Viaggia per tutta l’Arabia Saudita alla ricerca delle migliori ricette della tradizione: Hadeel Al Motawa, giovane chef e co-fondatrice di Takya a Riyadh, porta in tavola l’anima gastronomica di un territorio immenso, tutto da scoprire, e le storie delle genti che vi hanno vissuto, creando un ponte fra passato e presente attraverso il cibo.
Crediti foto di copertina: CNN
La notizia
“Volevo ricreare uno spazio in cui le persone potessero riscoprire la bellezza e l’intensità della cucina saudita”, dichiara Hadeel Al Motawa alla CNN, co-fondatrice del ristorante Takya, segnalato nella guida gastronomica internazionale 50 Best.

“Il mio obiettivo? È sempre stato quello di voler comprendere a fondo un pasto attraverso la sua storia, ed è quello che cerco di trasmettere nel mio locale. Ho visitato ogni angolo del paese, anche quelli più remoti, dalle regioni costiere alle zone montuose, informandomi sulle differenti usanze di ogni luogo, sugli ingredienti locali e sulle tecniche di preparazione e cottura tramandate di generazione in generazione. Questo mi ha permesso di creare un menu studiato, che racconta il territorio e le sue mille sfaccettature. La gente non si rende conto di quanto sia immenso e vasto il nostro patrimonio culinario; d’altronde non potrebbe essere altrimenti, l’Arabia Saudita si estende per 2,15 milioni di chilometri quadrati: la provincia orientale è nota per i frutti di mare, nella zona settentrionale invece, vengono utilizzati in abbondanza cereali e carne”.

Tutto quello che la giovane chef ha appreso durante il suo viaggio, si riflette ora nelle sue proposte, come nel jareesh, uno stufato di agnello fatto con yogurt e grano. “Le ricette della tradizione, quelle dei nostri antenati, non vengono affatto modificate, anzi le seguiamo passo passo. Allo stesso tempo, amiamo conferire un tocco contemporaneo e accattivante, capace di catturare l’occhio. Il centro di Riyadh è moderno se osservato dall’esterno, dominato dai grattacieli, ma basta guardare in profondità per scorgere le sue radici. Questo accade anche con le pietanze in carta, i sapori sono autentici nonostante l’estetica e la presentazione”.

E continua: “Spero che la clientela, soprattutto quella estera, possa familiarizzare con la diversità gastronomica e sperimentarla, trovando così l’ispirazione per continuare a esplorare nuove frontiere del gusto”.