Triste vicenda, quella che vede protagonista la Maison Benoit Vidal: i proprietari del locale vendono tutto e lo chef bistellato che dà nome all’insegna è costretto a ritirarsi.
La notizia
“Cucinare per maturare? No. Quando sei già adulto, è il modo migliore per conservare l'anima di un bambino”. Così ama presentarsi lo chef Benoit Vidal, quando racconta che sin dalla più tenera età era solito dire alla madre e alle nonne che "da grande" sarebbe diventato uno chef e avrebbe avuto un ristorante tutto suo. Nonostante le due stelle Michelin, però, Vidal non è ancora riuscito a realizzare quel sogno, anzi, se lo è visto scivolare tra le mani: dopo 12 anni di grandi soddisfazioni e successi (una stella Michelin guadagnata con una sola stagione di lavoro e la seconda ad appena tre anni dall’apertura) è costretto a lasciare lo chalet a Fornet (Val-d’Isere) dove si trova il suo ristorante.
Jacques Leprivey, proprietario della struttura, infatti, ha deciso di venderla per 9 milioni di euro ad un investitore che la trasformerà in un complesso extra lusso. “A 9 milioni di euro, questo chalet è diventato fuori portata per me e per i miei finanziatori! Era l’obiettivo della mia vita. Per 12 anni gli ho dedicato tutto il mio tempo. Ero un dipendente del proprietario, che mi pagava il minimo sindacale. Speravo che un giorno questa casa sarebbe stata mia. Mi aveva dato la sua parola sabauda che ne sarei diventato il proprietario, ma altri investitori hanno alzato la posta e lui ha riconsiderato la sua posizione. Sono davvero molto amareggiato, disgustato da questo mondo di località sciistiche dove i soldi e il cemento dettano tutto. Voglio continuare a cucinare in montagna, ma lontano da questo sistema”, commenta amareggiato Benoit Vidal.
I prezzi degli immobili in Val d’Isere sono da capogiro; in media si raggiungono i 12.600 euro, persino più che a Parigi. Negli ultimi decenni questa località ha visto i vecchi edifici contadini trasformarsi in lussuosi chalet, a volte affittati per decine di migliaia di euro a settimana in alta stagione. Di fronte alle dichiarazioni dello chef e alla situazione del mercato immobiliare della zona, il proprietario dello chalet, regno della cucina di Vidal, ha commentato: “Se avessi voluto guadagnare quanti più soldi possibile quando è arrivato Vidal, gli avrei affittato il ristorante invece di restaurarlo. Quando Benoît si è stabilito qui alla fine del 2010, sono stato addirittura chiamato 'mecenate' perché i margini di una struttura del genere, con molto personale, rimangono bassi. Ho reinvestito tutto per migliorare lo chalet, per non parlare della manutenzione, che in montagna è costosa soprattutto durante l’inverno. Oggi ho 65 anni, non mi vedo a continuare a gestire lo chalet e il prezzo di vendita rispecchia quello di mercato. È aumentato del 30% in un anno. Nonostante tutto, l’ho abbassato di quasi un milione di euro per Benoît, ma non posso nemmeno svendere lo chalet”, si difende.
Lo chef, tuttavia, non accetta le giustificazioni di Monsieur Leprivey, e mentre è in viaggio attraverso la Savoia per trovare una nuova base controbatte: “Senza il mio lavoro, l’Atelier d’Edmond non varrebbe il prezzo attuale. Ero abituato a far crescere lo stabilimento senza ricevere alcun frutto. Mi sento maltrattato, manipolato”. Anche Patrick Martin, sindaco di Val-d'Isère si dice alquanto rammaricato per la chiusura del ristorante di Benoit: “Personalmente avrei preferito che Benoît rimanesse in paese e che l’edificio rimanesse un ristorante a due stelle, o anche tre , piuttosto che un semplice cottage. Sfortunatamente, il municipio non ha alcun controllo su di esso. Avere qui un albergo a due stelle favoriva il turismo e quindi giovava a tutti”. “È un peccato vedere andarsene uno chef del genere, ma bisogna anche capire Jacques Leprivey, che segue i prezzi di mercato. La montagna è vittima del suo stesso successo, è diventata come la Costa Azzurra”, continua un abitante di Fornet.
Fonte: foodandsens.com
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Foto di copertina: @Raffaela Feliciciano