Il top chef ha ammesso di trovare l'atmosfera dei suoi locali "troppo elegante" e di sentirla distante dal suo "stile". "Ci sono andato due volte anche con i figli, ma non fa per me, è tutto così snob! Crei tu queste attività e poi non riesci nemmeno a starci seduto dentro".
Gordon Ramsay: tra impero culinario e radici umili, la rivelazione sul perché non mangia nei suoi ristoranti
Figura iconica della ristorazione internazionale, lo chef britannico Gordon Ramsay, 58 anni, ha recentemente svelato un retroscena sorprendente sul suo rapporto con gli acclamati ristoranti che portano la sua firma. Nonostante un impero che conta ben 34 locali nel solo Regno Unito, con il fiore all'occhiello del "Gordon Ramsay" di Chelsea insignito di tre stelle Michelin per oltre due decenni, lo chef ha confessato di non frequentare volentieri i suoi stessi templi del gusto. In una sincera conversazione nel podcast "The Savoy Originals", Ramsay ha rivelato di aver cenato in uno dei suoi ristoranti in sole due occasioni negli ultimi 25 anni: per celebrare il sedicesimo compleanno della figlia Megan e per una cena in compagnia dell'attore Bradley Cooper.

Con la consueta schiettezza, parlando con il conduttore Alex Zane, ha ammesso di trovare l'atmosfera dei suoi locali "troppo elegante", sentendola distante dal suo "stile" (come riporta qui il Daily Mail) "Non fa per me, è troppo snob! Sembra strano, vero? Costruisci tu queste fottute attività e non riesci a starci seduto dentro." L'aneddoto ha offerto a Megan, come raccontato dallo stesso chef, una nuova prospettiva sulla sua severità e sull'importanza che attribuisce alla dedizione nel lavoro. Il degustazione del Ristorante Gordon Ramsay, con le sue creazioni sofisticate come la tartare di manzo con tuorlo d'uovo confit affumicato e la mousse all'aglio selvatico, testimonia il livello della cucina che lo chef propone; un universo gourmand che, paradossalmente, non rispecchia la sua personale inclinazione.


Riflettendo sulla sua infanzia tutt'altro che agiata, Ramsay ha attribuito proprio a quelle difficoltà le fondamenta del suo successo. "Cucchiaio d'argento? Non avevamo nulla di argenteria in casa, quindi non c'era alcuna possibilità che accadesse," ha ricordato con la sua tipica verve. "Nato con quella comodità, avrei ottenuto ciò per cui ho lottato oggi? Non credo. Perché sono incontaminato." Cresciuto in quattordici diversi quartieri popolari, spostandosi attraverso la Scozia prima di stabilirsi a Stratford-Upon-Avon, Ramsay ha reso omaggio alla resilienza di sua madre, costretta a "fare tre lavori" per mantenere i suoi quattro figli. Ha rievocato episodi di emarginazione, come le umiliazioni subite in coda per i buoni pasto, in netto contrasto con le vacanze all'estero dei coetanei, relegate a località balneari britanniche meno esotiche. Queste esperienze, tuttavia, hanno forgiato il suo carattere e la sua determinazione a superare le avversità. "Sei stato etichettato e poi capisci che quell'impronta sul tuo personaggio è già semi-disfunzionale, perché vuoi impegnarti per uscire da quello stereotipo. E penso di aver fatto proprio questo."

L'esempio materno e il desiderio di non replicare le dinamiche familiari paterne sono stati potenti motori per la sua ascesa. "Ho preso ispirazione da mia madre. Ho capito che non è così che voglio vivere la mia vita. Ho visto come mio padre ha cercato di educarci e tutto il resto. L'analogia perfetta per fare tutto al contrario. E così impari a migliorarti fin da piccolo, a 14 o 15 anni, quando il cibo era considerato il minimo. Siamo cresciuti con la pignoleria perché non avevamo scelta." Il trasferimento a Londra all'età di 19 anni e l'apprendistato sotto l'influenza dello chef Marco Pierre White hanno rappresentato tappe cruciali nella sua formazione. Descrivendo White come un "Picasso" della cucina, Ramsay ha sottolineato come quell'esperienza abbia arricchito il suo bagaglio professionale ben oltre le tecniche culinarie.

Nonostante il suo straordinario successo, Ramsay ha chiarito di non essere entrato nel mondo della ristorazione per ambizioni puramente economiche, bensì spinto da una genuina "passione, dedizione ed entusiasmo". A 40 anni, forte di tre stelle Michelin, numerosi ristoranti e una famiglia unita (con la moglie Tana ha sei figli: Matilda, Megan, Holly, Jack, Oscar e Jesse), ha intrapreso anche la sfida del triathlon. E a 58 anni, l'energia e la determinazione di Ramsay non mostrano segni di cedimento. Alla domanda su un possibile ritiro, ha risposto con il suo inconfondibile stile: "Che cazzo farei se mi ritirassi in campagna? Ho tutto sotto controllo. Mi godo tutto quello che faccio. E mi sveglio la mattina con qualcosa che ho sempre desiderato fare. E cioè che ho una scelta nella vita."