A Roma, da Eataly Ostiense, il secondo appuntamento di Appetuto Social Dinner con il Vlogger toscano e chef de La Stüa De Michil di Corvara.
Lo scorso novembre vi abbiamo raccontato il primo episodio di quello che ha tutti i presupposti per essere un format vincente: Appetuto Social Dinner. Il secondo appuntamento si è svolto a Roma, all’interno di Eataly Ostiense, nel ristorante Terra al secondo piano del megastore amato dai gourmands e spesso anche meta di pellegrinaggio turistico. I protagonisti sono Francesco Zini, vlogger (crasi di video e blogger, una persona che si racconta o racconta esperienze tramite video, ndr) che tratta di ristorazione e cibo e visita locali di tutti i tipi in Italia ma anche all’estero, e Alessio Ferraro, chef de La Stua de Michil, una stella Michelin a Corvara.


Insieme hanno deciso di rendere concreto il virtuale: chi apprezza e segue sui social Zini ha avuto infatti la possibilità di incontrarlo ma soprattutto approcciare l’alta cucina, o almeno il suo livello d’ingresso, in maniera leggera, divertente e non inarrivabile da un punto di vista economico. La cena ha visto coinvolti commensali di tutte le età e - a sorpresa di chi scrive - l’età media era più verso i 40 anni che i 20. Tra gli ospiti da sottolineare l’arrivo da Andorra (!) di un signore di mezza età, fan di Zini, già presente al primo appuntamento di Torino. Tra un piatto e l’altro non è mancato l’intrattenimento guidato da Tommaso Cuozzo, terzo organizzatore dell’evento, che ha coinvolto gli ospiti con domande, giochi a premio, gare d’impiattamento e musica.

I piatti
Dopo pane caldo e burro montato, il pasto si è aperto con una crêpe di patate e una spuma leggera di bufala a nascondere una tartare di manzo. Un inizio delicato e confortevole. Come primo piatto sono stati proposti dei ravioli al coq au vin, realizzati a mano nella giornata che ha preceduto l’evento da Alessio Ferraro e la sua mini-brigata che l’ha accompagnato a Roma per l’occasione. I ravioli sono stati serviti insieme a un bicchierino di brodo di cipolla e yuzu kosho, un condimento giapponese a base di pasta di peperoncino e buccia di yuzu, agrume orientale. Funzione del brodo era quella di esaltare gli aromi del ripieno di galletto dei ravioli.


A seguire è stato servito un riso con animelle dal carattere forte e sostanzioso. La portata principale invece ha sorpreso per l'equilibrio tra i diversi sapori e per golosità: maiale, nduja e carciofo. A chiudere: panna, fragole e Champagne in un’interessante versione con le bollicine francesi ghiacciate e gelatinizzate.



Sicuramente non una classica cena ma un ambiente rilassato con un’atmosfera più che conviviale, la possibilità di poter sbirciare l’impiattamento grazie alla cucina a vista. Chissà se dopo Torino e Roma non seguiranno altri appuntamenti. E si sa, non c’è due senza tre…