A Cernobbio, sul Lago di Como, scoppia la polemica: al ristorante Il Gatto Nero, il coperto per un tavolo in prima fila, con vista lago, arriva a ben 15 euro, e i prezzi sul menu non sono da meno. Ma quanto siamo disposti a pagare per mangiare di fronte a un panorama esclusivo?
La notizia
Celebre al pari di Amalfi, Positano o Taormina, Cernobbio è un comune italiano in provincia di Como, rinomato a livello internazionale come meta turistica di prestigio, tanto da affascinare persino gli americani. Tra i simboli che conferiscono importanza al borgo spiccano Villa d’Este e Villa Erba, oltre a una veduta suggestiva che incanta in qualsiasi momento della giornata o della notte.
Proprio quest’ultima è diventata la fortuna di molti ristoratori della zona, e una sventura per i clienti. I visitatori, spesso senza saperlo, si trovano a dover affrontare conti notevolmente gonfiati. Il primato lo detiene Il Gatto Nero, locale caratterizzato da un’ottima panoramica: la terrazza affaccia sul lago, e su di essa è disposta la prima fila di tavoli, sui quali accomodarsi implica un coperto di 15 euro a persona. I posti a sedere poco distanti dalla balaustra sono leggermente più economici, 8 euro, cifra comunque esagerata rispetto ad altri ristoranti di alto livello situati a Milano o Venezia, al Biffi ad esempio il supplemento è di 6 euro.
Per non parlare del listino sul menu, gli antipasti si aggirano intorno ai 24-30 euro, un piatto di pasta 28 euro e i secondi partono dai 34 euro in su, dati riportati da Huffpost. E meno male che non vanta alcun tipo di riconoscimento particolare o stelle Michelin, altrimenti risulterebbe inaccessibile anche ai più facoltosi.
La precedente gestione ne ha condizionato la fama, George Clooney era un frequentatore regolare, come pure l’immediata prossimità agli hotel cinque stelle che circondano il Lario. Ciò non giustifica affatto l'aggiunta del 15-20% sullo scontrino. Sebbene non vi sia nulla di illegale - dato che la tassa di servizio è indicata sul cartaceo come previsto dalla legge - il sito web, utilizzato necessariamente per le prenotazioni, e consultato prima di effettuare l’ordinazione, non riporta tale informazione.
Una trappola astuta e subdola, che sfrutta la mancanza di esperienza dei malcapitati, i quali si ritrovano davanti alla cassa sbalorditi, costretti ovviamente ad affrontare una spesa finale più che onerosa. Questa tattica non solo delude i nuovi avventori, ma mina anche la loro fiducia, rendendo meno probabile un loro ritorno futuro.