Con la tappa a Sant’Angelo dei Lombardi, nel cuore dell’Alta Irpinia, ha preso il via la nona edizione del festival Irpinia Mood. Un percorso che attraversa la terra irpina tra cultura, cucina e territorio.
L’INIZIATIVA
Immaginate di salire a bordo di un treno storico. Non un semplice mezzo di trasporto, ma una macchina del tempo capace di riportare indietro, tra i paesaggi dolci, incontaminati e selvaggi dell'Irpinia. Questo viaggio, il primo capitolo della nona edizione di Irpinia Mood – Food Festival 2025, inizia così. Un progetto nato per raccontare e valorizzare il patrimonio enogastronomico della provincia di Avellino, che negli anni si è trasformato, diventando "un dispositivo culturale più ampio, in grado di dialogare con il presente e costruire nuovi modi di pensare il cibo, i territori e le economie locali".

Tema di questa edizione è il "Cibo Sovrano". Non una definizione da imporre, ma una domanda da esplorare. Una profonda riflessione sul cibo inteso come bene comune, sul legame tra produzione e autodeterminazione, e sul ruolo vitale delle filiere consapevoli in una nuova ecologia del gusto. "Cibo Sovrano non è una celebrazione identitaria, ma un invito a ripensare le scelte quotidiane, dal seme alla tavola”, racconta Alessandro Graziano, CEO di Visit Irpinia. Un approccio che cerca di crescere "senza snaturarsi", partendo da una "visione territoriale, ma non localistica".

IL VIAGGIO
La giornata inizia presto, alla Stazione Ferroviaria di Avellino. L'Irpinia Express è in attesa per un tour che promette scoperte. Mentre il treno percorre la campagna si riesce a sentire l'energia di chi partecipa a qualcosa di speciale, un "percorso che attraversa l’Irpinia tra cultura, cucina e territorio". L’arrivo a Sant'Angelo, e la successiva tappa presso l'Abbazia del Goleto, porta a raggiungere un luogo intriso di spiritualità e storia, un punto simbolo del Cammino di San Guglielmo. Poi via nuovamente, alla volta del Castello degli Imperiale. Qui, all'interno del Museo dell'Opera, si ritrova l’anima irpina, un affascinante intreccio tra Medioevo e modernità. Ogni pietra, ogni oggetto, sembra sussurrare racconti antichi, strade passate e affascinanti.


E se il viaggio racchiude natura, tradizioni e passato, la parte culinaria è senza dubbio il tassello ideale per completarlo. A esprimerlo, in un momento di grande piacevolezza, un pranzo a "quattro mani", firmato dallo Chef Mirko Balzano, direttore artistico di Irpinia Mood, e dalla chef Cinzia Mancini di Bottega Culinaria (San Vito Chietino, CH). Non un semplice pasto, piuttosto una narrazione attraverso il cibo.

Un menù dalla struttura classica – antipasto, primo, secondo e dolce – ma con l’unicità di "cluster tematici della giornata: olio e cereali". È Mirko Balzano a spiegare questa idea: "abbiamo scelto olio e cereali perché rappresentano due fili lunghi della nostra storia, ingredienti che ci riconnettono al gesto originario del nutrire". Ma la domanda che pongono è cruciale: come nutrire oggi? "Con attenzione, consapevolezza e rispetto per ciò che accade prima e dopo il piatto". Una visione in cui "la cucina può diventare un luogo di responsabilità”.


Due le portate ideate dallo chef Balzano, con la volontà di servire in tavola piatti in grado di parlare il linguaggio del territorio e della contemporaneità: una pasta integrale allo scarpariello, realizzata con pasta biologica, e un vitello con sedano rapa e scarola al cartoccio. Piatti pensati, specifica lo Chef, per "valorizzare la materia prima locale senza eccessi, con un linguaggio gastronomico leggibile e contemporaneo". Poi ecco arrivare il tocco della chef Cinzia Mancini, con proposte che riflettono il suo "legame profondo con il vegetale, la sostenibilità e l’introspezione gastronomica". L’antipasto è un omaggio ai luoghi della sua vita: carciofi di Cupello affumicati, accompagnati da un'emulsione di olive sotto sale e una nota di cardo.


Il dolce, "Pane, latte e zucchero", una rilettura emozionante di un gesto semplice, ovvero quello legato alla merenda d'infanzia: un pancake ottenuto da pane avanzato, preparato con farine evolutive abruzzesi, presentato con formaggio vegetale estratto dal latte di grano. Un inno alla creatività che nasce dalla consapevolezza e dal rispetto. Infine, il pane che ha accompagnato il pranzo, un bauletto di saragolla a lievito madre, opera del Forno contemporaneo di Guglielmo Capaldo, scelto per la coerenza con l'idea di cereali identitari ottenuti con "tecniche rigenerative". A pancia piena, e mente ricca di nuove bellezze, si risale a bordo dell'Irpinia Express. Un rientro che porta con sé non solo il sapore dei piatti, ma soprattutto la sensazione di aver partecipato a qualcosa di più grande: un progetto che vuole trasformare il patrimonio enogastronomico, in un motore di sviluppo sostenibile, valorizzando la biodiversità locale e rafforzando la competitività del territorio nel panorama nazionale e internazionale.

LE PROSSIME TAPPE
Le prossime tappe a Paternopoli (5 luglio, focus sugli ortaggi), Laceno (27 luglio), Mercogliano (10 agosto, Santuario di Montevergine) e il festival principale ad Avellino (28-31 agosto) promettono di continuare questa esplorazione. Un progetto ambizioso, un modo per "costruire, attraverso l’enogastronomia, una nuova narrazione culturale del territorio", invitando a "ripensare come le tradizioni locali possono dialogare con le sfide della produzione contemporanea".
