Attualità enogastronomica

Lavoro da cameriere, parla chi sta in sala: “Ecco come si comportano i clienti oggi”

di:
Elisa Erriu
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copertina opinioni camerieri

Le opinioni dello staff di sala sul comportamento della clientela: meglio staccarsi dal telefono e prestare attenzione al pasto!

L'opinione

Quando varchi la soglia di un ristorante e ti accomodi al tavolo, pensi di essere semplicemente un cliente in attesa di un buon pasto. Eppure, dall’altra parte della barricata, i camerieri sono attenti a ogni dettaglio del tuo comportamento, quasi fossero investigatori del bon ton e del carattere umano. Osservano senza farsi notare, captano sfumature, interpretano gesti. E no, non lo fanno solo per garantirti un servizio impeccabile: il modo in cui ti comporti racconta molto più di quanto immagini. Katie Plowman, cameriera in California, ha un’abilità speciale: riconoscere chi è davvero coinvolto nell’esperienza della cena e chi, invece, è fisicamente presente ma mentalmente altrove. Se appoggi il cellulare con lo schermo acceso, racconta  a La Vanguardia, sei un multitasker perennemente connesso, uno di quelli che mangia, parla, chatta e scatta foto senza sosta. Se invece lo tieni a faccia in giù, il messaggio è chiaro: sei qui per goderti la compagnia e il cibo. E poi ci sono loro, gli irriducibili con il telefono sempre in mano:Mi chiedo se si stiano davvero godendo la cena o se per loro sia solo un set per i social”, confessa Plowman. "Non riescono a smettere di guardarlo e non riescono a smettere di scattare foto e video al cibo e alle persone. Vi piace davvero l'esperienza di cenare fuori? E poi, agli altri piace cenare con voi?

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Anche se nessuno ti correggerà come farebbe un insegnante severo, il personale nota eccome se sai destreggiarti tra posate, bicchieri e tovaglioli. Susie Lamer, cameriera ad Atlanta, racconta che riconosce all’istante chi si sente a casa in un ristorante elegante e chi, invece, è un po’ spaesato. Il suo compito? Aiutare con discrezione, senza mettere in imbarazzo nessuno. Un semplice gesto può trasformare l’esperienza: un consiglio su quale forchetta usare o un sorriso rassicurante possono fare la differenza. Il modo in cui ti rivolgi ai camerieri è un segnale inequivocabile. Sei cortese? Li guardi negli occhi quando parli? Oppure li tratti con sufficienza, come se fossero invisibili? Lamer racconta che già all’ingresso del ristorante si capisce molto: “Se una persona ignora chi la accoglie e va dritta al tavolo, so già che avremo qualche difficoltà”. E attenzione, perché il tuo atteggiamento non passerà inosservato nemmeno agli altri commensali.

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Il momento del conto è quasi uno spartiacque. Alcuni lo sfogliano appena e pagano senza esitazioni. Altri dividono tutto con precisione chirurgica, mentre c’è chi calcola al centesimo cosa ha mangiato e cosa ha bevuto, quasi fosse una questione di principio. Alexander Delmonico, cameriere a Washington, scherza: “Se qualcuno non guarda nemmeno il conto, o è molto ricco o sta pagando con la carta di un altro!”. C’è chi si attiene scrupolosamente al menu, chi ama scoprire i fuori carta e chi trasforma la comanda in un interrogatorio infinito. E poi ci sono loro, i perfezionisti gastronomici: quelli che modificano ogni piatto, chiedono mille dettagli e poi, spesso, rimandano indietro il cibo perché non corrisponde alle loro aspettative. “Sono solo il 5% dei clienti, ma occupano il 95% del nostro tempo”, confessa un cameriere. I camerieri non notano solo i singoli clienti, ma anche le dinamiche di gruppo. Osservano come le coppie si guardano, come gli amici si siedono, come i genitori trattano i figli. “Le famiglie con bambini sono le mie preferite”, dice Cohen, barista di Chicago. “Spesso i piccoli vengono ignorati, ma io cerco di coinvolgerli e di farli sentire parte dell’esperienza”.

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Non tutti si sentono a proprio agio nel far presente un problema con il cibo o il servizio. Alcuni clienti accettano piatti sbagliati o cotture non gradite pur di non “disturbare”. Ma Delmonico lo dice chiaramente: “Non ci state dando fastidio, fa parte del nostro lavoro assicurarci che siate soddisfatti”. Maglie sportive, braccialetti, tatuaggi: tutto può essere un indizio per instaurare un dialogo. Un buon cameriere è anche un abile osservatore e sa cogliere spunti per creare un rapporto con il cliente. “Se non riesci a trovare un punto di contatto con il cliente, non sei adatto a questo lavoro”, afferma Cohen. “Se non sai presentarti bene, come puoi aiutare il ristorante?”. Infine, il personale di sala cerca di adattarsi all’atmosfera del gruppo. Se una tavolata è allegra e spensierata, il cameriere adotterà un tono più informale. Se si tratta di una cena di lavoro o di un appuntamento romantico, il servizio sarà più discreto. “Guardo un tavolo e cerco di capire che tipo di cameriere vogliono”, spiega Ben Mihre, veterano del settore. La prossima volta che entri in un ristorante, ricorda: il tuo cameriere ti sta osservando. Ma non temere, il suo obiettivo è farti vivere un’esperienza indimenticabile. E magari, con un sorriso e un pizzico di cortesia, puoi rendere anche la sua serata un po’ più piacevole.

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