È una delle botteghe più antiche di Spagna e attira orde di curiosi, che entrano solo per scattare foto alla merce esposta: questo il motivo che ha indotto proprietario a “tutelarsi” dal flusso turistico, imponendo una tassa di 5€ a chi non consuma nulla.
La notizia
Se un tempo nelle attività commerciali venivano affissi cartelli che recitavano “guardare ma non toccare”, oggi a El Colmado Múrria, drogheria storica di Barcellona aperta sin dal 1898, si legge “guardare e non mangiare costa 5 euro a persona!”. L'iniziativa nasce dall’idea del proprietario del locale, che dopo la ristrutturazione dell’attività lo scorso dicembre si è accorto di come numerosi turisti entrassero semplicemente per fotografare la merce esposta nella caratteristica bottega, senza però essere interessati ad acquistare i tipici salumi spagnoli, i formaggi stagionati, gli oli o i vini in bella vista.
Non solo: il team ha constatato come quest‘atteggiamento infastidisse i reali clienti, pensando così di appendere all’entrata il cartello di cui sopra, posto rapidamente sotto accusa dai visitatori. L’iniziativa e la foto dell’insegna, in men che non si dica, sono diventate virali scatenando una pioggia di critiche. Il titolare si è, quindi, trovato a dover spiegare le sue ragioni: “Eravamo stanchi di veder entrare gruppi di 15 persone per scattare una foto e andarsene, disturbando il resto degli ospiti intenti a gustare i nostri prodotti; perciò, abbiamo appeso un cartello dissuasivo alla porta, con su scritto: ‘Verranno addebitati 5 euro a chiunque entri solo per guardare’. Naturalmente non volevamo arrivare a tanto, ma sembra che l'intimazione abbia funzionato e ora i turisti o entrano e acquistano qualcosa, oppure, semplicemente, restano davanti alla porta; prima a molti non era nemmeno chiaro che siamo anche un ristorante, oltre a vendere specialità del posto", spiega a La Vanguardia. Va detto che, oggi, da una parte c'è "El Murri", un bar informale per consumare spuntini nello stesso spazio del negozio, e dall’altra "1898", un piccolo ristorante di alta cucina con soli 4 tavoli e menu degustazione.
D‘altra parte, il comportamento denunciato dal Colmado Murrìa è solo uno dei tanti che infastidiscono diversi ristoratori spagnoli. Jota del bar Pony, sempre a Barcellona, racconta ad esempio di come sia frequente tra i clienti entrare nel suo locale e attirare l’attenzione del personale con uno schiocco di dita, così come toccare gli ingredienti esposti sul bancone. “È capitato più volte che diversi ospiti, per lo più uomini di età compresa tra i 30 e i 40 anni, abbiano toccato i cetrioli che usiamo per il gin tonic facendo battute gratuite; un atteggiamento che può essere solamente definito infantile. Né i cetriolini, né i limoni, né i lime, né le arance sono automaticamente a disposizione degli avventori, perché servono a realizzare i drink. Non penso che se esponessimo un vassoio di trippa ci infilerebbero la mano: lo stesso deve accadere per ciò che si trova sul bancone”, argomenta. Sempre secondo Jota, altrettanto spiacevole è il chi entra nel locale e senza nemmeno salutare pretende subito di ordinare.
Raul Barroso, del ristorante Las Esparras -aperto 24 ore su 24 al chilometro 47 dell’autostrada A5 dell’Estremadura- nota invece come gli atteggiamenti più maleducati si verifichino la notte o durante le soste degli autobus. “Il momento peggiore è dopo mezzanotte, quando diversi clienti arrivano nel nostro locale ubriachi e vogliono continuare a bere perché i bar nei paesi vicini hanno già chiuso. Abbiamo, quindi, deciso di non servire più alcolici dopo una certa ora. Riguardo i pullman in gita, invece, spesso il conducente lascia solo 20 minuti a disposizione per mangiare e i passeggeri chiedono di essere serviti all’istante senza considerare i tempi della cucina”. La ciliegina sulla torta, però, è forse la denuncia dei proprietari del Suru Bar, dove i dipendenti hanno più volte avuto a che fare con clienti che rubavano le posate o altri componenti della mise en place. “Ci è capitato un paio di volte: una era un solo cliente, l'altra ben quattro persone, che dopo aver chiesto informazioni sui coltelli Perceval li hanno rubati, così come un cucchiaino da caffè. Penso ci sia qualcosa di morboso in questi comportamenti; sicuramente, una grandissima mancanza di educazione”, conclude Gemma López, responsabile della sala e comproprietaria..
Foto di copertina: @Marc Guillen