Dopo mesi di allenamento intenso, ha saputo tenere i nervi saldi e dimostrare il suo talento: Paul Marcon conquista il Bocuse d’Or a soli 28 anni, portando avanti i valori dell’illustre famiglia, proprietaria dell’omonimo tristellato. L’enfant prodige segna così una nuova pagina nella storia della gastronomia francese, proprio come fece il padre nel 1995.
Crediti fotografici: Bocuse d'Or
La notizia
A vincere la finale internazionale del Bocuse d’Or è un ventottenne proveniente da un piccolo villaggio dell’Alta Loira, che ha coltivato, sin dall’infanzia, un grande sogno. Figlio più piccolo del celebre Régis Marcon, Paul è stato capace di ripercorrere le orme di suo padre che nel 1995, all’età di 38 anni, si aggiudicò il medesimo riconoscimento.


Si è allenato per mesi, dimostrando impegno e determinazione, e tenendo a debita distanza il suo mentore: “Vengo spesso esposto a critiche pesanti, tutti associano il mio cognome all’attività di famiglia tre stelle Michelin. Ci vogliamo bene ma il nostro rapporto professionale è condizionato dal legame di sangue, in ogni caso se non ci fosse stato lui non sarei arrivato fin qui”, dichiara il giovane, come riportato da Le Figaro.


Affinando il proprio carattere, maturando e fregandosene di ciò che pensa e dice la gente, oggi Paul riesce a gestire le proprie emozioni e ad accettare le sconfitte, ma soprattutto a fare i conti con la pressione a cui è sottoposto durante gli allenamenti, “Non volevo che si rendesse ridicolo, sia per lui che per me. È stato complicato, ma gli sono stato comunque vicino a modo mio. Quando era piccolo amava indossare il mio cappello e destreggiarsi in cucina preparando piccole frittelle per la colazione. Ha sempre voluto darsi da fare, io non sono mai stato sicuro di me stesso quanto lui, l’ansia mi logorava. Ma ha dimostrato che il suo approccio alla materia è strutturato e preciso, da competizione”, afferma il precettore.

Profondamente legato alle radici alverniate, proprio come suo fratello Jacques, chef del ristorante di Saint-Bonnet-le-Froid, custodisce dentro di sé un insegnamento fondamentale trasmessogli da entrambi i suoi genitori: il valore del lavoro, che continua in qualche modo ad indicargli la strada giusta e ad incoraggiarlo a dare sempre il massimo. È la chiave per andare lontano.