Chef

Marco Pierre White: “Gli chef in TV? Molti sono macchiette e non talenti”

di:
Sveva Valeria Castegnaro
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copertina marco pierre white chef in tv

L’ex chef ribelle Marco Pierre White mostra una maturità diversa, ma non perde la vena ironica che lo ha contraddistinto in gioventù. Le sue ultime riflessioni toccano il tema dei programmi televisivi, cui molti chef parteciperebbero in quanto personaggi e non fuoriclasse della cucina.

L'opinione

Marco Pierre White, noto a tutti come “The Rock N 'Roll Chef” per via del temperamento trasgressivo che ne caratterizza l’immagine, ha indiscutibilmente rivoluzionato il mondo della cucina Oltremanica. Merito di una carriera strabiliante che l’ha portato ai vertici della gastronomia mondiale, guadagnando il titolo di più giovane chef britannico con tre stelle Michelin a soli 33 anni. Anche oggi, che di anni ne ha 61, White continua ad andare controcorrente (a proposito: nelle sue steakhouse si può ordinare un menu completamente vegano).


Dunque, nonostante le sue numerose apparizioni ad Hell's Kitchen UK, Masterchef Australia, The Chopping Block e Kitchen Burnout, si dice contrario al circo mediatico cui molti suoi colleghi aspirano. "Mi sono fatto un nome prima di fare TV. Molti chef vanno in onda per compiacersi, non per il loro talento. Quando sono entrato nelle cucine all'età di 16 anni, ero un ragazzo molto timido e problematico. Se si osserva il mondo di oggi, le ambizioni di alcuni cuochi sono più grandi delle loro capacità", confida.

Ravioli di astice



Nonostante il suo enorme successo e i riconoscimenti raggiunti, infatti, White non si è mai messo al centro: il protagonista della sua cucina è sempre stato il cibo. "Le tre stelle Michelin? Non mi appartengono: il merito va a tutti i dipendenti che hanno lavorato con me. Loro erano l'orchestra, hanno creato la sinfonia, io ero semplicemente il direttore. Loro hanno realizzato i miei sogni. Il lavoro dello chef è essere il sergente maggiore” Altra pillola di saggezza: “Quando cucinavo, avevo una semplice regola: non chiedere mai al cliente se è stato bene”. Può sembrare una regola strana, ma il modo in cui White la spiega ha senso. "Occorre dar modo ai clienti di esprimersi liberamente: è la loro cena e lo chef o la brigata non devono rincorrere le lodi altrui per autocompiacersi del lavoro svolto", dice.


Steakhouse bar e grill di Marco Pierre White



Ma quali sono i suoi progetti futuri? Niente TV: dal 25 maggio White sceglierà il teatro per raccontarsi, tornando in Australia per il suo primo tour di spettacoli dal vivo. L’obiettivo è quello di mettere in scena una carriera non sempre facile, che parte dalle umili origini e narra gli esordi da commis con soli 7.36 pound in tasca, una scatola di libri e una borsa di vestiti per cucinare con Albert e Michael Roux a Le Gavroche. Un viaggio che lo vede poi guadagnare tre stelle e fare da mentore a chef come Curtis Stone e Shannon Bennett, Heston Blumenthal, Gordon Ramsay e Mario Batali. “Una serata dedicata alla magia del cibo, al fascino dei ristoranti, alla determinazione, alla grinta e alla continua ricerca della realizzazione personale”, promette.

Foto dalla pagina ufficiale di Marco Pierre White



Fonte: nine.com.aut

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