Food&wine

Roma: chiusura forzata per “Qui non se more mai”, un'istituzione capitolina

di:
Claudia Bartoli
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copertina qui nun se more mai

Grande sconforto, a Roma, per la chiusura obbligata del locale “Qui non se more mai” sull’Appia Antica, storico punto di riferimento per buongustai e personaggi noti.

La notizia

Il primo ottobre ha chiuso per sempre lo storico ristorante romano Qui non se more mai. Il motivo della chiusura è stato logistico: la proprietà aveva deciso di venderlo, annunciando ai gestori che non avrebbe rinnovato loro il contratto di locazione.


L’insegna, ubicata in zona Appia Antica, era uno dei posti preferiti di Vittorio De Sica, Federico Fellini e scrittori del calibro di Ernest Hemingway, che riempivano i tavoli del ristorante in cerca di pasti appaganti e, magari, anche ispirazione artistica. Eppure, nonostante un passato glorioso e un presente che vedeva Qui non se more mai era ancora ampiamente frequentato, il locale ha dovuto tirare giù la serranda definitivamente.


“Esperienza, passione, amore per il proprio lavoro, fantastici ravioli fatti con queste mani. La cicoria raccolta al campo, le patate che arrivano da Viterbo per fare gli gnocchi e quelle di Avezzano per la brace …un luogo così non può e non deve chiudere. Gli occhi lucidi dei clienti di sempre che vengono anche solo per un saluto. Il mio impegno c’è, perché è inutile parlare di valorizzazione delle nostre eccellenze se come Istituzioni non riusciamo a supportare famiglie che hanno costruito il proprio futuro con il lavoro quotidiano”. A esprimere la propria solidarietà verso ristorante che per Roma e i romani era diventato ormai un punto fermo è stata, tra gli altri, l’Assessore comunale al commercio Monica Lucarelli, che lo scorso 27 settembre ha voluto prenotare un tavolo da Qui non se more mai per gustare i piatti del ristorante un’ultima volta.


I messaggi di vicinanza rivolti a Erminio Alessandrini, che da anni gestisce il locale curato con amore e passione dai genitori Alba e Alessandro, hanno sicuramente fatto la loro parte per dare un pizzico di conforto all’ex titolare, che conclude: Non sappiamo cosa succederà in futuro, speriamo che questo non sia un addio, ma un arrivederci, magari da qualche altra parte”.


Il ristorante era anche conosciuto per l’umanità dei gestori, perché la signora Alba non aveva mai negato un piatto di pasta nemmeno a chi i soldi per pagare il conto non li aveva. “Ero un po' la nonna e la mamma di tutti, perché sono così: a qualsiasi persona che mi diceva: ‘Mi dai un panino, non ho soldi, posso mangiare un piatto di pasta?’, rispondevo ‘Non ci sono problemi, certo’. Non gli facevo la bistecca o la fiorentina, però un piatto di pasta gliel'ho sempre dato gratis con un bicchiere d'acqua o una bottiglia”.


Qui non se more mai non era solo un ristorante con un buon nome frequentato da grandi attori, calciatori e artisti di fama internazionale, ma un porto sicuro, un luogo in cui i nonni portavano a pranzo i nipoti che, una volta diventati adulti, hanno continuato a fare lo stesso con i propri figli, di generazione in generazione.

Fonte: repubblica.it

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