Ferran Adrià si dice preoccupato per il futuro della cucina: "I migliori chef spagnoli hanno dai 45 anni in su".
L'opinione
In un'intervista a Gastro SER, Ferran Adrià fa delle considerazioni sull’attuale scenario culinario. Lo chef catalano è ancora in gran forma e si mostra con le idee più chiare che mai. Messo davanti allo strabiliante successo di DiverXO (appena premiato -il terzo anno consecutivo- da The Best Chef per l'eclettica cucina di Dabiz Muñoz, da molti definito il suo "successore"), sostiene di stimare molto il cuoco madrileno, "perché è una persona che lavora sodo e ha parecchio talento. Non si ferma mai. L'ho conosciuto nel vecchio ristorante e non si è mai fermato. Questa costanza lo rende unico; per arrivare lontano, infatti, nel nostro mondo bisogna avere sì creatività, che a lui non manca, ma anche passione e impegno". Aggiunge poi: "Se i tuoi colleghi sono creativi quanto te, ma tu ci metti più passione e impegno, li batterai. Credo che questo sia il grande valore. La perseveranza può far la differenza nel tempo".
Ferran Adrià ha incontrato molti chef di talento, naturalmente, ma assicura che spesso quella magia finisce per svanire: "Nei ristoranti di alto livello la cena sarà quasi sempre proposta attraverso un menu degustazione. Succede poi che se si ritorna qualche anno dopo, si potrà percepire nitidamente la mancata evoluzione e la perdita di creatività della cucina. Questo è uno dei grandi problemi dei ristoranti di oggi. In passato non esistevano menu lunghi, né l'obbligo di cambiarli due o tre volte l'anno, solo Pierre Gagnaire faceva un menu di 7-8 portate”.
Ciò che preoccupa maggiormente Ferran Adrià, tuttavia, non è tanto il futuro imminente, quanto ciò che accadrà tra 10 o 15 anni: "Quando ci si dedica alla creazione, ciò che determina il futuro è il termometro creativo, e sono poche le persone al mondo che lo tengono stabile. C'è una stampa di alto livello che detta tendenze, classifiche; ci sono poi i clienti con i loro feedback e, perché no, anche i social. Ma il valore creativo non dipende da nulla di tutto ciò”. La sua riflessione si conclude, ovviamente, con due parole sulla cucina spagnola: "Disfrutar e Diverxo saranno sicuramente presenti nei prossimi anni, ma quello che interessa a me, e credo a tutti, è che a 25 o 30 anni emerga qualcuno di brillante a livello mondiale. Dobbiamo pensare al futuro! Ciò che mi preme è che emergano un giovane uomo o una giovane donna di grande talento; cosa, tuttavia, non facile, perché quando ad esempio parliamo dei migliori chef in Spagna, questi hanno dai 45 anni in su”. E ancora: "Dobbiamo far sì che, se emerge qualche giovane molto brillante, possa trarre vantaggio dalla nostra esperienza. Solo così tra 10 o 15 anni potremo avere qualcuno al vertice. Almeno uno!"
Alla domanda sulle tendenze future, risponde senza remore: "L'offerta di Alchemist è ancora simile a quella che facevamo a elBulli. Tutti ci chiediamo quale sarà la prossima rivoluzione e credo che sarà in Cina. Sono andato nel 2017 e c'erano già giovani che facevano cucina cinese creativa. Se ne parla poco, ma sarebbe bello dedicare loro un congresso per vedere cosa sta succedendo perché ci sono molte tecniche e molti prodotti ancora a noi sconosciuti".
