I progetti e i sogni dei Costa sono in costante espansione: il 26 settembre, a Milano, Michil Costa e Nicolò Bagna hanno ritirato il premio Best Sustainability Program durante la premiazione dei Best Luxury Hotels Awards; l’Hotel La Perla si è distinto per l’ineguagliabile dedizione nella transizione ecologica. Inoltre, è stato annunciato che il 6 dicembre 2024 aprirà l’Alpine Hotel Gran Fodá, il quarto rifugio di montagna della famiglia, anch’esso focalizzato sul turismo sostenibile e sull’economia del benessere comune.
La notizia
Le Dolomiti, frastagliate e imponenti, stimolano sensazioni opposte negli occhi di chi le osserva, soggezione ed estasi, in particolar modo al tramonto, quando le vette si colorano di un arancione rosato, grazie all’enrosadira. Qui i fenomeni atmosferici scolpiscono lentamente il paesaggio, alcune sagome scompaiono, altre sbucano dietro le soffici nuvole ad alta quota. Il sole si rispecchia sul dorso dei monti, accarezzandoli dolcemente, mentre un venticello leggero li solletica.
Quando arriva il freddo, invece, i fiocchi di neve si adagiano sui rami, attecchiscono al suolo e sui tetti; candidi e delicati rivestono i sentieri, attenuando il rumore dei passi e generando una quiete ovattata. Il silenzio riecheggia, o meglio, suona una musica tutta sua. Durante l’inverno, in una delle principali valli ladine, la Val Badia, è udibile solo un fruscio, l’aria fresca arrossa le guance e punzecchia l’estremità delle dita delle mani. Ogni angolo, incontaminato, invita gli avventori a fermarsi un momento e ad ammirare la magnifica tela che li avvolge. Località, come quella di Corvara, si trasformano in un’oasi di serenità per chi ama stare a stretto contatto con la natura: i tragitti da poter percorrere a piedi sono diversi e si snodano in foreste ricolme di piante, animali e alberi, prati in fiore e ripari confortevoli.
Avviato da Ernesto Costa nel 1956 e portato avanti dai figli con dedizione, nonché rara attenzione al fattore umano, l’Hotel La Perla (oggi la “casa” più rinomata delle Alpi, primo Leading Hotel of the World dell’Alto Adige) si conferma un rifugio intimo lontano dal frastuono cittadino, dove il legame instaurato con l’ecosistema regna sovrano e l’anima della terra si esprime sincera. La genuinità è parte integrante del progetto, la sostenibilità un suo pilastro ineluttabile.
Motivo per cui la struttura ha oggi vinto il Best Sustainability Program, uno dei 10 premi del Best Luxury Hotels Awards, per l’impegno costante nel voler salvaguardare con tenacia il bene comune e la cooperazione. Da oltre 15 anni lo staff gestisce l’attività seguendo principi volti alla responsabilità sociale, cogestione democratica e solidarietà. Non c’è profitto che regga a discapito dell’ambiente, nessun tipo di guadagno è giustificabile se poi comporta danni o conseguenze negative, per il pianeta e gli autoctoni.
Del resto, Michil Costa non è un imprenditore come tanti, ma un pensatore con la capacità di concretizzare la sua visione etica in un’ospitalità ramificata, che da tempo ingloba anche la Costa Family Foundation (organizzazione solidale senza scopo di lucro). Insieme al direttore Nicolò Bagna, Michil porta avanti i valori dell’albergatore a tutto tondo, ponendosi le domande giuste e trovando soluzioni non sempre facili, ma virtuose (vedi la diminuzione del consumo di carne, l’ottimizzazione del rendimento energetico, la serenità dei dipendenti). L’idea di esaltare “ciò che manca”, piuttosto che ciò che già si possiede, sta alla base di una filosofia essenziale, che ricerca la felicità e la bellezza nelle piccole cose, come nei sorrisi spontanei della squadra.
Una visione del turismo rara, senza limiti, tant’è che a gennaio 2025 i pionieri dell’accoglienza su misura, determinati come non mai, sperano di ottenere la Global Sustainable Tourism Award, riconoscimento internazionale che mira ad incoraggiare a implementare strategie che minimizzino gli impatti e preservino il più possibile le risorse di un microcosmo tanto bello quanto fragile.
Ma le novità non finiscono qui! Con l’arrivo del foliage, l’aura dorata, il profumo della vegetazione e dei prodotti tipici autunnali, spunta l’Alpine Hotel Gran Fodá a San Viglio di Marebbe al passo Furcia. Il più recente alloggio della famiglia aprirà al pubblico il 6 dicembre 2024, e sorgerà dove un tempo c’era un pascolo: le pecore erano solite ruminare di giorno, mentre di notte tornavano a riposare nell’ovile.
Luogo suggestivo, fra i sottili filamenti d’erba, dotato di 18 stanze, con vista sul Sas de Pütia e la Marmolada, affaccia sulle piste da sci del comprensorio Plan de Corones. Certificato Casa Clima A, riflette inoltre i fondamenti già radicati nei cuori dei proprietari.
Il ristorante è curato dallo chef della Stüa de Michil, Simone Cantafio, che seleziona le materie prime con cura acquistando solo quanto è rigorosamente locale. I piatti prendono ispirazione dalla cucina tirolese, reinterpretazioni stuzzicanti dei grandi classici, arricchite da ingredienti 100% biologici ed equo-solidali.
Una dimensione eterea rinvigorente, dove lo spirito si lascia completamente andare per abbracciare gli immensi spazi circostanti, respira puntando lo sguardo al cielo, rosseggiante al crepuscolo e puntellato di astri al buio. Un’occasione per fuggire dalla realtà, ritrovandosi di fronte a uno spettacolo che ha poco a che fare con l’immaginazione. In questo caso l’ingegno e la perseveranza sono stati cruciali per tutelare un santuario paradisiaco incastonato sulle montagne.