Dove mangiare in Italia Guida Michelin

Michelin Italia, 8 nuovi ristoranti in guida a settembre: ecco quali

di:
Asia Torreggianti
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copertina Luca Abbruzzino

Ogni anno gli ispettori della Rossa visitano numerosi ristoranti per garantire il regolare aggiornamento della selezione italiana. Le new entry vengono segnalate di mese in mese sul sito ufficiale e sull’applicazione, e sono riconoscibili grazie alla dicitura “Novità’”. Il processo di valutazione, discreto e accurato, assicura che le insegne emergenti e degne di nota vengano scoperte man mano dagli utenti. A settembre 2024 sono ben 8 i locali individuati e riportati nel fitto catalogo. Tuttavia, le stelle Michelin, le Stelle Verdi e i Bib Gourmand verranno annunciati e svelati solo in occasione della cerimonia annuale.

La notizia

Se foste alla ricerca di nuovi indirizzi dove poter vivere esperienze gourmet significative, anche questo mese ci hanno pensato gli ispettori della Guida Michelin a segnalarcene qualcuno, 8 per la precisione, sparsi in tutta Italia. Ristoranti imperdibili, per chi ama mangiare bene e vuole sempre stare al passo con i tempi. Annotatevi questi nomi, potrebbero aspirare a brillare fra le stelle in futuro!

Abbruzzino Oltre - Lamezia Terme CZ

Abbruzzino PS
 

Abbruzzino Oltre si trova all’interno del Palazzo Greco Stella a Lamezia Terme, luogo dove si fondono armoniosamente ospitalità, arte e gastronomia. L’atmosfera è intima e calorosa, sia nel salottino, zona relax dove godersi l’aperitivo di benvenuto, sia all’interno delle due sale, ambienti ideati per degustare il menu a sorpresa dello chef Luca Abbruzzino. Il giovane ha una passione innata per la cucina e per il territorio, dal quale trae costante ispirazione. I piatti che propone sono frutto di un’attenta ricerca, di uno studio approfondito, di una tecnica impeccabile e di un’inesauribile creatività, ne sono un esempio significativo la pescatrice dry aged al sesamo nero, lo spaghetto al sugo di triglia, e il piccione con pesca e pomodoro. Inoltre, il locale si distingue per la meticolosa consulenza del maître-sommelier, il quale assiste i commensali durante la scelta dei vini e suggerisce quali etichette prediligere in base alle portate, curando quindi ogni abbinamento nei minimi dettagli. Insomma, l'esperienza qui è cucita su misura.

Aria – Lavagna GE

Plin al bagnun di acciughe Ristorante Aria PS
 

Una splendida vista al tramonto su uno dei borghi di pescatori più belli d’Italia e sulle sue casette color pastello, Portofino, è quello che serve per rigenerarsi completamente. Aria, ristorante di Villa Riviera, è aperto tutti i giorni a cena, da aprile a ottobre; ad accogliere gli ospiti è il pesce, protagonista indiscusso della tavola, e del mare che circonda la zona, assieme agli ortaggi e alle erbe aromatiche, esclusivamente di stagione e regionali. Lo chef Matteo Armanino mette a punto accuratamente il menu, dalla panificazione alla lavorazione della pasta, fino al dolce. A tal proposito è da provare “La mia Liguria”, che unisce elementi della riviera come basilico, olive, pinoli al cioccolato bianco e al gelato al fiordilatte. Abbinamenti audaci, non dati per scontati vi sorprenderanno.

Brezza fish and chill – Soverato CZ

Brezza fish and Chill PS
 

A Soverato, il paradiso degli ippocampi, si trova Brezza fish and chill, localino rilassato e alternativo di Luca Abbruzzino. Come s’intende dal nome, il menu offre una vasta selezione di portate a base di pesce, reinterpretate in chiave street, come panini dai gusti molto particolari, fra cui quello ripieno di tataki di ricciola, maio alle ostriche, insalatina, cavolo, viola e mela verde; wrap, farcite con kebab di pesce, cipolla in carpione, misticanza, concassè di peperoni e salsa yogurt; insalate, fritti, friselle, ma anche crudi, tartare e carpacci freschissimi. Non mancano di certo i dolci, semplici ma d’effetto. Degna di nota è la carta dei signature cocktail, colorati e allegri come la composizione dei piatti, da sorseggiare durante il pasto o dopo cena. E se non sapete scegliere, affidatevi ai bartender, sanno il fatto loro.

