Alberto Faccani l’accoglienza ce l’ha nel sangue: il nuovo Magnolia mette in tavola piatti dalla tecnica ineccepibile, che appagano la gola e celebrano una grande materia prima. Tutto nell’incanto bucolico di Villa Margherita.
Ristorante Magnolia
La storia
L’albero della magnolia ricorre spesso nella vita di Alberto Faccani: “Mi ha sempre accompagnato, per vent’anni della mia vita, ogni volta che aprivo la mia finestra sul verde me la trovavo davanti, con le sue foglie vellutate e smeraldo. E la cosa divertente è che qui ce n’è una gigante.”
‘Qui’ è Villa Margherita, luogo ameno sui colli romagnoli di Longiano dove Alberto ha trasferito il suo ristorante, nato nel 2003 a Cesenatico, un relais con poche camere di sobria eleganza nascosto nel verde. Elegante ed essenziale anche la sala dalle ampie vetrate in cui si trova il nuovo Magnolia, due stelle Michelin in cui soddisfare allo stesso modo occhi e gola.
“A Cesenatico il ristorante aveva dato tutto, era stato spremuto e gli spazi non erano più adeguati. Mi è spiaciuto spostarmi, ma qui a Longiano gli ospiti godono di un’altra atmosfera, hanno un’intimità maggiore e possono fare un’esperienza ‘totale’, staccando dalla vita di tutti i giorni, godendosi la vista e il parco botanico.” Alberto ha ragione, perché quassù vale la pena arrivarci presto - dormirci magari – e approfittare della grande piscina che dà sui colli. La prima stella è arrivata quasi subito, nel 2005, dodici anni dopo, la seconda.
Meritata, perché questo sorridente chef quarantasettenne (non li dimostra, però) è sempre stato parecchio determinato:” Mi sento più imprenditore che cuoco, ma bisogna esserlo per forza: investo continuamente sul cliente, dopo ventun anni in teoria non si fanno più molti cambiamenti, ma per quanto mi riguarda ogni mossa dev’essere un plus per chi viene da noi”.
Esperienze di rilievo, all’Enoteca Pinchiorri a Firenze e a Castrocaro allo storico La Frasca, ispirazioni professionali dichiarate per l’Adrià di El Bulli e per Le Calandre di Massimiliano Alajmo, fresco numero dieci per la 50 Best, pare che Alberto Faccani avesse già in testa di fare questo mestiere da piccolissimo.
Il ristorante
Sul fatto che abbia l’accoglienza nel sangue, c’è poco da dubitare, soprattutto perché ha saputo dotarsi di una squadra di prim’ordine che si prende cura degli ospiti con quella che non è soltanto solerzia del mestiere, ma è proprio il piacere di farlo.
Come Debora Fiumi, direttrice di sala, oppure del grande Andrea Fiorini, uno di quei sommelier che lungi dal tirarsela con boria enologica spocchiosa riescono a realizzare abbinamenti in cui si può spaziare dalla Romagna, alla Francia o alla Germania con idee sempre brillanti. E poi dietro le quinte, a metter mano ai piatti, giovani cuochi esperti del calibro di Andrea Vailati e Marco Garattoni.
Ecco che allora al Magnolia non si può che star bene, da quando si arriva a quando ci si alza da tavola. Le regole non sono molte: grande materia prima (ora al pesce, preponderante prima, si aggiungono ancora di più elementi terragni), tecniche ineccepibili, una complessità ben governata e mai fuori dalle righe, rivolta più alla gola che al pensiero. Con risultati che lasciano decisamente appagati, da amuse bouche elegantissimi come il flan di erbe con bottarga e limone al bao al vapore, fritto e cefalo.
I piatti
Si trova una grande freschezza nell’insalata di pesche con gelato alla mandorla, limone e basilico. Elegante l’ostrica Gilardeau ‘alla mugnaia’ con amaranto soffiato, erba cipollina e olio al prezzemolo. Di notevole finezza lo scampo cotto nel burro e accompagnato da baccello e ‘sferici’ di piselli, servito con caviale e salsa al cocco.
Golosissima la seppia nostrana arrosto con pralinato e gelato di pistacchio, limone, capperi, asparagi e il nero del mollusco. Magnifici bocconi anche con i bottoni ripieni di canocchia con beurre blanc, salsa pane, prezzemolo, olio verde e ‘cappuccino’ dello stesso crostaceo.
Il riso ‘Riviera Adriatica’, realizzato con brodetto di mare, cozze, alghe e nero di seppia, è sempre un piccolo capolavoro, tanto da guardare quanto da gustare. Buonissime anche le tagliatelle di calamaro alla carbonara con tuorlo, Pecorino, guanciale arrosto e tartufo, un sacco di tartufo. Di grande succulenza il germano arrosto, rigenerato alla brace e servito con aglio orsino, asparagi, spugnole, i suoi fegatini, funghi champignon e acetosa. E sul goloso estremo si rimane con l’animella fritta nel burro e servita con menta, mandorla e insalata arrosto.
Si torna alla freschezza con il predessert a base di lampone e frutti rossi, rabarbaro e rapa rossa. Prima della sontuosa piccola pasticceria, il dessert: ‘cocco tropicale’, ananas caramellato, gelato al passion fruit e spuma al cocco e lime.
Poi, tra settembre e ottobre, un’altra novità. Si tratta di un nuovo ristorante a Cesenatico sotto lo sguardo di Alberto, come lo preannuncia lui: ‘un ristorante di pesce classico in un ambiente moderno’. E anche lì ci sarà da divertirsi.
Indirizzo
Magnolia Ristorante
Viale Trento, 31 – 47042 Cesenatico (FC)
Tel: +39 0547 81598
Sito web