Attualità enogastronomica

I grandi critici contro i ristoranti che non rivelano il menu: "Il cliente deve conoscere i prezzi”

di:
Asia Torreggianti
|
copertina Il cliente deve vedere i prezzi

Da un lato gli appassionati che desiderano avere un’idea chiara di ciò che troveranno in visita: informazioni dettagliate, foto e recensioni; dall’altro i ristoratori, poco propensi a “spoilerare”, tramite i siti web e le pagine social, le particolarità che caratterizzano i loro locali. La disputa è ufficialmente aperta: ogni prospettiva è interessante al fine di comprendere, e il confronto di idee promette di essere stimolante!

La notizia 

Fascino enigmatico o strategia di marketing? Questa è la domanda che molti si pongono di fronte al grande dibattito che sta spopolando sul web di recente. Prima di recarsi al ristorante gli avventori sono soliti consultare i siti web delle attività, o in alternativa le pagine social, questo perché desiderano scoprire con largo anticipo ogni singola voce sul menu, eventuali allergeni, ma cosa più importante il listino prezzi. Ultimamente diversi locali hanno deciso di oscurare tali informazioni a discapito della clientela: le motivazioni dietro questa scelta particolare sono diverse e variegate, c’è chi rimane indignato e chi si giustifica.

Mackenzie Hoffman WILL BLUNT PS
@Will Blunt

Infobae ha cercato di riportare entrambi i lati della medaglia, varie testimonianze e prese di posizione. “Noi cambiamo menu stagionalmente” spiega Mackenzie Hoffman (proprietaria di Stir Crazy, a Los Angeles). “Stare dietro alle pubblicazioni richiederebbe troppo tempo e non ne abbiamo. E ti dirò di più, fornire troppi dettagli significa creare delle aspettative che non sempre corrispondono. Se gli ospiti avessero bisogno di delucidazioni saremo più che felici di rispondere tramite e-mail”.

STAFF WARLORD ALEXANDER ZEREN PS
@Alexander Zeren

Anche al Warlord di Chicago lo staff è disponibile nell’accontentare qualsiasi tipo di richiesta nonostante l’home page nera “Qui abbiamo la carta, ma siamo pronti per ogni evenienza, qualora gli ospiti fossero vegani o vegetariani ad esempio. Preferiamo improvvisare sul momento piuttosto che stabilire precedentemente gli extra, d’altronde i visitatori dovrebbero lasciarsi andare e affidarsi” afferma lo chef John Lupton.

Adam Platt PS
 

“Il modus operandi che stanno adottando i ristoratori mi irrita alquanto, devo essere sincero” ha detto Ryan Sutton, critico di LO Times ed ex collaboratore di Eater, “Bisogna poter essere liberi di poter pianificare la propria esperienza enogastronomica, anche da un punto di vista economico. Non si tratta di far rivivere lo spirito romantico di un tempo passato, al contrario la trovo una mancanza di rispetto!”. E non è da meno Adam Platt che li definisce “Un gruppo di ragazzini ribelli e petulanti”.

critico enogastronomico PS
 

Eppure, posti come il Frog Club di New York, non offrono notizie, oltre a un collegamento a Resy, e un pulsante "contatto"; Saigon Babylon, a Cambridge, Massachusetts ha solo un account Instagram, con 9 post. Pensate davvero che qualche foto sconnessa e senza contesto lasci libero spazio all’immaginazione o c’è altro dietro che dovremmo sapere?

Ultime notizie

mostra tutto

Rispettiamo la tua Privacy.
Utilizziamo cookie per assicurarti un’esperienza accurata ed in linea con le tue preferenze.
Con il tuo consenso, utilizziamo cookie tecnici e di terze parti che ci permettono di poter elaborare alcuni dati, come quali pagine vengono visitate sul nostro sito.
Per scoprire in modo approfondito come utilizziamo questi dati, leggi l’informativa completa.
Cliccando sul pulsante ‘Accetta’ acconsenti all’utilizzo dei cookie, oppure configura le diverse tipologie.

Configura cookies Rifiuta
Accetta