Ad illustrarci lo straordinario universo Cesarine, in concomitanza del ventesimo compleanno, della storica associazione cui la piattaforma e la community Cesarine.com fanno riferimento, è la Cesarina Cristina in un’intervista esclusiva. Su tutta la penisola operano circa 1500 cuochi e cuoche di casa, con lo scopo di valorizzare il bagaglio gastronomico italiano e farlo conoscere in tutto il mondo attraverso divertenti cooking class, fra le loro calorose mura domestiche, e ricette della tradizione, ereditate e tramandate negli anni, tutte da scoprire e da esaltare.
La notizia
L’anima del nostro Paese ha sempre trovato rifugio nel cibo, tra sorrisi, bicchieri di vino e piatti ricolmi di maccheroni asciutti. È proprio attorno alla tavola imbandita della domenica che si risvegliano storie e racconti tratti da libri mai scritti, tramandati a voce di generazione in generazione.
Mentre friggono, impastano o grigliano, ripetono gesti che sembrano scolpiti nella memoria delle loro mani, azioni precise e ritmiche apprese involontariamente tempo addietro, attraverso uno sguardo vispo e attento. Ieri bambini, oggi Cesarine e Cesarini, onorano chi li hanno preceduti, perpetuando il ricco patrimonio gastronomico tricolore. Il nome è un “affettuoso omaggio a coloro che hanno allietato i sapori della nostra infanzia”, dichiarava la fondatrice Egeria di Nallo nel 2007.
Figure simbolo di accoglienza, custodi di segreti autentici: chi varca la soglia delle loro dimore, in grandi città o nei piccoli borghi, non viene considerato un semplice avventore, ma un amico di vecchia data; s’intrecciano così le vite di persone disparate che arrivano da ogni dove, guidate dal desiderio di scoprire un’Italia vera, lontana dai luoghi comuni e dagli stereotipi legati ad un mondo standardizzato.
Cesarine nasce nel 2004 sotto l’egida del Ministero delle Politiche Agricole e dell’Università di Bologna. Nel 2014 viene rilevata da Davide Maggi - ideatore di alcune tra le prime digital startup italiane e direttore esecutivo del Digital Marketing & Communication Executive Program della Bologna Business School - che allarga la rete online rendendola accessibile per chiunque voglia prenotare da remoto. Nel 2018 l’iniziativa è diventata PMI innovativa e nel 2023 Società Benefit, mentre nel 2019 riceve il riconoscimento come comunità diffusa Slow Food. Da vent’anni quindi, uomini e donne, coltivano un’unica missione: proteggere e diffondere l’essenza della cucina di casa, 100% genuina e paziente.
La piattaforma, moltiplicatore di opportunità di lavoro, include circa 1.500 microimprenditori, distribuiti in oltre 450 località, che l’anno scorso hanno aperto le porte a 50.000 ospiti (australiani, canadesi e tedeschi per la maggior parte), di cui 30.000 americani. Le location più richieste dagli stranieri sono state in primis Venezia, il Lago di Como, Firenze, le Cinque Terre, Sorrento e Positano, Bologna, Milano, Roma e Napoli. Cresce in maniera esponenziale l’interesse nei confronti della Sicilia, le destinazioni più amate sono Palermo, Taormina, Messina e Catania. In molti hanno optato per un’esperienza immersiva, accoppiando il pasto ad una cooking class dedicata o ad una visita presso i produttori locali.
Per l’occasione, a testimoniare l’importanza di questo progetto la signora Cristina, il suo prezioso contributo è mosso da una passione irrefrenabile: “Sono cresciuta con mia nonna (originaria di Zocca nell’Appennino modenese) e i suoi insegnamenti sulle tradizioni culinarie bolognesi ed emiliane, che io trasmetto a mia volta, è così appagante! Personalmente durante gli incontri con i forestieri mi attengo a seguire le ricette stagionali, in particolare quando preparo la sfoglia, protagonista indiscussa della mia terra natia. Ai primi solitamente accompagno tigelle o crescentine, antipasti caratteristici, e infine un dolce. Far da mangiare per me assume un significato profondo: è un segno d’amore e di rispetto, sia nei confronti di chi si è speso a mostrarmi passo dopo passo i singoli passaggi per arrivare a un ottimo risultato, sia verso chi assaggia”.
“Fra i miei cavalli di battaglia c’è il tortellino 'verde' o 'smeraldino', diverso anche nel ripieno rispetto alla versione depositata in Camera di Commercio nel 1974. Ovviamente non posso svelarvi i dettagli, ne conservo gelosamente la composizione, però posso dirvi che il mio è leggermente più grande; per conferirgli la forma tipica utilizzo il taglia pasta di famiglia. Una volta cotti, mi piace tuffarli in una crema di Parmigiano Reggiano, elemento che non può di certo mancare nella mia dispensa, un tesoro dal gusto nobile, prodotto dal Medioevo con soli tre ingredienti, e con un’attenzione maniacale che parte dal foraggio delle vacche. Non me ne vogliano i sostenitori del brodo!”.
Condividere la propria identità con i clienti rappresenta un atto eccezionale, apparentemente scontato, non è cosa da tutti i giorni entrare a far parte della dimensione intima di qualcuno. Eppure, sono decine le candidature spontanee di chi vuole unirsi alla community che arrivano di settimana in settimana.
“Ho i brividi quando parlo del rapporto che s’instaura con i partecipanti alle attività: innanzitutto è uno scambio culturale, quando li vedo uscire contenti e soddisfatti mi emoziono, e poi ci sentiamo spesso a distanza di mesi, mi confidano che l’evento è stato l’highlight della vacanza, oppure ci mandiamo messaggi in concomitanza delle festività, per gli auguri. Insomma, ci si affeziona a vicenda!”.