Cheikhou Oumar Baldé aveva solo 17 anni quando lasciò Fouladou, un villaggio remoto nel sud del Senegal, per ricevere cure mediche adeguate contro una grave forma d’asma. La sua famiglia, pur di salvargli la vita, vendette una proprietà per comprare un biglietto aereo. Era solo l’inizio di un lungo percorso fatto di ostacoli, ma anche di incontri preziosi che avrebbero cambiato il corso della sua vita.
Foto di copertina: @catalunyaplural, Victor Saura
Senza casa né documenti: i primi anni a Barcellona
Dopo un breve periodo a Granollers con uno zio, Oumar si ritrovò da solo, senza documenti e senza un tetto. A Barcellona bussò alle porte di diverse ONG, ma senza risultati. Dormiva all’aperto, mangiava quando poteva e si muoveva solo a piedi perché non poteva permettersi i trasporti pubblici. Durante un attacco d’asma in un parco, fu salvato da uno sconosciuto che chiamò i soccorsi. Quei giovani del 112 e il medico che lo accolse al Sant Pau, donandogli due inalatori e scrivendo una lettera per Caritas, sono ancora oggi tra le persone che lui definisce “angeli”.

La svolta con El Llindar
Grazie a quella lettera, Oumar trovò ospitalità in un centro per minori. Dopo ulteriori disavventure, fu indirizzato a El Llindar, una scuola di seconda opportunità che forma ragazzi esclusi dal sistema tradizionale. Qui scoprì la sua vocazione per la ristorazione, ispirato dal padre che era stato cuoco in Mauritania. Anche se non poté fare uno stage per via della mancanza di documenti, si distinse per impegno e passione, tanto da ottenere un lavoro al ristorante-scuola El Repartidor e, poco dopo, il permesso di soggiorno.
La Pau: un ristorante, una famiglia

Nel 2022, Oumar è diventato maître del ristorante La Pau, aperto dalla fondazione El Llindar per offrire un primo impiego ai suoi studenti. Oltre a coordinare il servizio, accoglie i clienti e guida i giovani colleghi come fossero una famiglia. “Voglio che qui si sentano al sicuro. Le loro vite non sono facili e io cerco di capirli, proprio come altri hanno fatto con me”, racconta a La Vanguardia.
Restituire ciò che ha ricevuto
La sua missione però non finisce lì. Sempre nel 2022, ha aperto il primo dei tre ristoranti a Mboro, in Senegal, impiegando ragazzi in condizioni di fragilità sociale o economica. “Ho copiato l’esempio di La Pau e El Llindar. Le persone che vivono lì spesso rischiano la vita per arrivare in Europa. Se non creiamo alternative, continueranno a farlo”, spiega. Il suo prossimo obiettivo? Aprire una scuola di seconda opportunità gratuita nel suo Paese d’origine.


Un uomo, tanti eroi
Oumar non sogna fama o riconoscimenti. I suoi modelli sono il passante che gli salvò la vita, i medici che lo aiutarono, i professori che gli diedero fiducia e la compagna che gli portò da mangiare durante il lockdown. “Ora voglio essere io quell’aiuto per gli altri”, conclude.