Alta cucina Chef

Eric Ripert: “Da giovane venivo umiliato. Non farò lo stesso con i miei chef”

di:
Sveva Valeria Castegnaro
|
copertina eric ripert

Dai libri del Dalai Lama alla rivoluzione totale nelle cucine de Le Bernardin, Eric Ripert racconta senza filtri il suo percorso di crescita umana oltre che lavorativa. Una lucida riflessione sui lati bui del settore.

La folgorazione sulla via di Damasco, per Eric Ripert, è arrivata mentre stava leggendo i libri del Dalai Lama. Era il 1992 e aveva appena 24 anni, ma era già stato assunto da Gilbert e Maguy Le Coze per dirigere la cucina de Le Bernardin, ristorante francese tre stelle Michelin a Midtown Manhattan. Formatosi nelle scuderie d’Oltralpe durante gli anni ‘80, dove frequenti erano le umiliazioni e i maltrattamenti sia fisici che verbali, non appena prese le redini della cucina Ripert iniziò a emulare i suoi mentori, come racconta in una recente intervista a Fast Company.

eric ripert2
 

Ovviamente, quello era un approccio sbagliato, ma in cucina mi avevano abituato la peggio; così, appena arrivato a Le Bernardin, mi comportai allo stesso modo. Ero estremamente infelice nella mia vita, ma non avevo idea del perché. A quel tempo, in Francia, si assumevano giovani talenti per poi distruggerli psicologicamente, temprarli e farli diventare dei campioni”. In quello stesso periodo Eric iniziò a leggere i libri del Dalai Lama, che nell’89 aveva vinto il Premio Nobel per la Pace, e gli si aprì un mondo. Il cambiamento di rotta non fu, però, immediato. Ripert iniziò pian piano a capire che la rabbia non è segno di forza, bensì di debolezza, e che la collera manda in tilt il cervello, allontanando la felicità. Ci volle un po’ di tempo per unire i puntini e applicare a livello professionale le parole del Dalai Lama. Tutto avvenne una sera, quando era rientrato a casa dopo una brutta giornata lavorativa.

Eric Ripert Le Bernardin NYC
 

Finalmente mi stavo rilassando, eppure mi sentivo infelice. Quando chiudevo gli occhi cercavo di immaginare cose belle, come un campo di fiori, ma vedevo solo oscurità, non vedevo niente di positivo. Mi sono reso conto di trovarmi in uno stato mentale pericoloso, pur non riuscendo a capire cosa c'era di sbagliato nella mia vita. Pensavo: ho un ottimo lavoro, un bel ristorante, una squadra valida. Che mi manca? Poi, all'improvviso, ho avuto un lampo. Mi sono detto: non puoi farcela in questo modo! Non puoi umiliare le persone, non puoi continuare con questo atteggiamento aggressivo e nocivo. Quello che stavo facendo era totalmente sbagliato. Sono rimasto sveglio ancora qualche ora, analizzando più a fondo cosa stava succedendo. Nella mia vita al di fuori del lavoro ero una persona molto pacifica, educata, rispettosa, ma dentro di me ero profondamente arrabbiato. Fuori dal lavoro sopprimevo quella rabbia, mentre in cucina esplodevo. Io stesso ero stato vittima di comportamenti violenti durante la mia giovinezza e non mi piaceva, lo odiavo ..eppure stavo replicando lo stesso meccanismo, che alimentava a sua volta la mia rabbia. Si era innescato un effetto domino che stava influenzando negativamente tutto nella mia vita. Quella notte mi sono ripromesso: domattina, quando mi sveglio, cambierò totalmente il mio modo di gestire la brigata e il mio atteggiamento”. 

le bernardin
 

Fu proprio quello che accadde. La mattina seguente, infatti, arrivato nelle cucine de Le Bernardin, Ripert iniziò a lavorare intensamente per promuovere il rispetto assoluto all’interno del team. Un cambiamento repentino che colse tutti impreparati, facendo però sì che Eric tornasse ad essere felice e crescere appieno sia personalmente che professionalmente. Oggi sono una persona molto serena: il mio cambiamento è stato una grande sfida. Avevo formato i sous chef per essere proprio come me, e all'improvviso ho iniziato a comportarmi in modo opposto. Dire ai ragazzi che mi sbagliavo è stato complicato.  C’è voluto molto tempo, ma oggi Le Bernardin è un bell’ambiente di lavoro e mi impegno quotidianamente perché rimanga tale”, spiega.

Eric Ripert Nigel Parry 2023 07 20 17 00 49
@Nigel Parry

Nonostante partecipi a diversi programmi televisivi, Ripert critica fortemente il collega Gordon Ramsay e il messaggio che trasmette nei suoi show. “Alla fine, urla alle persone e non le tratta mai con rispetto. È un peccato glorificare questo tipo di violenza emotiva. Io e la mia generazione abbiamo combattuto abusi simili e ora mi rammarica vedere alcuni dei miei colleghi promuoverli. È inaccettabile e sbagliato a tutti i livelli. Questo vale per qualsiasi settore: anche se sei egoista e non ti importa delle persone, devi ricordarti che non si ottengono risultati quando la squadra è spaventata. Soprattutto in cucina, se lo staff è intimorito e distratto perché ha paura, non farà un lavoro migliore di chi può concentrare le proprie energie sulla creazione dei piatti. Magari riuscirai ad ottenere risultati immediati urlando e sbraitando, ma sicuramente non duraturi. Non c'è forza in questo tipo di leadership”. Il percorso introspettivo intrapreso da Ripert è stato prezioso, e se oggi dovesse parlare con l’Eric ventiquattrenne gli direbbe: “Rimpiangi i tuoi errori, ma congratulati con te stesso per essere cambiato. Non è facile mettersi in discussione, soprattutto quando si è in una posizione di potere. Nessuno ti sfida davvero. Sei l'unico che può sfidare se stesso”.

eric ripert
 

Foto di copertina: @Getty Images

Ultime notizie

mostra tutto

Rispettiamo la tua Privacy.
Utilizziamo cookie per assicurarti un’esperienza accurata ed in linea con le tue preferenze.
Con il tuo consenso, utilizziamo cookie tecnici e di terze parti che ci permettono di poter elaborare alcuni dati, come quali pagine vengono visitate sul nostro sito.
Per scoprire in modo approfondito come utilizziamo questi dati, leggi l’informativa completa.
Cliccando sul pulsante ‘Accetta’ acconsenti all’utilizzo dei cookie, oppure configura le diverse tipologie.

Configura cookies Rifiuta
Accetta