“Le stelle Michelin danno grandi opportunità, ma al tempo stesso creano mostri”. La pensa così Juan Monteagudo, giovane emergente spagnolo focalizzato sulla crescita professionale. Senza autocelebrazioni o manie di protagonismo.
La notizia
“Quello che ti distingue, Juan, è che hai molta personalità e non ti lasci influenzare da nessuno”, disse Miguel Carretero (incoronato fra i giovani chef più promettenti di Spagna dal Madrid Fusiòn) a Juan Monteagudo, quando lavorava al Santerra sotto la sua ala protettrice. Ora che ha aperto Ababol ad Albacete, Monteagudo non ha perso la determinazione degli inizi.Il suo nuovo laboratorio creativo, inaugurato lo scorso 5 gennaio, ha riscontrato un enorme successo ed è subito divenuto meta obbligata per i gastronomi spagnoli. Una grande soddisfazione per Juan, che tuttavia mantiene un pensiero tutto suo per quanto riguarda le guide, specialmente se si tratta della Michelin. “Non posso negare che la stella sia uno dei miei obiettivi, soprattutto pensando alla squadra: poter dimostrare a noi stessi che abbiamo raggiunto quei livelli sarebbe una bella soddisfazione, ma sono anche consapevole che forse non sarebbe del tutto positivo se la ricevessimo così presto. Le stelle aiutano, ma creano mostri: divinizzando gli chef, le persone dimenticano che sono solo cuochi.
È vero che molte volte il nostro lavoro va oltre e che possiamo arrivare a rappresentare il territorio, i prodotti e la cultura locale, ma non siamo tutti Ducasse o Berasategui, che dopo trenta o quarant'anni di professione vantano un’esperienza sconfinata. Quando un cuoco ha 25 o 30 anni, non è ancora nessuno”, dice spiegando la sua visione. Il sogno di Monteagudo non è di essere famoso e ricco, ma di essere felice nella sua cucina, tra piatti che sono espressione del ricettario della regione Castilla La-Mancha e tecniche culinarie di stampo francese. Protagonista, un menu personale e autentico in cui spicca il prodotto stagionale, ottenuto sia dal proprio orto che dai migliori fornitori della zona.
Fonte: elconfidencial.com
Trovi qui l'articolo cliccabile
Foto di copertina: crediti Carlos Manzano-Alonso