Ristoranti, bistrot e botteghe tra Milano e la Toscana accomunati da una cucina schietta e appagante in location raffinate e senza tempo. Il gruppo Giacomo Milano cresce ed è pronto a varcare i confini nazionali.
Efficace, spontanea, leggibile e immediata. Una cucina diretta che appaga la clientela nazionale e internazionale che ogni giorno affolla i ristoranti di Giacomo Milano. Seicento coperti giornalieri serviti tra Milano, Como e la Toscana, gestiti dall’Executive Chef Emanuele Settel. Certamente un compito arduo, ma che regala grandi soddisfazioni vista la crescita del gruppo negli ultimi anni.
“In tutte le nostre realtà la cucina segue le orme della tradizione italiana e della stagionalità. Serviamo piatti come le linguine all’astice, il rombo alla ligure, li branzino al sale, ricette che il cliente conosce e di cui sa cosa aspettarsi, ma anche dei twist come il Tortello cacio e pepe con tartare di gamberi rossi, bottarga e lime, ora divenuto un signature dei nostri ristoranti” spiega Emanuele Settel.
Giacomo Milano oggi conta ben 5 ristoranti, 1 bistrot, 4 botteghe e un caffè letterario, realtà rilevate recentemente dalla famiglia Rovati, che mira a dar loro una struttura aziendale finalizzata al consolidamento e ad una futura espansione anche all’estero. “Abbiamo deciso di acquisire il Gruppo Giacomo Milano per supportare la crescita internazionale di una delle più importanti realtà della ristorazione Made in Italy” spiega Carola Rovati, Board Member del Gruppo. “Giacomo è sinonimo di tradizione italiana e convivialità. L’attenzione all’ospitalità e alla qualità delle materie prime ne fanno un punto di riferimento unico per una clientela attenta e raffinata”.
Che cos’era e cos’è oggi Giacomo Milano? Nasce a Milano nel 1958 con l’apertura della Trattoria Da Giacomo, grazie alle idee e alla passione per la buona cucina di Giacomo Bulleri. L'obiettivo è alta qualità, convivialità e un ambiente accogliente e raffinato. Gli arrosti, i risotti e i bolliti preparati da Giacomo diventano popolari fra molte famiglie milanesi, e il locale diviene una metà molto apprezzata in città.
Nel 1989 il ristorante si trasferisce in via Sottocorno 6 - attuale sede storica del gruppo - e grazie all’amicizia con l’architetto Renzo Mongiardino ha inizio quella proficua collaborazione che porterà l’estetica a viaggiare in parallelo con la qualità della materia prima e del servizio di ristorazione. Le realtà di Giacomo Milano non solo sono riconoscibili dai menu e dai piatti proposti - differenti in ogni ristorante, ma studiati con la medesima filosofia -, ma anche per gli ambienti unici.
Dal 2008 aprono Giacomo Bistrot, ispirato a un bistrot francese e caratterizzato da un’offerta prevalentemente di carne, e Da Giacomo Arengario, all’interno del Museo del Novecento in Piazza Duomo. All’interno di Palazzo Reale c’è spazio anche per Giacomo Caffè, ispirato ai caffè letterari parigini. In parallelo si inaugurano anche le “botteghe”: la Rosticceria, la Pasticceria e la Tabaccheria, caratterizzate da un’atmosfera di grande convivialità e da un’offerta di genuina qualità.
Nella zona ovest di Milano, nel 2020 apre anche Giacomo Gastronomia, che propone una selezione di prodotti provenienti dalle migliori realtà artigianali italiane.
Giacomo Milano apre anche 3 ristoranti lontani dalla città meneghina: Giacomo Pietrasanta, immerso in uno dei più suggestivi giardini della Versilia, Da Giacomo al Lago presso il Grand Hotel Tremezzo sul Lago di Como e in Toscana Da Giacomo al Salviatino, parte dell’offerta F&B dell’Hotel Il Salviatino a Fiesole.
“Giacomo Milano ha uno stile molto peculiare che ci contraddistingue dappertutto. Se visiti il Bistrot, la Rosticceria, o il ristorante da Giacomo vedrai tre locali completamente diversi, ma accomunati da un gusto e un decoro senza tempo, oltre le mode del momento” spiega Emanuele Settel, Executive Chef del gruppo. Il filo conduttore si ritrova anche in cucina con l’utilizzo di materia prima premium e il mantra di maneggiarla il meno possibile.
“Serviamo un tradizionale spaghetto alle vongole, ma con pasta di Gragnano e vongole veraci di alta qualità. Pochi ingredienti senza aggiunte teatrali, ma di gran valore per ottenere un piatto che appaghi il cliente” spiega Settel, e aggiunge: “Alcuni piatti li adattiamo ai tempi correnti, come il risotto alla milanese con l’osso buco. Abbiamo deciso di servire 90 g di risotto e 65 g di carne. Un piatto tradizionale milanese, con tanto di cucchiaino per assaporare il midollo, ma in una porzione più equilibrata che permetta di poter gustare anche altre portate”. L’efficacia del modello Giacomo Milano è il voler mettere il cliente al primo posto, con una cucina che soddisfi lui o lei, e non le esigenze dello chef.
Il grande obiettivo ora è di riuscire a standardizzarsi, nel senso positivo del termine, cioè di poter offrire ai clienti di Giacomo Milano un prodotto che in ogni ristorante raggiunga i requisiti di qualità imposti dallo chef. La sfida del consolidamento dell’azienda in questo momento si gioca proprio su questo punto: “Giacomo è una Ferrari lanciata a 300 Km/h, per cui qualsiasi intervento va fatto in corsa, non ci si può fermare. Ed è proprio lì la sfida stimolante per me dopo la mia precedente esperienza presso la Piccola Cucina dello chef Philip Guardione. Sono passato da un singolo ristorante a seguire le cucine di un gruppo come Giacomo Milano!” racconta Settel.
E non solo ristoranti, perché Giacomo Milano comprende anche un serie di “botteghe”. La Rosticceria, la Tabaccheria e la Pasticceria sono le attività che sono nate in parallelo alla ristorazione e si trovano in Via Sottocorno, vicino al ristorante capostipite da Giacomo. Completano l’offerta del gruppo, garantendo ai clienti esperienze differenti e complete. Colazione con i dolci della Pasticceria, pranzo in Rosticceria e aperitivo in Tabaccheria. E cena da Giacomo o al Giacomo Bistrot.
Tutto in un pugno di metri, tutto pronto a soddisfare le richieste della clientela locale ed internazionale. La Gastronomia è un progetto collaterale lanciato nel periodo Covid. Si trova in via Previati - zona Ovest di Milano - e ricorda le vecchie botteghe di quartiere: un po’ salumeria, un po’ drogheria, latteria o gastronomia.
Giacomo Milano guarda al futuro ed è un gruppo sempre più proiettato a far parlare di sé, anche all’estero. “Abbiamo un pubblico molto internazionale, con una forte presenza di clienti che vengono da USA e UK. Sono persone che già sono interessate e ci conoscono prima di arrivare a Milano. Ci piacerebbe quindi espanderci dove Giacomo Milano avrebbe già un mercato” racconta l’Executive Chef. E perché no, portare una cucina diretta e genuina, al passo con i tempi e che ben rappresenti l’Italia, non potrebbe che far bene a tutto il nostro paese!