Al 24 di Calle Velazquez, dalla prossima estate, prenderà vita la nuova cucina di Ramón Freixa: un inno alla diversificazione dei format, dove la “locanda” convive col gourmet.
La notizia
Quando nasci con il talento e la creatività di Ramón Freixa e li coltivi con passione e profonda dedizione, non c’è alcun successo o riconoscimento che possa fermarti: la necessità di evolversi e di esplorare nuovi orizzonti resta irrefrenabile. Dopo oltre trent’anni di carriera, una vita trascorsa a coltivare il DNA trasmessogli dai nonni panificatori e dai genitori ristoratori, un palmares che farebbe vita a chiunque e due stelle Michelin conquistate in un baleno e mantenute per ben 14 anni, lo scorso 13 settembre Freixa ha annunciato che questo dicembre si concluderà il capitolo dedicato al suo ristorante due stelle Michelin, all'interno dell’Hotel Unico, a Madrid. Una scelta dettata, non certo dal volersi riposare o per rimanere con le mani in mano, ma anzi dalla voglia di continuare “a fare”. È proprio il caso di dire “si chiude una porta" o "meglio chiudi una porta e apri un portone”.
Sempre nella capitale iberica, nell'estate 2025, lo chef di origine catalana inaugurerà un nuovo ristorante che porterà il suo nome. Il locale al 24 di Calle Velazquez si svilupperà su una superficie di 600 mq e -questa la vera novità!- ospiterà due concept nel medesimo ambiente: uno dedicato a un “ristorante tradizionale”, l’altro a una proposta più ricercata. “Mi rende molto felice di annunciare questa nuova tappa che rappresenta un sogno diventato realtà. Sto vivendo il mio miglior momento personale e professionale per affrontare da solo questo grande progetto con cui riaffermare, ancora di più, il mio impegno verso la tradizione e l'avanguardia, capaci di coesistere.
Voglio esprimere la mia gratitudine a Pau Guardans, presidente e fondatore di Único Hotels, per questi 15 anni di felicità culinaria in quella che è stata la mia casa. Continueremo con questo progetto fino alla fine del 2024 con lo stesso entusiasmo e gratitudine con cui abbiamo lavorato tutto questo tempo. E’ un addio temporaneo per i nostri clienti e amici, un arrivederci per accoglierli presto con tutta l'eccitazione nella mia nuova casa”, ha confidato lo chef a Infobae. Non mancherà, dunque, la locanda, con una proposta maggiormente accessibile e legata agli usi locali. Un modo per concedere a chi ne ha voglia i famosi piatti tipici.
Fermo restando che “la mia cucina si basa su tre elementi: prodotto, tecnica e sentimento. Dal più semplice al più sofisticato, il prodotto è la star e il fondamento della mia cucina. Radicato nella tradizione, sperimento per creare nuove ricette che sorprendano le persone e, soprattutto, che vengano apprezzate, perché cucinare è piacere e sapore. Ed è per questo che cucino, perché è un modo per rendere felici le persone. Si potrebbe dire che sono uno chef di sensazioni, sentimenti e intuizioni”, ha sempre detto parlando di sè. Come lui stesso ha dichiarato, nessun addio quindi, ma un arrivederci carico di entusiasmo.