Le recensioni online scatenano l’ennesima polemica tra ristoratori e commensali. Stavolta l’oggetto della discordia è il tempo di ordinazione: dopo 20 minuti un locale spagnolo ha mandato a casa i clienti che non avevano ancora scelto i piatti.
La notizia
La bagarre tra ristoratori e commensali continua. Questa volta teatro delle polemiche è Granada. Qualche giorno fa, infatti, un gruppo di clienti ha pubblicato su Google una recensione estremamente negativa, dopo essere stato congedato senza troppi riguardi da Pizzametro, famosa pizzeria della città andalusa. “Un vero peccato. I miei amici sono stati appena cacciati dal ristorante per aver impiegato venti minuti a ordinare. Va sottolineato che stavano già bevendo qualcosa. La situazione è assurda. Promettiamo di non ritornare”, ha scritto il gruppo, che, come riporta La Vanguardia, ha assegnato al locale una sola stella su cinque (ovvero il punteggio minimo).
La denuncia dei commensali è subito diventata virale anche grazie al tweet di @soycamarero, account Twitter che nella bio recita “El cliente NO siempre tiene la razón” (il cliente non ha sempre ragione). Il proprietario del locale ha, quindi, immediatamente risposto alla critica, spiegando in piena onestà le ragioni del comportamento.
“E’ un peccato e un danno per noi bloccare un tavolo per sei persone alle nove di sabato sera e vedere che dopo mezz'ora i commensali arrivati sono solo tre. Questi volevano, inoltre, continuare ad occupare il tavolo in attesa degli amici mancanti. Abbiamo tre tavoli all'interno e averne uno pieno senza introito nel fine settimana è inaccettabile, soprattutto considerando che a fine mese bisogna pagare tutte le spese della struttura", si legge. “Promettiamo di non servirvi se vi presentate al ristorante”, conclude il commento piccato.
Le recensioni online, pur essendo uno strumento molto democratico, sono un'arma a doppio taglio sia per ristoratori che per clienti; spesso, infatti, vengono postate da persone non competenti che, senza oggettività, giudicano numerosi parametri -dalla qualità del cibo all’atteggiamento del personale, fino alla pulizia… Un sistema che, a causa dell’estrema soggettività, rischia di essere fuorviante per gli utenti stessi e dannoso per i proprietari.
Foto di copertina: @Bigstock