Attualità enogastronomica

Il Contento, ristorante acclamato di NYC chiude: “Troppe spese e pochi benefit”

di:
Asia Torreggianti
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copertina Yannick Benjamin

Yannick Benjamin era alla guida della cantina di Contento, ristorante tra i migliori 100 di NYC secondo il New York Times, prima che chiudesse i battenti. L’aspra decisione, presa con dispiacere come co-proprietario, ha chiuso un capitolo importante della sua vita. Anche se avrebbe voluto proseguire, le circostanze finanziarie gli hanno impedito di continuare a sognare ad occhi aperti.

Foto di copertina: Mikhail Lipyanskiy 


La notizia 

Il miglior sommelier per la Guida Michelin New York 2023, rimasto gravemente compromesso dopo un brutto incidente stradale, racconta la fine del suo sogno. Condivide la sua esperienza, seppur negativa, attraverso una lunga riflessione personale; lo sfogo fiume, toccante, è stato pubblicato su un celebre quotidiano statunitense.

Sommelier Yannick Benjamin PS
@Mikhail Lipyanskiy 

Negli ultimi sei mesi ho dovuto prendere decisioni strazianti mentre cercavo di monitorare le entrate e le uscite, tutto per tenere accese le luci del locale. Quando le prenotazioni scarseggiavano ho scelto, con grande rammarico, di licenziare qualcuno, far uscire prima il secondo barista oppure affidarmi ad un solo lavapiatti anziché a due” dichiara Yannick Benjamin al New York Times.

Contento NYC PS
@Mikhail Lipyanskiy 

Significativo il peso delle difficoltà incontrate in tre anni di servizio, durante i quali il NYT ha classificato il Contento ad East Harlem tra i migliori 100 ristoranti di NYC.

Yannick Benjamin 2 PS
@Mikhail Lipyanskiy 

Il comproprietario continua: “La combinazione di inflazione, aumento della criminalità, che ci ha costretti a pagare le guardie di sicurezza, e i profitti in calo, si è rivelata impossibile da superare. Sono distrutto dal fatto che siamo stati obbligati a chiudere, ma da un lato mi sento sollevato. Gestire l’attività nel 2024 ha voluto dire che non solo non percepivo alcuno stipendio, ma in contemporanea avevo bisogno di lavorare a tempo pieno nel settore dell’ospitalità per potermi permettere un’assicurazione sanitaria privata. Ecco cosa vuol dire essere disabili in America. A maggio del 2020, chef, dirigenti e professionisti in campo si sono recati alla Casa Bianca a sollecitare i piani alti riguardo l’assistenza federale per i ristoratori. Hanno addirittura creato l’Independent Restaurant Coalition. Eppure, secondo l’US Bureau of Labor Statistics, solo il 40% della categoria ha ricevuto accesso alla copertura sanitaria l’anno scorso, ciò fa pensare che 17 milioni di connazionali saltino i controlli annuali di routine. E poi la scarsa retribuzione influisce sulle continue dimissioni dei dipendenti, per non parlare dei mancati benefit che consentirebbero di vivere con dignità. Per farvi un esempio, la sedia a rotelle mi costa 13 mila dollari, di cui 6 mila sono rimborsati dal fornitore, il resto lo verso di tasca mia”.

Interni Contento PS
 

E conclude: “Mio padre, immigrato francese, divenne cameriere: la sua appartenenza a un sindacato che operava a stretto contatto con le istituzioni di alta cucina era una garanzia per il sostentamento della famiglia. Nel 2023 meno dell’1,5% dei collaboratori in ambito era sindacalizzato. Questo perché per un oste indipendente è praticamente impensabile sborsare soldi per sussidi sindacali e assumere lavoratori come mio papà tra gli aumenti degli affitti, tasse di utenza pianificate e tassi di turnover del personale. Di conseguenza la mia domanda è: ci sono altre opzioni, se non quella di andarsene? Altri impieghi supportano il benessere fisico e mentale, offrendo la possibilità di rimanere a casa in caso di malessere, difficoltà con i propri figli o lutto. Questo permette di poter affrontare situazioni delicate senza compromettere l’equilibrio fra vita privata e professionale”.

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