Attualità enogastronomica

Tetsuro Maeda sui “clienti solitari”: “Sono solo una perdita in termini economici”

di:
Asia Torreggianti
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Per molti ristoratori vedere una sala con la maggior parte dei tavoli occupati da una singola persona può destare preoccupazione. Tuttavia, c’è chi percepisce i clienti solitari come un’opportunità; certo, sebbene da un lato rappresenti un potenziale rischio economico, dall’altro è un modo per instaurare un vero rapporto fra le due parti.

La notizia 

Accogliere commensali solinghi non è da tutti, dal momento in cui parecchi ristoratori hanno deciso di stabilire delle regole al riguardo: in Spagna si prenota per almeno due persone. Questo accade perché c’è il rischio che il guadagno medio per coperto diminuisca. D’altronde, non tutti condividono la stessa opinione, il dibattito si anima e la controversia è accesa.

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@Pexels

Esistono comunque chef che vedono la questione come una risorsa, piuttosto che un problema, come Iris Jordán, Quando arriva un cliente solo e ci chiede di potersi accomodare noi lo sistemiamo volentieri! Solitamente sono quelli maggiormente interessati al mangiar bene e ai dettagli del menu, ci fanno sentire gratificati! E poi c’è la possibilità che si tratti di un critico o un ispettore, succede circa il 50% delle volte. Ovvio, i profitti della giornata calano, ma crediamo che sia giusto trovare un posto anche per loro”, racconta a La Vanguardia.

Iris Jordan martin PS
 

L’albergatore ed ex cuoco Lluís Bernils, conviene con quanto appena detto È un errore pensare esclusivamente al proprio tornaconto economico, sembra scontato ma bisogna guadare oltre, se il fruitore è rimasto soddisfatto dell’esperienza, state certi che ritorneranno una seconda volta, probabilmente in compagnia. È o non è un investimento per il futuro?”

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Tetsuro Meda, invece, non è affatto d’accordo. Nel mio ristorante ho sei coperti. Non è una giustificazione, ma capite che non è sostenibile a lungo termine gestire le richieste da parte di chi vuol venire in solitudine. Piuttosto li ricontatto due settimane prima, nel momento in cui c’è la possibilità d’inserimento. Credo sia un buon compromesso, altrimenti ci perderei”.

Rafa De Bedoya PS
 

Rafa de Bedoya (Aleia-Casa Fuster-Barcellona) riflette sul tema, ambiguo “Se si è ben organizzati perché temere? Mi è capitato di avere metà dei tavoli della sala occupati da un unico avventore. La priorità è avere una ventina di ospiti ogni sera, ci riusciamo serenamente senza provocare alcuno squilibrio interno”Ciò che pare una perdita in realtà si trasforma in un valore aggiunto, chi coglie questa sfumatura avrà la possibilità di ricevere feedback positivi, ulteriori visite, e stabilire un legame autentico e personale con gli ambasciatori dell’alta gastronomia.

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