Dalla rivista all’app moderna, fino ai progetti itineranti con altre associazioni: APCI non si ferma e presenta un folto calendario di attività per scrivere il futuro della cucina.
Se c’è una parola d’ordine che può distinguere APCI, acronimo di "Associazione Professionale Cuochi Italiani", è entusiasmo. Quello di Sonia Re, appassionata ed energica donna che della stessa associazione è direttore generale. APCI nasce nel 1998 e raduna un numero considerevole di professionisti, una dimensione davvero importante che non impedisce un forte sentire comune, grazie anche alla sua presenza diffusa a partire dall’Italia per arrivare in Europa e in tutto il mondo sia con le delegazioni estere sia con una rete di eventi a livello internazionale.
Secondo quanto afferma Sonia, infatti: “Mi piace dire che siamo una grande famiglia con una dimensione attenta alle persone e ai singoli territori. Il clima è quello della condivisione della professione e della ricerca di occasioni per il confronto e di strade comuni. In questo la pandemia ci ha aiutato a unirci anche nella quotidianità.” APCI, tra le sue risorse ha anche una rivista trimestrale di cultura enogastronomica – L’Arte in Cucina - che esce sia in formato digitale sia cartaceo. Recente è anche il rilascio di un’applicazione di proprietà, APCIChef, attraverso la quale l’Associazione veicola informazioni e contenuti ad associati e operatori del settore, ma è rivolta anche a un pubblico più generico.
APCI, oltre a presidiare regolarmente le principali fiere di settore e agli eventi della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, è anche parte di #FareRete, network di Associazioni del settore enogastronomico che ha lo scopo di relazionarsi con Enti e Istituzioni, partecipando ad esempio a occasioni di confronto importanti come il Tavolo della Gastronomia presso il Mipaaf e il Tavolo della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo presso il MAECI. Due sono i Congressi Nazionali organizzati da APCI ogni anno: il Simposio Stelle della Ristorazione e Les Toques Blanches d’Honneur, ovvero il “Conferimento dell’Onorificenza al Merito Professionale”.
Sonia Re sottolinea: “Ci piace affermare che i nostri Associati rappresentano il Volto e la Voce di questo comparto straordinario e spesso bistrattato, in un’ottica di divulgazione, (ri)qualificazione, promozione dell’identità e della cultura locale e nazionale e del ‘savoir faire’ tipico di ogni territorio.” A questo proposito è bene sottolineare anche come l’associazione sia attiva a tutti i livelli e rappresenti non soltanto l’apice e i grandi nomi, ma sia molto attenta a ogni espressione della cucina.
Continua Sonia Re: “APCI si propone come mission quotidiana a sostegno di una meravigliosa categoria, quella del Cuoco. Ma non chiamatela “Associazione per vecchi”: APCI è un oggi un luogo di incubazione per giovani chef dal grande talento: innovazione, provocazione e creatività sono infatti gli ingredienti essenziali di “APCI Chef LAB”, il nuovo progetto sperimentale con un approccio tanto semplice quanto rivoluzionario: quello della qualità senza compromessi. "Gli chef selezionati – giovani, emergenti, capaci di produrre “energia” culinaria – sapranno distinguersi (e stupirvi!) per la concreta e continuativa ‘militanza’ nella parte attiva della ristorazione moderna. A garanzia e supervisione del Team, inoltre, saranno presenti figure di spicco del comparto che, attraverso un lavoro di tutoring costante e mirato, sapranno garantire l’indipendenza e la congruità delle idee generate nel nostro “laboratorio”.
Altro obiettivo dell’associazione è promuovere un’evoluzione sostenibile in termini allargati della cucina, sottolineando quindi la necessità di tracciare una strada collettiva che comprenda l’interezza dei protagonisti di una filiera che racchiude molti attori, i quali devono poter collaborare tra loro in modo proficuo. Questo si evince anche dalle parole del Presidente Roberto Carcangiu “Parlare di buon senso in cucina significa impostare attività e buone pratiche quotidiane che puntino alla sostenibilità economica e umana della nostra professione. Dalla scelta all’acquisto degli ingredienti alla relazione con i produttori, dalla valutazione di tecniche e strumenti per cucinare alla trasformazione del prodotto, dal food cost di un piatto all’impegno professionale di ogni persona. Tutto ha un costo economico e non solo, e tutto deve trovare un punto di equilibrio perché sia possibile costruire un percorso sostenibile ed efficace”.