Costretto a chiudere durante la pandemia, il Tuju di San Paolo ha riaperto a settembre del 2023 in un quartiere di lusso. Il nuovo approccio pone l’attenzione sulla clientela e sul benessere della squadra; grazie all’esperienza rinnovata e alla riprogettazione degli interni ha ottenuto 2 stelle Michelin e l’Hospitality Award dei 50 Best.
La notizia
Tuju di San Paolo, capitanato dallo chef Ivan Ralston e dalla direttrice Katherina Cordás, è stato insignito del Gin Mare Art of Hospitality Award 2024 a distanza di poco tempo dalla riapertura post pandemia.
“Abbiamo avuto modo di riflettere con calma, viaggiare e sperimentare prima di essere sicuri della strada che volevamo intraprendere” dichiara Ivan a 50 Best. “L’obiettivo era quello di creare un ambiente dinamico, dove l’ospite potesse rilassarsi, nonostante la concentrazione che implica un menu degustazione. Ecco perché abbiamo ridotto il numero di coperti e abbiamo deciso di sviluppare l’esperienza su tre diversi livelli, nel quartiere di Jardim Paulistano”.
E continua “Al primo piano si trova l’ingresso che conduce ad un cortile interno, lì c’è il bar e un albero di jabuticaba, noto per una peculiarità molto interessante: i suoi frutti nascono direttamente sul tronco e sui rami principali. Sebbene non abbia ancora prodotto le sue bacche, rimane un vero spettacolo visivo. La sala da pranzo al primo piano è caratterizzata da uno stile minimalista, i tavoli sono disposti di fronte la cucina, a separare gli spazi un vetro. In terrazza si gode di un panorama mozzafiato a qualsiasi ora del giorno, è possibile ammirare lo skyline gustando formaggi locali o sorseggiando una selezione di infusi e caffè”.
“Le dieci portate che serviamo ai nostri commensali sono realizzate con soli prodotti locali, è il clima che detta le variazioni! Fra i piatti più apprezzati le capesante, nasturzio e patate yacon o pescato del giorno, beurre blanc alla curcuma, spinaci e mais grigliato”.
Oltre al riconoscimento 50 Best il locale ha guadagnato ben due stelle Michelin in meno di un anno e una Stella Verde, sinonimo di eccellenza.
“Teniamo molto agli avventori, affinché tornino nuovamente abbiamo pensato ai minimi dettagli per garantire loro le giuste attenzioni. Così facendo trasmettiamo il calore umano, senza sembrare invadenti, ovviamente conosciamo i limiti. Inoltre, riteniamo fondamentale coccolare e far sentire speciali i nostri dipendenti, una qualità che si riflette nel servizio” spiega Katherina.
“Per quanto riguarda l’abbinamento vini, cerchiamo di captare i gusti di chi abbiamo davanti, non tendiamo a sopraffare: secondo Thiago Frencl, il sommelier, meno è meglio. 5.000 referenze, che spaziano dai vini europei a una vasta gamma di etichette brasiliane, che comprendono sia vini naturali che varietà più tradizionali e note, bevande analcoliche e cocktail particolari, ci permettono di accontentare tutti”.
In conclusione, Ralston sottolinea che la maggior parte dei visitatori proviene dalla zona “Nella nostra precedente sede avevamo un'alta percentuale di turisti. Questo cambiamento in realtà è positivo, ci consente di migliorare ulteriormente l’offerta”.