Nel 2005 Rodolphe e Christelle Regnauld hanno scelto di trasformare una vecchia locanda sulle rive dell’Allier in ristorante e tappa gourmet per gli amanti della buona cucina: la storia di Auberge du Pont è tradizione, creatività e rispetto per la natura.
LA STORIA
Una storia che sembra uscita da un romanzo e che profuma di sogni e intraprendenza. È la storia di Rodolphe e Christelle Regnauld. Del loro incontro avvenuto presso l’Auberge des Montagnes a Pailherols - Cantal e del cammino che hanno deciso di intraprendere insieme.
Rodolphe, originario della Bretagna, con una formazione al Lycée Hotelier di Dinard, si appassiona alla cucina fin da piccolo e, già all’età di 21 anni, diventa Chef portando avanti una idea culinaria estremamente particolare e personale. Christelle, natia del Cantal e con studi alberghieri al Lycée de Chamalières, condivide pienamente la passione per il mondo della ristorazione. Un comune denominatore che diventa fin da subito la loro forza e quella miccia capace di accendere il desiderio di progettare, di creare qualcosa in grado di rispecchiarli.
Ed è proprio nel loro viaggiare ed esplorare, racconta Food & Sens, che arrivano in un antico luogo dedito allo scambio fluviale nel XIX secolo, sulle rive dell’Allier, vicino a Clermont Ferrad. Proprio qui, dove lo scrosciare dell’acqua racconta di un tempo passato, trovano una locanda che decidono di sistemare e rimettere a nuovo. Quella locanda, nel 2005, aprirà per la prima volta le sue porte al pubblico con il nome di Auberge du Pont.
Ma farsi strada, in una zona votata alla tradizione e dalle salde abitudini a tavola, risulta tutt’altro che semplice. La risposta della clientela è inizialmente perplessa. Rodolphe non demorde e, con l'aiuto di Jean Marc Pourcher, presidente dei Toques d'Auvergne, trasforma l'Auberge in una destinazione gastronomica rinomata. Certamente, entrare a Auberge du Pont è soprattutto immergersi nella filosofia e personalità di Christelle e Rodolphe Regnauld, nel loro voler racchiudere tra queste mura, e nei piatti proposti, quello spirito di incontro e viaggio che tanto li rappresenta e che tanto richiama il luogo stesso in cui il ristorante sorge.
A caratterizzare Rodolphe non è soltanto la spiccata capacità culinaria, ma soprattutto la resilienza. Il suo crederci e saper resistere è risultato determinante anche quando un vasto incendio ha pesantemente danneggiato il ristorante. Ecco, anche in quella terribile situazione, non ha prevalso in lui lo sconforto: si è rimboccato le maniche insieme a Christelle, riuscendo a salvare la sua “casa” per continuare a lasciare il segno nel mondo della ristorazione.
LA CUCINA
La cucina di Rodolphe è una commistione di culture, quella della terra bretone e quella dell'Alvernia. Una unione espressa attraverso piatti in cui i prodotti locali rimangono protagonisti. La carne viene selezionata da allevamenti del territorio, gli ortaggi da contadini del posto e dal mercato, mentre il pesce principalmente dalla Bretagna con qualche tipicità ittica che giunge dalle acque dell’Alvernia. A fare il resto è la creatività dello chef che prende forma attraverso abbinamenti particolari e sapori autentici, senza eccessive lavorazioni. “Ci impegniamo a sostenere gli artigiani locali, mettendo in risalto la cultura e le tradizioni della nostra regione, senza ridurle a mero folclore. Ogni piatto racchiude un’esplosione di gusto e un omaggio al territorio che ci circonda”.
A contraddistinguerlo è un profondo rispetto per la natura, legame che ben si ritrova nell’approccio green riportato anche in cucina, nella gestione del ristorante e, addirittura, nell’azione di sensibilizzazione dei clienti sull'importanza della sostenibilità ambientale. “A Auberge du Pont ci preoccupiamo non solo delle persone ma anche dell’ambiente. Il nostro impegno quotidiano è verso azioni concrete di sostenibilità che allarghiamo ai nostri ospiti, invitandoli a scoprire la bellezza dei dintorni con mezzi di trasporto quali treno o bicicletta”. Uno spirito che lo porta a desiderare il riconoscimento della stella Verde Michelin, lui che ha ottenuto la prima “stella Rossa” e si dice essere in aria di seconda. Lui che è riuscito a trasformare Auberge du Pont in una tappa imperdibile per gli amanti della buona cucina.