Otto cabine di vetro sospese a 15 metri di altezza accolgono i commensali con un menu di nove portate che racconta le regioni della Costa Rica. Al San Lucas Treetop Dining ogni cena diventa un’avventura tra natura, cultura e sapori locali.
Quale bambino non ha mai sognato di vivere in una casa sugli alberi? Al San Lucas Treetop Dining questo desiderio diventa realtà anche da adulti. Immerso nella foresta nebulosa di Monteverde, in Costa Rica, il ristorante ideato dall’ingegnere civile e imprenditore alberghiero Diego Valverde – il cui nome sembra quasi evocare il verde che domina in ogni angolo di questo luogo – offre un’esperienza che è molto più di una cena: un’autentica avventura alla scoperta del territorio rigoglioso del Paese.
La struttura
A dieci metri di altezza, otto cabine di vetro sospese tra gli alberi accolgono i commensali, offrendo una vista senza filtri sulla foresta e sul cielo. Qui viene servito un menu degustazione di nove portate, ciascuna ispirata a una delle nove regioni della Costa Rica, trasformando la serata in un vero e proprio viaggio gastronomico. Per raggiungere le piattaforme, ognuna arredata con un unico tavolo per mantenere l’attenzione sul paesaggio circostante, si percorrono passerelle sospese che richiamano i celebri ponti e le zip line di Monteverde, simboli dell’ecoturismo locale. “Monteverde è sinonimo di nebbia, ponti sospesi e della sensazione di stare sopra la foresta. Le piattaforme vogliono catturare proprio questo: essere sospesi nell’aria, circondati dal fruscio delle foglie e dai suoni notturni della natura”, racconta Valverde alla BBC.
Il menu
Il San Lucas propone quattro tipologie di menu – standard, pescetariano, vegetariano e vegano – tutti basati su ingredienti locali: dal pesce del Golfo di Nicoya alle verdure e ai frutti coltivati nelle diverse regioni, fino alle spezie che raccontano la biodiversità del Paese. Il viaggio inizia da Puntarenas per approdare a Monteverde, accompagnato da un piccolo “passaporto” che guida i commensali alla scoperta delle province attraverso mappe, curiosità e dettagli culturali. L’esperienza è studiata nei minimi particolari, grazie anche al contributo di Alejandra Brenes, psicologa specializzata nel comportamento dei consumatori gastronomici e nella neuroscienza delle esperienze sensoriali.
Nulla è lasciato al caso: dalla temperatura della sala al ritmo della musica, dal design dei piatti alla disposizione del cibo, ogni dettaglio è pensato per amplificare la percezione del gusto. Come scrive la giornalista Carla Rosch per la BBC, che ha raccontato la sua esperienza: “Ogni portata non solo rendeva omaggio a una provincia diversa, ma era accompagnata da aneddoti e storie su come la geografia abbia plasmato la cucina, trasformando la cena in un racconto personale e culturale.” Nato nel 2019, il progetto ha richiesto anni di perfezionamento per diventare ciò che è oggi: un vero e proprio parco avventura gastronomico sospeso tra gli alberi, dove il cibo diventa linguaggio, territorio e memoria. Un’esperienza che, come il Paese che la ospita, si può riassumere in due semplici parole: Pura Vida.
