Il suo segreto? Una cucina semplice, ma appetitosa, e la privacy al primo posto. Lo “chef dei campioni” si racconta, svelando i piatti preferiti di grandi atleti come Diego Armando Maradona.
La notizia
Se siete curiosi di sapere cosa mangiano i campioni del mondo dovete chiederlo a lui. Ricardo Enrique Ortiz, argentino, 27 anni, tifoso all’inverosimile (tanto da dovere il suo nome al grande campione Ricardo Enrique Bochini) è il fedele cuoco della maggior parte dei calciatori argentini.Appassionato tanto di calcio, quanto di cucina, Ortiz inizia a lavorare con i più grandi fenomeni argentini dopo aver portato il suo curriculum a Daniel Mancinelli, capo dello staff dell'AFA (Asociación del Fútbol Argentino). Ha iniziato lavorando saltuariamente, ma ben presto la sua cucina ha conquistato i palati di calciatori e dirigenti, tanto che dal 2009 cucina per loro non solo durante i ritiri, ma anche a casa.
“Iniziare a lavorare per l’AFA è stato come lavorare alla Disney per un ragazzo. Assistevo agli allenamenti, interagivo con calciatori, dipendenti AFA e property manager. Non l’avrei mai immaginato il giorno in cui ho portato il curriculum a Mancinelli. Oggi mi chiamano ragazzi che giocano in diversi club. Non sono il miglior cuoco, ma cucino molto bene e quello che faccio lo faccio con amore. Ecco perché mi chiamano. E credo anche per la discrezione, perché sono una persona molto riservata e rispetto la privacy di tutti: questo per me vale molto di più dei soldi che posso farmi pagare per un servizio a domicilio. Ci sono giocatori che mi danno anche le chiavi di casa loro, o mi lasciano la porta aperta. Mi dicono: Ricky, questa è casa tua. E’ un grande onore per me”.
Alejandro Mancuso, Héctor Enrique, Oscar Ruggeri, Claudio Caniggia, Leo Messi, Santiago e Pablo Solari, Ezequiel Barco … sono solo alcuni dei grandi campioni per cui Ricardo ha cucinato, ma uno in particolare è quello che quando racconta qualche aneddoto vissuto assieme gli fa ancora rompere la voce dall’emozione: Diego Armando Maradona.
“La prima volta che l'ho visto, è stato incredibile. Ero in cucina, stavo cucinando per il ritiro della Nazionale. Sono uscito, l'ho visto e sono corso ad abbracciarlo. Una lacrima è scesa dai miei occhi. Diego mi ha guardato e ha detto: ‘Pazzo, cosa stai piangendo?! Non vedi che sono in carne e ossa’. Da quel momento è nato un bel rapporto. Mi accoglieva sempre con gioia e andavamo talmente d'accordo che ogni giovedì andavo a casa di Diego o di Mancuso a fare una grigliata. Da quel momento ho cominciato ad andare a casa di diversi calciatori. Diego adorava il pollo disossato con verdure saltate e mandorle e il salmone grigliato con salsa di gamberi”, conclude, con gli occhi di un bambino.
Fonte: clarin.com
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