All'Atlante Star l'idea di agio accessibile rimbalza fra le suite con affaccio sul Vaticano e la terrazza allestita su tre livelli, per ospitare anche gli esterni in una pluralità di reunion goderecce. Il punto focale? Les Etoiles, un'insegna che si autodichiara fan del Josper, modalità di cottura desueta per scandire un'intera carta dall'entrée al dessert. Ecco cosa aspettarsi dal menu dello chef William Anzidei.
La sintesi è una dote ampiamente sottovalutata, nell'arena concorrenziale dell'Urbe chic: quante volte il menu non ha ripagato la vostra fiducia, nel prenotare quel tavolo panoramico esclusivo con l'unico vantaggio di una blanda Instagram opportunity? Viste le premesse sceniche, l'esperienza all'Atlante Star potrebbe tessere la solita trama tutta azione e niente sorpresa. Invece, ha il pregio di sbrogliare la matassa romana ingarbugliata dai trend, mirando dritta alla sostanza: qui il cibo è in modalità "no filter", col puro e semplice obiettivo di impiattare l'essenziale fatto bene.
Missione tutt'altro che scontata, ai vertici di un hotel puntualmente gremito da visitatori poliglotti in fila per il selfie del tramonto. Il lato positivo? Oltre il biglietto da visita a caratteri sinuosi, c'è di più. In primis, la cucina di William Anzidei, mani salde sul prodotto e copione settato sulla platea. È lui, executive chef del ristorante interno Les Etoiles, a tirare le somme di una richiesta cosmopolita, rendendo l'albergo a pochi minuti da San Pietro un attracco alternativo alle destinazioni modaiole per viaggiatori in pellegrinaggio gastronomico.
Le prove generali iniziano, però, sin dal tardo pomeriggio, sulla terrazza animata dalle movenze dei bartender e le staffette dei camerieri a presa diretta col bancone, dove l'aperitivo reca impresso il timbro di Riccardo Marinelli (consulente food&beverage, già forte di numerosi progetti in seno al Jerry Thomas) e Valerio Visentin (bar manager di grande empatia oltre al metodo).
Così, d'un tratto sei al sesto piano e sollevi a mo' di trofeo un Mimosa luccicante, con lo Champagne Lallier a impreziosire il cordiale di arancia e limoni insieme al succo di arancia fresco. Più gold che old: il finale di giornata giusto, uno scatto al Cupolone e il sorso incline al bis. Senonché appaiono pure i baby burger a morso facile e i crostacei in tempura dello chef, da pucciare nella salsina verde a lato finché cena non ci separi.
Poi arriva l'ora di rifugiarsi in una parentesi graffa di accoglienza bonton, mentre la fame sale e le luci scendono all'unisono. Stesso acquerello coi tetti all'orizzonte, ma dentro una sala ovattata dalle pareti a vetri che dà il cambio al fine dining.
Les Etoiles e la cucina di William Anzidei
Sarà forse proprio la storia della "dinastia Mencucci" ad aver ispirato il prototipo di un locale charmant e, al contempo, famigliare, dove non si ha bisogno di modulare al ribasso il tono di voce o fingere di studiare la carta dei vini per camuffare l'imbarazzo da "prima volta" in un gourmet. Sì, perché l'Atlante Star è evoluto gradualmente col turnover generazionale, dal mini-business di affittacamere del fondatore Benito Mencucci all'espansione progressiva nel complesso situato fra Prati e Borgo Pio, poggiando sempre sulle fondamenta di una conduzione homemade avulsa dai grandi marchi dell'hotellerie.
A tirare le fila dell'ospitalità sono oggi i figli del proprietario -Federico, Roberto e Francesca- la cui idea di agio accessibile rimbalza fra le suite con affaccio su San Pietro e la terrazza allestita su tre livelli, per ospitare anche gli esterni in una pluralità di reunion goderecce. C'è chi festeggia la laurea in pompa magna, chi accoglie il weekend "bolla alla mano" e chi sceglie di fermarsi a dormire dopo aver macinato chilometri e chilometri in centro.
