Lodato a MasterChef da Carlo Cracco, oggi è tornato in Romania per affrontare al meglio la carriera da chef: “Qui le mance sono più abbondanti, gli stipendi molto buoni”.
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La storia
Ci sono rivoluzioni personali che si servono su un piatto. A soli 26 anni, Sebastian Dascalu, meglio noto come Chef Tito, ha deciso di lasciare le dolci colline dell'Oltrepò Pavese per lanciarsi in un'avventura gastronomica tra Parigi, Bucarest e la cittadina di Roman, in Romania. Una scommessa vinta, che l'ha portato fino al podio di MasterChef Romania e gli ha fatto guadagnare l'ammirazione di un certo Carlo Cracco. La storia è raccontata in una bella intervista del Corriere, dove Eleonora Lanzetti ripercorre i passi della carriera di Sebastian.

Conosciuto come il guru della carne, Chef Tito non si limita a eseguire cotture perfette: la sua passione affonda le radici in uno studio quasi scientifico delle materie prime, dalle frollature agli aspetti chimico-organolettici. «Ho approfondito ogni dettaglio, fino a scrivere un paio di volumi sull'argomento», racconta con entusiasmo alla giornalista. Non stupisce, quindi, che la sua expertise abbia attirato l'attenzione di ristoranti e locali in Romania, spingendolo a un cambio di rotta che l'ha portato oltre i confini italiani.

Partecipare a un talent culinario non è mai una passeggiata, ma arrivare fino in fondo a MasterChef Romania è stata per lui un'esperienza indimenticabile. «L'edizione 2024 si è conclusa a dicembre e sono riuscito a conquistare il terzo posto», spiega ancora al Corriere. Ma il momento più esaltante? «Durante una delle semifinali, Carlo Cracco era ospite come giudice speciale e ha premiato il mio piatto come il migliore della serata». E quale ricetta poteva conquistare uno chef del suo calibro, se non un omaggio alla tradizione italiana? Un risotto allo zafferano mantecato al mascarpone, con un tocco audace: bottone di cioccolato e pecorino.

Se Bucarest ha un punto fermo, è che qui si mangia tanto e bene. «La cucina italiana, con i suoi menù sontuosi in stile anni '80-'90 e qualche tocco moderno, è molto apprezzata», spiega lo chef. Pasta fatta in casa, pizza, fritto misto e zuppa di pesce sono piatti intoccabili per i clienti locali, che escono per il piacere del buon cibo e non per un semplice pasto veloce.

Non manca il peso della distanza. La sua compagna e la loro bimba di 14 mesi vivono ancora a Godiasco Salice Terme, e rientrare in Italia un paio di volte al mese non è certo semplice. Ma, numeri alla mano, la scelta sembra premiare il sacrificio: «Il rapporto tra guadagni e costo della vita qui non ha paragoni con Milano. Vale la pena fare qualche viaggio in più e far quadrare i conti», confessa Sebastian ad Eleonora Lanzetti. Dove lui lavora attualmente (a Roman, ndr) le mance sono "più generose della media" e gli stipendi "molto buoni". Così, tra un volo e l’altro, Chef Tito continua a scrivere la sua storia, forchetta in mano e cuore diviso tra due terre.