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The Dark Room: com’è il locale al buio e senza indirizzo che rivoluziona il fine dining

di:
Serena Curto
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copertina the dark room

Nel cuore di Manhattan lo chef Nicholas Tran svela il suo personale progetto home made: “The Dark Room”, dove convergono sapori di ispirazione asiatica e tecniche creative.

La notizia

In piena pandemia Covid, come la maggior parte degli chef, Nicholas Tran ha rintracciato nelle cene private nuovi stimoli professionali. Questa nuova visione di cucina ha dato origine a “The Dark Room”, un concetto di ristorazione cucito su misura, ingegnosamente situato nel suo appartamento di Manhattan, come racconta la Guida Michelin in uno speciale sul sito. Attingendo dalle varie esperienze compiute in ristoranti tre stelle Michelin (e con stella verde) come Quince a San Francisco e One Star Gramercy Tavern a New York, Tran riconosce l'impatto che ciò ha avuto sul suo approccio culinario. Ogni aspetto di The Dark Room, dal menu all'atmosfera, è profondamente radicato nell'eredità vietnamita dello chef e l’intera esperienza a tavola si sviluppa tenendo bene a mente l’idea della cena in comune.

the dark room
 

"Penso che la cosa più importante che ho imparato da mio padre vietnamita, così come da mia nonna, sia l'importanza di condividere un pasto con la famiglia e gli amici." Per gli ospiti, vivere l'esclusiva esperienza culinaria al The Dark Room è come entrare in casa (letteralmente) dello chef Nicholas Tran. La curiosità viene solleticata già al momento della prenotazione, dove il luogo rimane un segreto ben custodito fino al giorno della cena, conferendo così un’aura di mistero all’esperienza. Seduti attorno a un solo, intimo tavolo da 8 posti, gli ospiti si ritrovano a condividere con degli estranei questo esclusivo viaggio gastronomico.

the dark room joesantagato
@Joesantagato

L'approccio in cucina rispecchia il concetto giapponese di "omakase" (la creazione di un menu degustazione di sette portate ad opera dello chef), tuttavia ciò che distingue The Dark Room è la propensione di Tran per l'imprevedibilità. Il menu infatti è una vera e propria tela bianca su cui l’artista, in questo caso lo chef, può trasferire la sua creatività in maniera del tutto imprevedibile. Oltre agli incredibili piatti serviti, The Dark Room si presta senz’altro ad occasioni speciali grazie all’atmosfera intima e accogliente che conferisce a questo piccolo tempio della ristorazione un grande valore emotivo.

the dark room 3
 

Ricordando i suoi esordi nel mondo culinario, Tran dice: "Ho iniziato come lavapiatti a 21 anni, cercavo solo un lavoro estivo e non pensavo assolutamente di diventare uno chef. Osservare però i cuochi alle prese con coltelli affilati e fuochi ha provocato in me un immediato richiamo e ho pensato "non so cosa sta succedendo laggiù, ma voglio farne parte". Da lì ha lavorato in posti di rilievo per poi approdare nelle vivaci strade di New York City.

nicholas tran
 

Agli aspiranti chef, Tran consiglia la pazienza nell'imprenditorialità. "Non affrettatevi ad avviare un'attività in proprio. Prendetevi il ​​tempo per imparare quanto più possibile. Ho lavorato nei ristoranti per 14 anni prima di avviare The Dark Room. Viaggiate in luoghi lontani, mangiate e imparate. Il successo dipende dal sacrificio e dal duro lavoro. Non ci sono scorciatoie", incoraggia. E per quanto riguarda un futuro non troppo lontano, Tran accenna a un grande progetto in cantiere che amplierà gli orizzonti culinari a New York City.

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