Oppure chi, come noi, desidera tastare il terreno di un'insegna che si autodichiara fan del Josper, modalità di cottura desueta per scandire un'intera carta dall'antipasto al dessert. Parliamo, del resto, di una tecnica capace di fondere gli effluvi di griglia con la precisione del forno, spingendo i sentori affumicati senza alterare la materia. Da Les Etoiles, Anzidei ne affina il potenziale in leggerezza, giacché gli ingredienti si tengono stretti i propri umori con relativa succosità interna: effetto barbecue snellito dal rispetto per fibre e tessuti naturali, si tratti di un filetto o di un side di zucchine.
Per scacciare la ridondanza della folata smoky, lo chef "prende la mira" a partire dalle salse di frutta, dalla fragranza dei diversi oli e dal giocoso sodalizio carne-pesce, catturando l'interesse attraverso continui stacchetti di sapore. Alla sala il compito di seguire l'andatura dei contrasti grazie al passo veloce del mâitre Paolo Bicorni, incline a un servizio flessibile e privo di austerità.
Nel medesimo ambiente si viaggia dunque dall'intimità dell'appuntamento galante alle battute di una tavolata gourmand, fino alle premure puntuali per i solo diners. Una curiosità: il "salotto buono"in cui mangerete è stato anche set cinematografico. E allora, let's start the show.
I piatti de Les Etoiles
Corre lungomare l'itinerario proposto da Anzidei (5 portate di pesce a 110 euro; 155 con Wine pairing), costeggiato, però, da una carta che fa le dovute presentazioni del circondario romano -vedi lo Gnocco cacio, pepe e animelle o il Carrè d'agnello alle erbe. Fra i "titoli di testa" risalta il baccalà in outfit da sera: non aspettatevi il solito filetto sapido a spartirsi il piatto con le patate rituali. Di contro, il "cuore" di merluzzo sfoggia una panatura attillata che ridisegna i volumi del fritto, trovando nella pungenza della salsa di rafano e nel crispy delle verdurine al wok un ulteriore balzo di stile.
C'è il mango affumicato a rinforzare il guizzo smoky della Capasanta arrostita con polvere di liquirizia calabrese. Apparentemente basica nella sua presentazione, all'assagggio tira fuori un carattere strong. "Passiamo il frutto esotico alla brace fino a caramellizzarne gli zuccheri", spiega lo chef, "quindi viene setacciato e montato con olio extravergine di oliva, per restituire le varie sfumature in forma cremosa". Il mitile trattato in due step -bassa temperatura e su fiamma diretta- conserva la propria anima dolce, quasi "nocciolata", che poi vira verso una piacevole impressione di tostatura diffusa.
Dal catalogo primi balza all'occhio un insolito Spaghettone con Guanciale di Cinta Senese, pomodorini gialli e baccalà. Quest'ultimo, stavolta preparato espresso al roner, intavola nuovi discorsi col topping succulento di carne, tenendo testa alla persistenza del salume. Il vegetale apporta invece una rotondità vellutata, ruffiana il giusto.
Ha ormai la stoffa del secondo maison il Polpo alla brace, mais e spinacino, con le pannocchie fresche insaporite dallo scalogno e tradotte in un un fondale di crema "pannosa". La verdura in foglia, resa intensa da un balsamico stravecchio di Modena IGP, bilancia a dovere la carica salina del mollusco, di cui si apprezza la lieve bruscatura esterna a mimare la texture delle ultime grigliate in spiaggia.
Sul dessert aleggia, infine, una cauta promessa zuccherina: nonostante la scelta classicheggiante di Crème brûlée e Macaron al tiramisù ghiacciato, Anzidei sembra avere il polso della situazione nel creare sottili alchimie conclusive. La nostra lode va, comunque, al Babà 100% cioccolato, che a dispetto della generosa farcitura osa un affondo amaricante niente male.
Una costante armonica pure nei dolci da credenza e nelle pietanze calde del buffet mattutino, dalla crostata di visciole ai pancakes spugnosi, per concludere con l'omelette farcita di verdure in padella. Li gustiamo "seduti in una cartolina", il Vaticano davanti e il cappuccino che fuma...buongiorno, Roma, da qui appari opulenta come la nostra colazione intercontinentale.
Contatti
Atlante Star- Les Etoiles
Via dei Bastioni, 1, 00193 Roma RM
Telefono: 06 686386
Menu: terrazzalesetoiles.com