani nella storica battaglia della Trebbia, sorge Belrespiro: un angolo di piacentinità autentica, ma non tradizionale. Situato a Sarturano, frazione di Agazzano, questo spazio è nato dalla volontà di Chiara Beretta e Fabio Delledonne di restituire vita a un vecchio casolare: un ex annesso, mix di stalle e depositi, abbandonato per oltre vent’anni e ora trasformato in un luogo dove la convivialità e l’intimità del nucleo familiare si ammantano di un’aura sacrale.

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Il perfetto equilibrio tra spirito rustico e tocchi archeoindustriali ricercati anima ogni angolo. Tavoli disposti randomicamente nel giardino, sedie recuperate, frammenti palinsesto di memoria estetica ricomposti sui muri o nelle cornici: l’arredo racconta un kaos calmo, una filosofia di libertà, reminiscenza, semplicità. I menu, rigorosamente scritti a mano su pagine asportate da vecchi libri e impreziositi dalla creativa mano di Chiara con collage vintage, invitano gli ospiti a sentirsi parte di una storia di convivialità e condivisione.

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All’interno, la sala invernale accoglie al massimo dodici persone (quindici strette strette) attorno al focolare, dove l’anima del fuoco diventa essa stessa anima del luogo. All’esterno, il portico e il giardino sono pronti ad animarsi quando la stagione lo consente. Il ritmo dello scorrere lento si riflette anche nell’offerta gastronomica: ogni servizio propone piatti coerenti con la stagionalità, organizzati intorno al fuoco vivo e al forno a legna, sempre accesi, domati e controllati con innata e spontanea sapienza. Questo luogo non è solo un ristorante: è un progetto che unisce cucina e vita, dove l’ospitalità si fa cosa seria. Troppo facile sentirsi a casa, in famiglia.

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Chiara e Fabio: la coppia dietro alla magia

Chiara Beretta, diplomata in Scienze Politiche e appassionata di logica narrativa visiva (cura anche i menu artistici), e Fabio Delledonne, meccanico autodidatta diventato cuoco per inclinazione e istinto, sono l’anima del Belrespiro. Nessuno dei due aveva in mente una carriera gastronomica: cucinavano per gli amici, sperimentavano nei weekend, sognavano viaggi, erano curiosi del mondo. Fino a quando la vita – come sanno fare le cose belle di solito – ha messo sulla loro strada un’opportunità: rilevare una vecchia trattoria in paese, portarla avanti mantenendo vivo lo spirito del circolo ricreativo dove si ritrovavano.

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La cucina di Fabio è un inno all’autenticità: narcisismo zero, istintiva e al tempo stesso costruita su concetti precisi. È cucina del fuoco, brutalista, con contaminazioni regionali italiane e un gusto per le associazioni – tra ingredienti, tra idee, tra ricordi. Chiara ama creare atmosfera, cura la sala e i vini: il loro lavoro è una fusione naturale, che ogni giorno trova nuovi innesti creativi. I due hanno formato un laboratorio di vita: al mattino, la vita di famiglia; la sera, la tavola; il giorno dopo, di nuovo la casa. Le decisioni sono condivise, come la passione per il giardino, l’orto (seguendo ideali di coltivazione naturale, come quelli del metodo Fukuoka) e la scelta di fornitori sostenibili.

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I piatti e l’esperienza gustativa

La filosofia gastronomica del Belrespiro si nutre del fuoco – fisico e metaforico – e del rispetto per la materia. La brace viva domina i piatti simbolo: arrosti, carni, verdure grigliate e fumi che avvolgono sapori e memoria. Fabio parla di Castelfoegh, la sua griglia di ferro, come di un “castello del fuoco”: qui fanno la magia, dall’asado d’agnello allo stracotto, dalle verdure affumicate al pesce intero, come rombi e San Pietro.

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Tra i piatti forti figurano:

  • Anolini in brodo – l’unico piatto tradizionale piacentino, eredità materna, qui reinterpretato con sobrietà e rispetto.
  • L’Arancino reinventato nella “bomba del piro” – ispirata agli arancini siciliani, ma costruita con strati di costine affumicate e fonduta di Parmigiano: un boccone potente, concentrato ed evocativo.
  • Zuppa di morchelle e asparagi – legata con paté di fegato e uova di pesce, un gioco complesso di consistenze e rotondità.
  • Asparagi alla brace con emulsione di foie gras, salsa all’uovo e uova di pesce – un eccesso di sensualità culinaria.
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  • Capesante flambate in grasso di rognone – sapori suadenti, tecniche arcaiche e sottili.
  • Porri di Cervere alla brace con chimichurri “de noantri” – equilibrio tra freschezza, calore e umami.
  • Cochinita e spalla di maiale – avvolta in foglie di fico, marinata secondo una ricetta messicana, accompagnata da cipolle al sidro, burro agrumato, funghi ed emulsione beurre blanc con acciuga.
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Cotechini, patate e cipolle cotte nel forno a legna, servite con grappa e sidro oppure con panna cotta fatta con latte caramellato in teglia. Pane caldo fatto in casa, cipolle caramellate e paté di fegatini (d’anatra e coniglio, marinati con vino passito) chiudono il cerchio gastronomico, insieme ai dolci: meringhe al forno a legna, mousse al cioccolato con nocciole salate, zabaione, madeleines e ciambelline.

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Ogni piatto è un piccolo incontro con l’ingrediente: un invito all’ascolto e alla riflessione conviviale.

Info

Indirizzo

Belrespiro – Via Centrale 18 Sarturano (Emilia-Romagna, Italia)

• Telefono: 3283157448

Instagram qui

• Note: massimo 12‑15 coperti in sala; possibilità di cena nel giardino / portico; serata del mercoledì al tramonto attorno al falò senza prenotazione (affollata, si consiglia di arrivare presto).

Venirci significa varcare la soglia di una casa condivisa, di un luogo dove la cucina è cura, il convivio una forma di resistenza al tempo che scorre inesorabile.

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