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Carles Gaig, 76 anni e 50 di carriera: “Io autodidatta puro, mai andato a scuola di cucina”

di:
Asia Torreggianti
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Lo Chef Catalano, ex stella Michelin, Carles Gaig, occupa una posizione di rilievo nel panorama della cucina catalana, quella autentica. A 76 anni è ancora inarrestabile, si dedica costantemente a trasmettere le tradizioni della sua famiglia e delle generazioni passate.

La notizia 

Rappresentante della quarta generazione di una famiglia catalana dedita alla gastronomia, Charles Gaig, alla veneranda età di 76 anni, continua a meravigliare il pubblico. Si racconta a El National, cristallino come pochi svela ai lettori quali sono i suoi gusti, le passioni che lo coinvolgono maggiormente, le ricette a cui è più legato, il segreto dietro una carriera longeva e serena, basata sull’affetto di una famiglia che inizialmente aveva poco, ma che nel tempo è riuscita a crescere e rafforzarsi grazie all'amore, alla solidarietà e al sostegno reciproco. Pur partendo da condizioni modeste, ha costruito una solida realtà, fondata su valori profondi e sul desiderio di affrontare insieme le sfide della vita, trasformando ogni difficoltà in un'opportunità.

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Non so proprio quando andrò in pensione. Per questo, spronato da mia moglie e dalle mie figlie, ho deciso di pubblicare il mio primo libro” afferma lo Chef. E continua: “È una lettura accessibile, che sicuramente affascinerà tutti gli amanti della cucina tradizionale catalana. Potrebbe persino ispirarli, magari nel fine settimana, a mettersi ai fornelli e sperimentare nuovi piatti e approfondendo la storia di una comunità autonoma vibrante”.

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Autodidatta, si è ritrovato catapultato nell’osteria appartenente alla sua famiglia a soli ventun anni, quando sua madre, diabetica, è diventata cieca. Inizialmente dava una mano a preparare arrosti, fricandós e cannelloni, specialità che lo identifica maggiormente, aveva 5/6 anni quando faceva andare la manovella del tritacarne nei giorni di festa.

Carles Gaig Cannelloni PS
 

Non sono mai potuto andare in una scuola, anche se ce n’era una a Madrid. Le circostanze mi hanno portato a lavorare fin da giovane. Alla fine, è stato un bene, altrimenti non sarei mai arrivato dove sono ora, è così che ho affinato il mio stile personale e la tecnica. Quando avevo del tempo libero visitavo diversi ristoranti, scovavo profumi e sapori nuovi, così sono migliorato e ho capito che a me piaceva altro rispetto al precedente modus operandi dell’attività di famiglia. Mi sono via via evoluto”. Certo è che deve tutto alle sue donne, figure fondamentali e influenti “l’essenza della cucina catalana risiede da sempre nelle mani delle mamme”.

Carles Gaig Bunyols de bacalla al punt de sal PS
 

L’incontro con personalità di spicco come Carme Rustcheda, Santi Santamaria o Ferran Adrià, hanno segnato la svolta per Gaig dal punto di vista professionale, inoltre, alcuni viaggi di lavoro oltre confine hanno sancito l’inizio di amicizie durature e gli hanno permesso di guardare oltre e approfondire. Stimatissimo dai grandissimi come Roca o Jubany, elogiato come “Faro della cucina catalana”, tende a rimanere umile, parla piuttosto di generosità reciproca, nessuna invidia fra colleghi ma stima e ammirazione bilaterale. Il rapporto che si è instaurato fra Chef di prestigio non ha nulla a che vedere con ciò che accadeva negli anni ’80, lo testimonia CarlesDecenni fa i cuochi erano egoisti, tenevano per loro i segreti del mestiere. Semmai oggi avessi dei dubbi o domande sarebbero tutti molto felici di rispondermi. Alle volte chiamo Joan Roca e gli chiedo consigli sulle temperature, tempi di cottura e così via. Apprezzo molto la nuova generazione ma non mi sento al loro stesso livello, i miei ‘fratelli’ mi hanno superato.

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Nonostante la sua attrazione per l'avanguardia, così come per l'estetica, non dimentica mai di preservare le radici. “Basta adattare le vecchie usanze ai tempi moderni. Il nostro patrimonio culturale va protetto e tutelato. Vi siete mai chiesti da dove viene e com’è nata la pietanza che state realizzando? Questa domanda bisognerebbe porsela anche fra le mura domestiche, i giovani, uomini e donne, dovrebbero smettere di ordinare sushi d’asporto, o hamburger, piuttosto sarebbe meglio che ricominciassero a fare la spesa, acquistare i prodotti giusti, della nostra terra”.

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In una zona geograficamente ricca come quella della Catalogna non è difficile seguire la stagionalità: è bagnata da due tipi di mari, quello del Basso Tarragonès e quello del Gironès; viene attraversata dalle terre aride di Lleida, dalla pianura di Manresa e da alte montagne. Nonostante le dimensioni ridotte i beni da poter reperire sono un’infinità, proprio quelli che utilizza Gaig per realizzare la moltitudine di prelibatezze del suo menu.

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Pilastro, il cui impatto va ben oltre i riconoscimenti ottenuti, si è sempre battuto per mantenere vive le sue credenze. La sua dedizione, unita alla capacità di adeguarsi, ha lasciato un’impronta indelebile e continua a ispirare le nuove leve. Il suo lascito non è solo nel repertorio che ha creato, ma anche nell’amore incondizionato che ha comunicato. "La stella Michelin? Sì, l’ho persa, ma non voglio riaverla. Ho già ricevuto sufficiente riconoscimento e sono molto grato per questo. La mia soddisfazione più grande è vedere i ragazzi brillare. Il futuro è loro, e io sono felice di aver contribuito a prepararlo”.

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