Ristoratore di Valencia arrestato per tratta di esseri umani e sfruttamento: lo staff lavorava con paghe da fame e in condizioni inenarrabili.
La notizia
Un tragico intreccio tra quella che era una pratica deprecabile (che si sperava estinta, almeno in Europa) nei secoli addietro e l’innovazione tecnologica descrive alla perfezione quanto recentemente accaduto a Valencia. Nelle scorse settimane, infatti, un uomo uzbeko di 41 anni è stato arrestato dalla Polizia Nazionale spagnola con l’accusa di tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento lavorativo. Cosa c'entra la tecnologia è presto detto: il proprietario del locale, racconta La Vanguardia, adescava le sue vittime attraverso i social network.
Negli annunci l’uomo prometteva uno stipendio di 1.200 euro oltre alla regolarizzazione amministrativa per la residenza in Spagna. Per reclutare il personale l’uzbeko si rivolgeva ai suoi connazionali e ad altri cittadini provenienti dal Tagikistan e dal Kirghizistan. I malcapitati, caduti nella trappola dello sfruttatore, però, una volta giunti nella Penisola iberica si sono ritrovati ad affrontare una triste e terrificante quotidianità. Le indagini svolte dalla Brigata Provinciale di Immigrazione e Frontiera di Valencia, in seguito alla denuncia di una persona, rimasta anonima, lo scorso settembre, hanno fatto venire a galla un’amara realtà.
Durante le perquisizioni nel ristorante gli inquirenti hanno trovato tre persone, dipendenti del locale, che vivevano in una stanza senza finestre e dormivano su un materasso comprato da uno di loro. Nei tre mesi di lavoro con giornate lavorative che andavano dalle dieci alle undici ore le vittime hanno ricevuto uno stipendio di appena 500 euro. L’uzbeko avrebbe, inoltre, molestato i dipendenti oltre a minacciarli di lasciarli per strada se non avessero svolto alla perfezione le loro mansioni. Dato quanto emerso, fortunatamente, ora l’uomo è stato arrestato con la speranza di mettere fine a una situazione tanto incredibile quanto inaccettabile.