Food&wine Pasticceria

A Milano il pasticcere-icona di 80 anni: Giorgio Sommariva si racconta

di:
Sveva Valeria Castegnaro
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copertina giorgio sommariva pasticcere

Ha spento da poco le 104 candeline, la storica Pasticceria Sommariva di Milano, dove il proprietario Giorgio sforna dolci insieme ai figli senza sosta: a quasi 80 anni, considera il mestiere una passione più forte della stanchezza e delle piccole difficoltà quotidiane.

La storia

Intelligenza artificiale, metaverso, spedizioni su Marte e chi più ne ha più ne metta. L’epoca in cui viviamo è tempo di costante evoluzione: il nuovo di oggi domani è già obsoleto, ma perché il progresso sia possibile è fondamentale la profonda conoscenza e il rispetto della tradizione. Al 25 di via Crema a Milano questo concetto sembra molto chiaro. Lo scorso 25 aprile, infatti, la Pasticceria Sommariva, storico locale di “Porta Romana bella”, come diceva Gaber, ha compiuto 104 anni. «Come festeggiamo? Lavorando. Come sempre, tutti i giorni dalle 7 del mattino alle 7 di sera. Ma io mi diverto”, racconta Giorgio Sommariva, 79 anni, milanese doc.

Giorgio Sommariva- foto dal sito web del locale



Era il 1976, quando, dopo varie esperienze in diverse pasticcerie, Giorgio con la moglie Teresa acquistarono il locale aperto il 25 aprile 1919 dalla signora Gina Grandi. Da quel giorno ha inizio la storia dei celebri amaretti morbidi della pasticceria Sommariva, che ancora oggi sono i protagonisti indiscussi tra le prelibatezze della storica insegna meneghina. Il locale, anche negli arredi, è rimasto come quando Giorgio l’ha acquistato, il che rende ancora più suggestivo il tutto. “I miei figli vorrebbero rinnovare, ma io no. Sono tempi in cui è meglio stare calmi. Fino a cinque anni fa gli amaretti li facevo a mano, uno a uno, come gli gnocchi. Poi mio figlio Ivan, anche lui pasticcere, ha comprato la macchina per produrli: costa come una Mercedes ne sforna 50 chili ogni settimana”. Oggi, infatti, ad affiancare Giorgio e Teresa ci sono anche i due figli Ivan, diplomato pasticcere all'Istituto Politecnico del Commercio di Milano, e Gianluca, che sta al bancone.

Gli amaretti tradizionali di Pasticceria Sommariva



Sommariva non è, pero, solo sinonimo di amaretti morbidi, ma anche di golosa pasticceria mignon, di pralineria, di torte classiche (Sacher, Mont Blanc, Mimosa, Profiterole, Meringata, Millefoglie, crostate, strudel, pastiera) e di dolci per  le festività (panettoni, veneziane e colombe).   "Io preparo le torte classiche, mentre Ivan quelle di plastica glassate", dice Giorgio scherzando.  “Una volta abitavamo qui sopra, poi abbiamo comprato casa a Opera. Il negozio è in affitto, per fortuna il prezzo è ancora accessibile; la bolletta della luce, invece, è un problema: la scorsa estate abbiamo pagato 9 mila euro, il doppio rispetto all’anno precedente. Però noi ce la caviamo. Il locale funziona bene. Certo, la crisi un po’ si fa sentire: adesso una famiglia compra in media 10/15 pasticcini, una volta il doppio”, continua.

Gli "amaretti love" di Pasticceria Sommariva



I Sommariva possono contare su una clientela fidelizzata, ma anche di avventori internazionali curiosi di provare i famosi amaretti. Lo conferma Alice, francese da vent’anni a Milano, che non manca mai di portare Oltralpe amaretti, panettoni e colombe, di cui fa puntualmente scorta nel locale: “Sono i regali più graditi”. A confermare che le specialità di Sommariva non sono solo affare per nostalgici è poi Debora, 25 anni, che tutte le mattine si ferma per l’irrinunciabile rito dolce. La mia colazione? Caffè, baci di dama o pasticcini. Sono buonissimi. Amo questo posto perché è normale: in una città dove tutto è ultra moderno, di tendenza, yeah, evviva la normalità, che è diventata una cosa originale. E poi qui mi conoscono, mi chiamano per nome e mi fanno compagnia: c’è ancora un rapporto umano”.


Che siano clienti storici o giovani, Sommariva da 104 anni è punto di riferimento per tutti i golosi del capoluogo lombardo. “Finché sarà possibile: sono felice perché i miei figli porteranno avanti l’attività”, conclude Giorgio.

Fonte e foto di copertina: @milano.corriere.it

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