Donevandro – Popoli PE

Chef Donevandro PS
 

Dopo l’accademia, lo chef Pierluigi Antonucci decide di trasferirsi a Milano e di dedicarsi attivamente alla pittura, ma c’è qualcosa di profondo che lo richiama nella sua terra natia, l’Abruzzo. L’amore per la cucina, trasmesso dalla nonna e dalla mamma, è ciò che lo ispira ad aprire Don Evandro a Popoli, nome che omaggia il nonno, proveniente da una famiglia di pescatori di gamberi. Le sue ricette, personali e contemporanee, vengono direttamente dipinte sui fondi di ceramica, tele non convenzionali sulle quali può esprimere l’essenza recondita dell’anima, e l’arte che gli scorre nelle vene. La materia prima, utilizzata sapientemente, proviene da paesaggi diversificati, da maestose montagne, gli Appennini, da colline ondulate, frastagliate dai calanchi, dalla costa adriatica, e da fertili pianure, habitat della fauna locale. Parliamo ad esempio dell’agnello, della ricotta di pecora, dello zafferano e della trota. L’aria che si respira è serena e distesa, ottima per passare una serata in compagnia, fra risate e calici.

Indigeno – Montepulciano SI

Indigeno Salcheto PS
 

A Salcheto, fra le morbide colline del Montepulciano, c’è un nuovo ristorante nascosto all’interno di un’azienda vinicola, precedentemente casolare del Duecento. Indigeno in realtà è uno spazio sostenibile, dove poter prendere coscienza del cambiamento climatico e di ciò che esso comporta all’ambiente. Ad esempio, la carne alla brace viene servita in quantità adeguata, la dose corrisponde a quella settimanale, che occorre per ridurre le emissioni globali. Il pane invece, viene sfornato quotidianamente, fatto con lievito madre e grani antichi dell’Azienda Agricola il Poggione di Sarteano, indispensabile per la scarpetta, magari con i sughetti o con l’uovo Parisi. In carta è presente anche la cacciagione, cinghiale in umido, petto d’oca e capriolo. Quasi tutto è di produzione propria, casalingo, o proveniente dai local vicini, come pure il vino.

La locanda di Fabio e Vale – Offanengo CR

La Locanda di Fabio e Vale PS
 

Adiacente a Crema, Offanengo ospita La Locanda di Fabio e Vale, caratterizzata da mattoni a vista e travi trattate mediante un processo di sabbiatura. Gli interni sono caldi e luminosi, adatti a ogni tipo di ricorrenza, che si tratti di una cena romantica, a deux, o un evento che comprenda più persone. Le pietanze, di carne e di pesce, sono marcate da un gusto deciso, estro e inventiva; il file rouge che le accomuna è la qualità mixata a uno sprazzo di coraggio, inoltre, con dell’anticipo è possibile richiedere opzioni vegetariane e vegane. Gli ingredienti vengono esaminati a priori e assaggiati dallo staff, per questo vengono individuati tutti quei produttori che adottano una determinata filosofia, volta al benessere animale, alla pesca sostenibile, e al rispetto nei confronti delle pratiche agricole.

Locanda di Nonna Ida – Marano di Valpolicella MR

Uovo in camicia fonduta di monte veronese giovane asparagi bianchi e verdi di mambrotta e tartufo nero Nonna Ida PS
 

Mauro Caldaroni è lo chef della Locanda di Nonna Ida, incorniciata fra i vigneti del Valpolicella e le malghe della bassa Lessinia, tappezzate di fiori nel periodo estivo, e adornata da rigogliosi alberi di ciliegio e olivi. Gentile, così si può definire il suo approccio ai fornelli, tiene infatti conto delle tradizioni culinarie antiche rivolgendo lo sguardo verso l’orizzonte. Dalla pasta fatta in casa stesa ad hoc, come una volta, speciali i ravioli ripieni di patate, porro brasato, tartare di gamberi, pomodoro confit e caviale di aringa, e le tagliatelle con coniglio, fave, pecorino romano e pepe nero di Sarawak; ai succulenti tagli di carne, costata di cavallo servita con patate cotte sotto cenere l'etto, e la tartare di pecora Brogna, salsa all’uovo e tartufo nero uncinato. In conclusione, vi sentirete pervasi e avvolti da un turbine di genuinità e vigore.

Vert Osteria Contemporanea – Caprino Veronese VR

RIsotto e lingua brasata Vert Osteria Contemporanea PS
 

Vert Osteria Contemporanea di Greta e Corinne si trova in un casale storico a Caprino Veronese. Quando è bel tempo è ottimale mangiare in veranda poiché affaccia sul giardino, all’ombra del verde, circondati dalla natura, e dal profumo dell’erba appena tagliata. Figure centrali all’interno del menu sono erbette spontanee, facilmente reperibili intorno al podere, fiori di sambuco e foglie d’ortica, impiegate nella realizzazione dei primi, come tortelli e gnocchi fatti a mano. Le specialità sono molteplici e spaziano tra piatti unici e rivisitati, un grande classico senza tempo è l’iconica guancia brasata all’Amarone oppure il carpaccio di carne salada e tartufo nero. Sono oltretutto disponibili manicaretti a base di trota, per chi segue una dieta specifica.

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