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Grand Hotel et de Milan: il nuovo corso è Made in Campania con Gennaro Esposito al Don Carlos

di:
Leonardo Samarelli
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Gennaro Esposito dà voce alla sua filosofia con un suo fedelissimo, Francesco Potenza, executive chef dell’albergo che è riuscito a creare un legame solido tra Napoli e Milano.

Crediti fotografici: Lombardia Secrets, Garofalo

L’hotel

Quasi due secoli di storia rendono il Grand Hotel et de Milan un’icona dell’hôtellerie italiana. Fondato nel 1863, l’albergo a cinque stelle è diventato nel tempo dimora di personaggi illustri attratti dal fascino elegante, intimo e aristocratico che ancora oggi caratterizza il palazzo nobiliare gestito da tre generazioni dalla famiglia Bertazzoni.

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La storia del Grand Hotel è conosciuta anche fuori dai confini nazionali, infatti non è così raro vedere turisti che si fermano di fronte all’ampio ingresso per fare una fotografia di quel hotel che per molti anni è stata anche la casa del maestro Giuseppe Verdi, che tra queste mura compose molte delle sue opere.

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Un albergo che sfida le moderne e contemporanee strutture ricettive odierne rimanendo ancorato a quel concetto di casa aristocratica che ferma il tempo grazie a tessuti, opere d’arte e mobili antichi presenti nelle 95 camere (di cui 23 tra suite e junior suite) a disposizione. I dettagli d’epoca ottocentesca regalano bellezze inusuali alle diverse stanze, ognuna arredata con un mix unico di quadri e oggetti che non si ripete mai; una controtendenza rispetto alla standardizzazione di gran parte degli alberghi, spesso anche di lusso.

La proposta gastronomica

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Nel 2023 il Grand Hotel et de Milan ha deciso di rivoluzionare la proposta culinaria interna e nel farlo si è rivolta a uno dei nomi più blasonati dell’emisfero gastronomico nostrano: Gennaro Esposito. Con le due stelle Michelin che incoronano da anni il suo lavoro al ristorante Torre del Saracino a Vico Equense, lo chef campano è stato bravo nel portare gli stessi valori – riassumibili in rispetto della tradizione e memoria del gusto – negli ambienti lussuosi dell’albergo milanese. A settembre del 2023 si sono aperte le porte del Caruso Nuovo Bistrot, un’insegna concreta e divertente che celebra l’alleanza Napoli-Milano in piatti come Tortello ripieno di bufala con asparagi bianchi di Bassano, provolone del monaco Dop e salsa all’arancia o signature di Esposito tra cui la Minestra di pasta mista con pesce di scoglio.

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A fare le veci di Gennaro troviamo sempre un campano doc, Francesco Potenza, brillante chef che si è insediato perfettamente nella realtà senza tempo del Grand Hotel. Così a un anno di distanza dall’inaugurazione del bistrot, il progetto gastronomico si è ampliato anche al Don Carlos (il ristorante gourmet della struttura), sempre sotto la salda guida di Potenza. “Entrare al Grand Hotel et de Milan è stata una bella sfida considerata la storia dell’albergo – racconta lo chef campano –. Una sfida stimolante che richiede uno sforzo continuo in termini di ricerca e costanza, ma se riesci a capire la clientela e incanalare il giusto mood, poi è tutto più facile”. Nel menu sono diversi gli accenni a Giuseppe Verdi che nel suo lungo soggiorno nell’hotel milanese ha rivelato ampiamente i suoi gusti culinari. La carta per esempio è divisa in atti in onore del compositore, al quale è dedicato anche un menu degustazione di sei portate (al costo di 120€).

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I piatti

Il concetto del Don Carlos è in linea con la filosofia dell’hotel. L’obiettivo è infatti quello di ricreare un salotto aristocratico – non a caso per entrare si suona il campanello – dove appena varcata la soglia sembra di essere inghiottiti in un’altra epoca. Una sala dove l’arredamento, caratterizzato dai toni del verde bosco e del rosso intenso, favorisce una discreta intimità. In sottofondo le opere musicali di Giuseppe Verdi allietano l’atmosfera così come i piatti che creno quel trait d’union tra Milano e Napoli, tra tradizione e contemporaneità, con una carta vini che annovera oltre 400 etichette.

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L’inizio è nel segno del vegetale, con un Cavolfiore cotto nel latte e scottato sulla brace, adagiato su una base di caramello salato e ultimato con olio aromatico alle erbe e Castelmagno. Una bella lavorazione che favorisce le note umami che esaltano la portata. Si prosegue nel segno green con Vespri Siciliani – in omaggio a una delle sinfonie di Verdi –, dove a essere protagonista è un Carciofo alla brace con emulsione al latte e citronella, menta e liquirizia. “Valorizziamo tanto le verdure sia per un motivo salutistico sia per ridare quel concetto di aristocrazia delle tavole di una volta che erano imbandite di ortaggi”, commenta Francesco Potenza.

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Nell’ultimo antipasto è la selvaggina a essere protagonista con un’Anatra in doppio servizio. La prima è in versione finger food: un pan brioche tostato che accoglie suadenti fegatini dell’animale smorzati dalla scorza di mandarino, speck d’anatra homemade, olive taggiasche e puntarelle. Un incipit che introduce il Petto d’anatra marinato e scottato, crema di cavolfiore e composta di mandarino. Una portata minimal in cui si gioca tra la dolcezza dell’anatra e la nota acida del frutto.

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Torna in auge la verdura con il Minestrone composto da crema di fagioli cannelli, verdure in agrodolce e affumicate e consommé di cassoeula; un’idea originale che incontra una delle tradizioni milanesi più amabili. Il secondo primo è una Fregola fatta in casa con fagiolini toscanelli, salicornia, ricci e scampi in versione sia cruda che affumicata. Qui troviamo la vera essenza campana dello chef che si esalta tra l’essenzialità delle cotture e i sapori iodati ben interpretati.

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La parte salata della cena si conclude con una gustosissima Quaglia farcita con salsiccia e quinto quarto, tarassaco e crema di zucca. La morbidezza della carne è da manuale, così come è buonissimo il side che richiama una delle abitudini di Verdi, il quale era solito terminare il pasto con un Uovo di quaglia, in questo caso ingentilito con salsa bernese e tartufo nero.

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Richiama la golosità della Quaglia il Brownie al cioccolato fondente con mirtilli, sfoglia di cioccolato, cremoso di cioccolato e mirtilli e un sorbetto sempre del frutto viola. Un dessert che conferma la profonda intraprendenza culinaria di Francesco Potenza, lo chef che ha saputo interpretare al meglio l’eleganza e la storicità del Grand Hotel et de Milan.

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Contatti

Don Carlos

 Grand Hotel et de Milan - Member of The Leading Hotels of the World

Via Alessandro Manzoni, 29, 20121 Milano MI

Telefono: 02 7231 4640

Sito web

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