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No show: ristorante impone 250€ di penale, ma il cliente era in ospedale. È polemica

di:
Sveva Valeria Castegnaro
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copertina no show cliente

Il no show che ha fatto impazzire una ristoratrice di Boston divide il web e accende il dibattito: è giusto far pagare la penale per una motivazione seria come un improvviso ricovero ospedaliero? Diteci la vostra.

La notizia

La richiesta di una carta di credito per tutelarsi ed evitare i no show o le cancellazioni dell’ultimo minuto è una politica ormai adottata da molti ristoranti e accettata, più o meno volentieri, dalla maggior parte dei commensali. Tuttavia, l’episodio che ha visto coinvolti Jen Royle, proprietaria del ristorante Table di Boston, e Mr. Trevor Chauvin- De Caro, ha scosso molto le anime del web. “Storia folle in arrivo. Il mese scorso abbiamo dovuto cancellare il nostro viaggio a Boston dopo il mio ricovero in ospedale. Di conseguenza ho dovuto utilizzare un'assicurazione di viaggio per riavere i miei soldi delle prenotazioni di hotel, treni e ristoranti. Oggi ho ricevuto questo messaggio da @tableboston", è l’inizio del thread-scintilla che ha scatenato l’incendio.

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@Rawpixel.com - Shutterstock

Il racconto di Chauvin-DeCaro (riportato nel dettaglio dal The Independent) prosegue, poi, con lo screenshot dei messaggi ricevuti su Instagram dalla proprietaria del locale dopo essere stata contatta dall'assicurazione per rimborsare i 250€ di penale. “Ciao, Trevor, sono la titolare del ristorante TABLE a Boston. Volevo solo ringraziarti personalmente per aver 'fregato' il mio ristorante e il mio staff quando hai contestato la tua penale di cancellazione. Spero davvero che in futuro avrete più rispetto per i ristoranti, soprattutto per le piccole imprese come la mia. Patetico”, si legge dallo screenshot. “Sono sconvolto per il comportamento mostrato nei confronti di un cliente. È assurdo che il proprietario di un locale veda la richiesta di risarcimento dell’assicurazione di viaggio e poi vada a cercarlo su Instagram per insultarlo”, ha risposto in DM Chauvin-DeCaro. Nonostante, infatti, sul sito web di Table sia precisato che "le cancellazioni nello stesso giorno e le mancate presentazioni vengono addebitate a prezzo intero e, dato che si tratta di un piccolo ristorante, non si ammettono eccezioni" forse questa “caccia alle streghe" tramite i social è andata un po’ oltre il confine “umano”, trattandosi di seri problemi di salute.

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Pubblicare post su di me sulle sue pagine aziendali e professionali: wow. Sono scioccato da questo comportamento. Non consiglierei mai di mangiare in un ristorante che tratta le persone in questo modo”, conclude Trevor. Anche se, poco dopo la pubblicazione dello scambio tra i due, tutti i contenuti social del ristorante sono stati cancellati o, comunque, resi privati, nulla è servito a placare il web, dove numerosi sono stati commenti a supporto del “commensale mancato”. “L’impresa è fallita. È finita. Il modo in cui si trattano le persone è un segno della forza dell’establishment. Se una cancellazione li sconvolge così tanto, hanno già fallito. Suggerirei loro di non cercare avvocati e spendere soldi, ma un consulente che possa aiutare la piccola attività a reagire e aggiustare il tiro”, scrive un utente; “Non ho mai sentito parlare di ristoranti che addebitano spese di cancellazione, ma forse perché è un posto di fascia alta? È triste che il proprietario di un ristorante arrivi a pensare di mandare un messaggio sgradevole, ritenendo che sia una buona mossa per lui e per la sua attività... non si dovrebbe prendere nulla così sul personale!!”, replica un altro.

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Tuttavia, c’è anche chi, sottolineando che Chauvin-DeCaro aveva acconsentito alla penale, sostiene Mrs. Royle: "La richiesta di una sorta di caparra non è rara nei ristoranti di lusso, altrimenti le persone potrebbero non presentarsi provocando una perdita di affari". Forse davvero questa volta il ristoratore è andato un po’ oltre il limite. Se, infatti, è più che giusto e lecito che i ristoratori si tutelino dai no show o dalle cancellazioni improvvise, è pur vero che esiste sempre il buon senso!

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