L’universo della moda incontra quello dello champagne: due grandi brand, Stella McCartney e Veuve Clicquot, brindano al futuro sostenibile dopo aver lanciato una collezione di sei complementi -fra borse, scarpe, e un esclusivo portabottiglie- realizzata con solo materiale di recupero proveniente dai vigneti Grand Cru di Madame Clicquot.
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La notizia
In un mondo sempre più frenetico, la sostenibilità s’impone come un paradigma indispensabile al fine di guidare una rivoluzione radicale. Non si tratta di cavalcare l’onda della tendenza, ma di una necessità che investe molti aspetti della nostra esistenza: la società in primis, il sistema economico, la sfera culturale e comportamentale. Il cambio di rotta, quindi, è necessario: ogni scelta attuata nel quotidiano, per quanto piccola e insignificante possa sembrare, ha un impatto concreto e può rivelarsi decisiva per gli anni a venire.
L’adozione di risorse alternative e cruelty-free, come quelle di scarto, è un’opzione che molte aziende dovrebbero prendere in considerazione, ad esempio al posto di utilizzare e trattare la pelle animale, promuovendo così un modello produttivo circolare e rinnovabile. Per questo l’interazione fra Stella McCartney e Veuve Clicquot, eccellenze nei loro rispettivi campi d’azione, assume un valore simbolico senza precedenti: les Maisons LVMH si uniscono per dimostrare che lusso, identità ed etica possono coesistere armoniosamente.
Il progetto, basato su valori comuni, mira a ispirare e sorprendere due macrosettori, l’industria della moda e quella vitivinicola: il materiale di ultima generazione, VEGEA (creato in meno di 18 mesi), che è stato impiegato per realizzare a mano sei accessori firmati, proviene dagli scarti delle vendemmie, o meglio dai raspi dei vigneti Grand Cru (acquistati 200 anni fa da Madame Clicquot); si tratta di tre borse iconiche Frayme, un portabottiglie per contenere una Yellow Label, e due sandali Elyse, che presentano una zeppa in sughero riciclato, raccolto in un mix di rifiuti pre e post consumo nelle cantine di Reims.
Le uve vengono infatti coltivate seguendo le pratiche dell’agricoltura rigenerativa, che contribuisce a ripristinare la biodiversità locale, la salute del suolo e a catturare il carbonio. A partire dal 2019 anche la “coscienza del fashion” ha avuto modo di sperimentare nel suo ambito, con il suo supporto al SOKTAS Regenerative Cotton Project in Turchia.
“Questa collaborazione con Stella McCartney rappresenta il nostro impegno per un futuro più responsabile” commenta Jean-Marc Gallot, CEO di Veuve Clicquot. Dall’altra parte la stilista inglese si definisce “entusiasta” riguardo la partnership.
I due brand cooperano attivamente poiché ci sono numerosi studi che evidenziano e certificano come il piano B, di stampo vegano, abbia un’impronta ecologica pari a meno della metà rispetto alla variante tradizionale, che ogni 365 giorni causa la morte di più di un miliardo di creature (PETA) e che sta portando alla distruzione di ecosistemi fondamentali, come l’Amazzonia che ospita il polmone della terra (WWF). Attraverso gesti individuali e reazioni di gruppo è possibile affrontare le gravi sfide del nostro tempo, generando una fitta rete di modifiche, che, se moltiplicate, porteranno a bivi importanti: toccherà a noi scegliere la strada da intraprendere, sperando sempre che sia quella giusta. E questo è un primo, grande passo.
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